La cavalcata del sangue. Muttersohn Stampa E-mail

Martin Walser

La cavalcata del sangue
Muttersohn

Sugarco Edizioni, pagg.368, € 25,00

 

walser_cavalcata  IL LIBRO – Fede e musica, soprattutto la musica corale, il canto come la più pura forza espressiva, sono le due potenze che fanno del romanzo una grande sinfonia in straziante diesis minore che esplode infine in un luminoso re maggiore. Su una società disperatamente malata s’irradia la luce messianica e mistica della Redenzione. «Ogni anno il giorno che segue l’Ascensione di Cristo, la reliquia viene mostrata e dedicata alla popolazione in uno spettacolo che è la cavalcata del sangue. Mille o duemila cavalieri, contadini di tutta la regione tra il Danubio e il Bodensee cavalcano in frac e cilindro dalle sette fino alle undici attraverso i villaggi e le campagne. Lo spettacolo risulta commovente e bello per i contadini che cavalcano. Nessuno dei vescovi, dei sacerdoti crede che il cristallo di rocca racchiuda una sola goccia del sangue di Cristo, anche se tutti agiscono come se ci credessero». Il romanzo della società senza Padre ha come protagonista Percy Anton Schlugen, al tempo stesso un Parsifal e un Idiota del XXI secolo. La madre, Josefine, rivela di averlo generato senza il concorso di un padre. Quest’«angelo senz’ali», la figura messianico-mistica centrale del romanzo, tenta invano di adottare come padre le figure maschili che potrebbero appagarlo. Presta la sua opera come infermiere nell’ospedale psichiatrico regionale di Borgococcio, un vecchio convento medievale ristrutturato: i pazienti lo amano e desiderano sentirlo parlare perché lui sa ascoltarli, prenderli sul serio, i suoi discorsi nascono spontanei e a volte si dilatano nella recita di testi di Agostino, Suso, Böhme e Swedenborg. Fede invece di sapere: «Non posso dire ciò che so, ma solo ciò che sono». Nell’ospedale psichiatrico egli ha con il suo superiore e direttore, il Professor Augustin Feinlein, un rapporto di assoluta intesa amicale vivificata dalla più leggera delle ironie. Purtroppo questa oasi felice si dissolve a causa dello scontro irreparabile e inevitabile che il Professore sostiene con il campione della scolastica medica contemporanea e della sua scienza farmacologica, il Dr. Bruderhofer, che vuol prendergli il posto. La violenza neo-illuminista di Bruderhofer costringe Augustin Feinlein a varcare le Alpi. «Credere significa scalare montagne inesistenti». A Roma finalmente, nella chiesa di S. Agostino, trova il suo Aldilà. Al di là del tempo e dello spazio terreni lo accoglie la grazia misericordiosa della Madonna dei Pellegrini del Caravaggio, in tutta la sua divina bellezza.

  DAL TESTO – “Solo due settimane fa non avrei potuto farle la posta. Nel «repartino», anche se solo al secondo grado. Da una settimana mi si concede che non ucciderò né me stesso né qualcun altro. Per prima cosa. La mia missione resta la mia missione, ma ho chiarito al Dr. Bruderhofer, il farmacologo, che da me non ci si deve attendere nessuna azione finché sono zero e nulla. Qui mi hanno appiccicato questa etichetta: candidato al suicidio con ambizioni politiche. Vuol dare un segnale! Ma a costoro fu necessario prima di tutto chiarire con gran fatica: Potrò dare un segnale - che espressione di carattere ferroviario - solo quando sarò quel lo scrittore famoso, per cui ho tutte le capacità ma ancora nessuna possibilità. Far parte dell'élite intellettuale non basta se mirate a folgorare la storia. Quoziente di intelligenza 147 e nell'ambito linguistico 180. Intanto undici editori hanno rifiutato i miei manoscritti. Le lettere di rifiuto dimostrano con la loro sintassi approssimativa, che grida vendetta al cielo, quanto fossero buoni i miei manoscritti. Io non ho alcuna ambizione letteraria, ma una missione storica, questo non entra in quelle zucche vuote da feuilleton. La cricca dirigente americana deve capire che oggi non si crea pace con la guerra. E questa cricca guerrafondaia non la smetterà fino a quando uno scrittore non si darà fuoco davanti alla Casa Bianca, uno scrittore, di quelli grandi per il loro secolo. Da quando ne ho scritto sono perseguitato dalla CIA e dal MOSSAD. Il ministero degli interni federale, a cui ho chiesto protezione già quindici volte, latita. Naturalmente CIA e MOSSAD sono complici. Guerra dopo guerra ci siamo abituati all'idea che la guerra sia diventata l'unica soluzione dei problemi. Prima creiamo i problemi, poi li risolviamo con la guerra. Naturalmente ogni tanto ci raccontiamo barzellette su questo o quel presidente degli USA. Uno sempre più stupido dell'altro. Presto non dovremo più vergognarci dei nostri Hohenzollern. Nel carrozzone sbrindellato della televisione è scomparsa ogni resistenza. L’articolo 204  della Costituzione ormai interessa solamente i matti. Come me, appunto. Se CIA e MOSSAD mi facessero sparire, non interesserebbe a nessuno. Se io mi do fuoco davanti alla Casa Bianca in qualità di autore epocale, il colosso USA ci resta di stucco. Un autore mondiale, candidato al premio Nobel, si dà fuoco davanti alla Casa Bianca.”

  L’AUTORE – Martin Walser è nato a Wasserburg/Bodensee il 24 marzo 1927, vive a Nußdorf/Bodensee. Dal 1944 al 1945 ha partecipato alla seconda guerra mondiale ed è stato in un campo di prigionia americano. Ha studiato germanistica, teologia, filosofia, storia, psicologia a Ratisbona e a Tubinga. Tra i suoi romanzi tradotti in italiano ricordiamo: Morte di un critico (2004), I viaggi di Messmer (2004), L’istante dell’amore (2005), Una zampillante fontana (2008), Un uomo che ama (2009), tutti pubblicati da Sugarco. La cavalcata del sangue-Muttersohn è il primo testo di una «Trilogia della Sehnsucht», a cui sono seguiti: Il tredicesimo capitolo e il saggio Sulla giustificazione. Una tentazione.

   INDICE DELL’OPERA – I. Favorire la vita – II. Questa vita – III. Il mio Aldilà – IV. Vivere ancora – V. Ultima notizia