La Russia tra miti e potere Stampa E-mail

Ottorino Cappelli

La Russia tra miti e potere
Attori e processi politici in una prospettiva storico-comparata

Edizioni Scientifiche Italiane, pagg.184, € 20,00

 

cappelli_russia  IL LIBRO – Alla Russia si è sempre guardato attraverso lenti mitologiche. Prima il Leviatano comunista, poi la democratizzazione, infine il riflusso autoritario che ci riporta all'immagine di uno stato forte e centralizzato. Questo libro esplora invece la storica debolezza dello stato in Russia in due giunture chiave: il rapporto tra il centro e le periferie e tra potere politico e potere economico. Suo oggetto principale sono le elite locali del potere che già  in epoca sovietica facevano perno sui manager dell'industria di stato e sui quadri locali del partito comunista. Esse controllavano intere città  e regioni del paese come propri «domini feudali» rappresentando la vera spina nel fianco del potere centrale, da Stalin a Gorbachev. Con il crollo dell'URSS tale fenomeno si è accentuato facendo parlare appunto di feudalizzazione del paese e di «cattura dello stato». Attori centrali ne sono stati da un lato i governatori regionali, i cosiddetti baroni, e dall'altro gli oligarchi dell'economia privata. Centrata sulla lotta a questi soggetti, la presidenza Putin non può essere adeguatamente compresa con la categoria dell'autoritarismo, che presuppone l'esistenza di uno stato pienamente sviluppato. Putin persegue piuttosto una strategia di concentrazione del potere paragonabile a quella delle monarchie assolute della prima età  moderna. Per analizzare la Russia contemporanea al di là  dei miti il libro propone dunque una «mappa storica dello sviluppo politico europeo » che abbia al suo centro il tema dello stato e dello state building.

  DAL TESTO – “Il sistema politico russo opera dunque oggi in un quadro più integrato le cui principali leve di comando sono nel Kremlino e il cui funzionamento quotidiano è assicurato da Russia Unita attraverso solide maggioranze parlamentari e una ramificata struttura regionale. Russia Unita è esso stesso, in peniferia, un conglomerato di macchine politiche il cui scopo è di assicurare la vittoria elettorale e, al centro, un «meccanismo per estrarre rendite e distribuire patronage... finanziato da interessi alla ricerca di un beneficio da parte dello stato». Centralizzando le reti clientelari e coordinando la distribuzione del patronage, il partito del potere è il gatekeeper che controlla l'accesso a enormi risorse pubbliche. Questo ne fa «l’obiettivo di un’intensa attività di lobbying più che il soggetto di una coerente e unitaria direzione politica». Ma data l'eredità con cui doveva fare i conti, dal punto di vista di Putin una «direzione politica coerente e unitana» poteva ben apparire, un lusso un'ambizione prematura. Russia Unita mostra oggi una capacità di garantire integrazione nazionale e stabilità politica che ricorda almeno quella del vecchio Pcus.”

  L’AUTORE – Ottorino Cappelli insegna Analisi comparata dei regimi e dei processi politici presso l'Università  degli Studi di Napoli l'Orientale. Sui temi della politica sovietica e russa ha pubblicato Demokratizatsiya: la transizione fallita (2005) e ha curato insieme a Ronald J. Hill il volume Putin and Putinism (2010). E inoltre Visiting Fellow presso il J.D. Calandra Italian American Institute della City University of New York, dove dirige il progetto di ricerca «Oral History Archive - The Italian American Body Politic of New York». Nell'ambito di tale progetto è curatore e co-autore del volume Italian Signs, American Politics: Current Affairs, Historical Perspectives, Empirical Analayses (2012).

   INDICE DELL’OPERA – Introduzione - Prima parte. L’ancien régime - I. Tra centro e periferia (1. Il mito del potere comunista  - 2. I quadri tra centro e periferia - 3. Il cono d’ombra: tra economia e politica - 4. Controllo dall’alto e dal basso - 5. «Krugovaya poruka» - 6. Rivoluzione permanente? - 7. Le due modernizzazioni - 8. Il «patto» fallito - 9. Conclusioni) - II. Modelli di potere (1. Il disegno originario - 2. La prova dei fatti - 3. Il modello informale - 4. Company town e dominî feudali - 5. Le mani sulle città - 6. Le company town di tipo sovietico - 7. Le città frammentate - 8. Città «a governo forte»? - 9. Conclusioni) - III. Riforma e crollo (1. Gorbachev, fase uno: tra vecchio e nuovo - 2. Eltsin a Mosca: il prefetto di ferro - 3. Gorbachev, fase due: le elezioni - 4. «Parlamentarismo» e «presidenzialismo» - 5. La rivolta dei quadri - 6. La rivincita delle periferie - 7.  Epilogo: Eltsin in Russia - 8. Conclusioni) - Seconda parte. La «nuova» Russia - IV. Stato, baroni e oligarchi (1. Eltsin e i suoi baroni - 2. Oligarchi vecchi e nuovi - 3. Configurazioni di potere locale - 3.1. Regioni «controllate dallo stato»? - 3.2. Regioni «corporate» - 3.3. Regioni «pluraliste» - 3.4. Elite politiche contro elite economiche - 4. Putin e la lotta alla feudalizzazione - 5. Conclusioni) - V. Chiavi di lettura (1. Miti della transitologia - 2. La centralità del tema dello stato - 3. Mappe storiche: una proposta - 4. L’analogia feudale e la Russia di Elstin - 5. Putin e l’analogia assolutistica - 5.1. Politica ed economia - 5.2. Centro e periferia - 5.3. Sato e reti clientelari - 6. Conclusioni) - Bibliografia