Albert Camus. Una vita per la verità Stampa E-mail

Virgil Tanase

Albert Camus
Una vita per la verità

Castelvecchi Editore, pagg.284, € 22,00

 

tanase_camus  IL LIBRO – Albert Camus, lo scrittore e il filosofo, l’uomo che scelse la rivolta invece della rivoluzione, continua a parlare ai lettori di oggi con la stessa dolorosa consapevolezza con cui visse e parlò ai suoi contemporanei. La necessità e l’attualità del suo pensiero traggono forza dal radicarsi in un percorso esistenziale intenso, dalla nascita, cento anni fa, in un quartiere povero di Algeri, fino alla morte improvvisa, accanto al suo editore Michel Gallimard, in un incidente stradale nel 1960. Portatore di un umanesimo antidogmatico e solidale, Camus riconobbe presto la deriva totalitaria del comunismo, abbracciò criticamente l’anarchia e la sua denuncia non semplificatoria della questione coloniale venne facilmente travisata. Virgil Tanase, scrittore e drammaturgo romeno naturalizzato francese, dedica un’attenzione partecipe all’indipendenza delle sue prese di posizione pubbliche, scelte che subordinavano la politica al primato dell’etica, che gli procurarono attacchi da tutti i fronti e che si dimostrarono influenti e profetiche. Accanto alla genealogia delle opere maggiori – da L’uomo in rivolta a Lo straniero a La peste – Tanase si concentra sul rapporto di Camus con il teatro, non limitandosi ai testi, ma cercando di ricostruire la sua attività di regista e, soprattutto, la continua ricerca di progetti capaci di rispondere ai suoi interrogativi. All’autore di questa biografia, che nella sua ricchezza documentale è scritta con la penna del romanziere, di Albert Camus interessa soprattutto il destino umano, l’inevitabile tortuosità del cammino e la chiarezza della testimonianza. Il suo libro è lo strumento ideale per conoscerne la vita e apprezzare l’attualità della sua opera nel presente.

  DAL TESTO – “Cercare una «terza via», uno spazio politico tra la destra liberale e la sinistra comunista, è illusorio. Quelli che ci provano si attirano l'ostilità dei due schieramenti, ma si condannano anche a tagliarsi fuori da una realtà sociale che divide la Francia in sfruttatori e sfruttati. In questa guerra aperta che si fonda sul confronto tra le due superpotenze figlie della guerra, gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica, il movimento lanciato in Francia dalla rivista «Esprit» nell'ottobre 1947 sembra un candido gioco da intellettuali. Nell'epoca in cui la dottrina Truman del containment e il piano Marshall mirano all'isolamento dell'Unione Sovietica, designata come pericoloso nemico; nell'epoca in cui quest'ultima fonda il Cominform con l'obiettivo di coalizzare i partiti comunisti dei Paesi occidentali per destabilizzarli dall'interno; nell'epoca in cui il Comitato per le attività antiamericane va a caccia dei comunisti e in cui eminenti artisti come Orson Welles, Charlie Chaplin e Bertolt Brecht preferiscono lasciare gli Stati Uniti; nell'epoca in cui, il 2 ottobre 1947, in un famoso discorso al Vélodrome d'Hiver, Maurice Thorez indica chiaramente il capitalismo come il principale avversario della classe operaia, l'appello della rivista «Esprit», firmato tra gli altri da Camus, che propone agli intellettuali di mantenere la propria indipendenza rispetto alle pressioni delle due superpotenze, non ha alcuna possibilità di avere un esito positivo. Lo stesso vale per un effimero Rassemblement Démocratique Révolutionnaire, ben accolto da Camus, per il Movimento cittadini del mondo lanciato da un ex-pilota americano Garry Davis, di cui Camus appoggia il modo di procedere, o per il Groupe de Liaison Internationale che si occupa di casi specifici e fornisce informazioni affidabili, corrette e significative riguardo alle vittime, da ambo le parti, di quella che si chiama già Guerra Fredda.
  “Insultato da tutte le parti - «I comunisti mi hanno accusato di servire l'imperialismo americano (pardon, del dollaro) e i gaullisti l'imperialismo russo. Tutti e due hanno parlato di Monaco, ma non della stessa» -, Camus sogna un parlamento internazionale e un'evoluzione pacifica delle società verso una giusta ripartizione delle ricchezze. Crede alle virtù della non violenza di Gandhi e a un'economia collettivista associata a libertà politiche garantite dalla Costituzione. Le sue proposte non interessano a nessuno. Attraverso la ragione, vorrebbe riconciliare due avversari la cui logica esclude ogni compromesso: non si può remunerare il capitale e al contempo distribuire le ricchezze secondo i bisogni sociali, non si può confiscare il prodotto del lavoro per distribuirlo come si vuole e accettare al contempo la proprietà privata. È vano credere che i socialisti, che a volte riescono a moderare la violenza di questo contraddittorio, possano risolverlo, costretti come sono, a seconda delle circostanze, a stare in un campo o nell'altro.”

  L’AUTORE – Nato a Galatzi, in Romania, Virgil Tanase è scrittore e uomo di teatro. Ha studiato Lettere all’Università di Bucarest e Regia all’Accademia d’arte nazionale. Autore di una tesi di semiologia del teatro, relatore Roland Barthes, si trasferisce in Francia nel 1977 e inizia a scrivere in francese. Vincitore del Premio per la Letteratura dell’Unione Latina e del Premio di Drammaturgia dell’Accademia di Romania, ha scritto quindici romanzi. Professore in diverse scuole di teatro, insegna Storia dello spettacolo presso l’Institut International de l’Image et du Son. Ha realizzato oltre trenta spettacoli in Francia e in Romania, adattando per il teatro testi molto diversi, da Balzac a Dostoevskij, da Proust a Čechov. Il suo ultimo libro è una biografia di Saint-Exupéry uscita nel 2013 per Folio.

   INDICE DELL’OPERA – L'uomo che sarei se non fossi stato il bambino che fui - Rue de Lyon ad Algeri - Furfante e pidocchioso - Una ragazza così diversa dalle altre - Un partito così diverso dagli altri - La bellezza guarisce, la luce nutre - 99 fogli bianchi - Un mestiere deludente - Una ragazza di Orano - Gonna e guanti bianchi - Un cliché negativo - Un mondo che deve morire - Dei valori secondari - L'energumeno - Immensamente stanco e indignato invano - Francine sempre lì - L'Europa, un deserto - L'amore per il teatro - Malato e vivo - Parigi è una giungla e le belve sono misere - Una storia che non si ha il diritto di inventare (1) - Una cura - La più grande causa che conosca al mondo... - Una notte sempre più fitta - Vivere nella e per la verità - Un ritratto di Tolstoj e un pianoforte per Francine - Una storia che non si ha il diritto di inventare (2) - Note biografiche - Riferimenti bibliografici - Note