Genova reazionaria |
Stefano Verdino Genova reazionaria Interlinea, pagg.193, € 20,00
IL LIBRO – Una Genova tra provincia ed Europa è la citta narrata nei diari inglesi e francesi di molti viaggiatori, addirittura periferico epicentro del Romanticismo inglese nel breve tempo del soggiorno di Byron, con altri autori da Mary Shelley a Lady Blessington. Ma la città della formazione di Mazzini (1815-31) e della fine dei giansenisti fu anche una officina della Reazione, non meno di Torino e Modena, quando anche il melodramma giocò la sua partita quale strumento di riverbero legittimista, come evidenzia il "Bianca e Fernando" di Bellini per l'inaugurazione del nuovo teatro intitolato al sovrano regnante Carlo Felice. Stefano Verdino racconta il progetto reazionario, la cultura della città, i suoi passaggi internazionali, il mondo dell'università, le polemiche culturali: un quadro tanto ricco e vario quanto inesplorato. DAL TESTO – “Ci fu […] una data in cui la Genova paladina del trono e dell'altare poté celebrare il suo trionfo, nell'esibita concordia dei principi italiani. Dal 31 maggio al 7 giugno 1825 Genova fu sede di un summit significativo: ospiti di re Carlo Felice - «Tiranno-cuoco», a detta di Faldella - furono l'imperatore Francesco, il Metternich, l'arciduca Ranieri, viceré del Lombardo Veneto, il re di Napoli con il ministro Medici, Maria Luigia di Parma, il duca di Lucca: l'occasione era un tour italiano della corte imperiale a scopo propagandistico. Secondo Metternich l'incontro di Genova fu anche l'occasione per il "perdono" di Carlo Felice a Carlo Alberto, dopo la sua reggenza "liberale" del marzo '21 e «le rôle de porte-drapeau de la révolution» […]; nonostante la diffidenza dell'imperatore («Le prince est un phraseur, et ces sortes de gens ne m'inspirent jamais confiance»: […]), questi sarebbe stato l'essenziale intercessore in una scena plateale a Palazzo Reale in via Balbi: «Le même jour, dans la matinée, l'Empereur conduisit le prince chez le Roi, Charles-Albert se mit à genoux devant le Roi et lui demanda pardon en pleurant» […]. Gli storici italiani dell'Ottocento (N. Bianchi, Masi) hanno contestato con documenti il racconto del Cancelliere, dandogli del «parabolano» (la riconciliazione in casa Savoia era già avvenuta nel '24), ma il teatrale racconto di Metternich (che peraltro il Rodolico non esclude) calza bene nella rappresentazione di foto di famiglia concorde e clemente, che si volle dare, proprio in una città non facile per più motivi - forse a rischio di attentati - quanto prediletta da Carlo Felice anche per l'effetto scenico da offrire agli ospiti: «Giunta l'II. RR. comitiva sulla piazza della Lanterna, si soffermò ad ammirare la stupenda prospettiva del cratere di Genova» (GG, 1° giugno 1825, p. 1) e sempre alla Lanterna, di notte, «tutti i Principi si recarono in carrozza» per godere lo spettacolo di Genova illuminata.” L’AUTORE – Stefano Verdino (Genova, 1953) insegna Letteratura italiana all'Università di Genova. È direttore di Nuova corrente e redattore di Resine. Si è occupato di poesia contemporanea (Montale, Caproni, Viviani), di autori di primo Ottocento (Manzoni, Leopardi, Romani) e del Tasso. Ha curato per "I Meridiani" Mondadori l’opera poetica di Mario Luzi (1998). Ha pubblicato, inoltre, uno studio sul pensiero critico di Anceschi (1987); Storia delle riviste genovesi (1993); Il racconto della poesia (2003); La poesia di Mario Luzi (2006); Lettere e lettori. Questioni teoria critica (2007); Il Torrismondo del Tasso (2007). INDICE DELL’OPERA – Premessa - Officina dell'autorità - Provincia europea - L'Università di Fantasio, figure e figuri della Restaurazione - Spotorno e Bresciani alle prese con Mazzini e i suoi amici – Bibliografia - Indice dei nomi - Notizia sull'autore
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