Storia dell'esercito russo Stampa E-mail

Serge Andolenko

Storia dell'esercito russo
Da Pietro il Grande all'Armata Rossa

Odoya, pagg.506, € 22,00

 

andolenko_esercitorusso  IL LIBRO – L’aspetto militare domina la storia della Russia. Tuttavia è quello che resta meno noto. Si trovano lavori sull’arte, la musica e la letteratura russe, ma rarissimi sono i compendi di storia dell’esercito. In questo completo e dettagliato volume di Serge Andolenko, di piacevolissima lettura, ne viene presentata in modo magistrale soprattutto la parte relativa all’Impero, oggetto di notevole interesse.
  L’Esercito Imperiale Russo nasce sotto lo slancio e le geniali intuizioni di Pietro il Grande per affermarsi sempre più – nel corso del Settecento – nelle grandi guerre contro la Turchia, la Polonia e la Svezia, guidate dal maresciallo von Münnich e dall’energico piglio di Caterina II. Nel corso dell’Ottocento, i governi che vanno da Paolo I ad Alessandro III corrispondono a un’epoca di crescente decadenza e povertà spirituale. Ma entrambi i secoli hanno il medesimo valore istruttivo: il primo mette in luce i princìpi su cui deve basarsi un esercito efficiente, il secondo attira l’attenzione sugli errori da evitare.
  È sotto la debole guida militare di Nicola II Romanov che la Russia conosce epocali cambiamenti. La sconfitta inflitta dal Giappone sanziona gli errori militari del regime e la rivoluzione del 1905-1906 costituisce un grave avvertimento. Dopo la Rivoluzione del 1917 viene creata la gloriosa Armata Rossa, composta dai vari popoli che abitano l’urss. E nella guerra germano-sovietica si evidenzieranno gli stessi elementi delle vittoriose campagne dell’antico regime: la strategia del ripiegamento su una terra bruciata combinata all’insurrezione contadina; l’esaltazione mistica del morale; l’importanza attribuita all’armamento, le cui fonderie erano le prime al mondo.

  DAL TESTO – “Due opere danno indicazioni sulla dottrina sovietica: Il cervello dell'esercito di Šapošnikov, prima della guerra, e quella del colonnello Čuvikov, L'insegnamento marxista-leninista sulla guerra e l'esercito, uscita nel 1946. Nella prima a seguito di una serrata critica della guerra del 1914-18, Šapošnikov conclude da una parte che i fattori determinanti sono le forze morali e la potenza economica. Il primo conflitto mondiale attesta il fallimento della separazione dei poteri; la guerra deve essere condotta al tempo stesso sul piano militare, economico, morale e politico, ed è lo Stato sovrano, preso nella sua totalità, che decide della sua condotta. Questo principio dà vita alla nota teoria sovietica, quella del "generalissimo universale".
  “L'arma potente che la politica offre all'URSS non sfugge naturalmente a Šapošnikov, il quale pensa che quanto indica sotto il nome innocente di "lavoro di informazione" debba essere introdotto su grande scala nei paesi suscettibili di diventare avversari dell'URSS. Lopera di Čuvikov offre la sintesi della dottrina sovietica. Avendo bene in mente sia i princìpi di Suvorov che gli avvenimenti delle due ultime guerre, basta citarne qualche estratto per convincerci a qual punto i sovietici hanno tenuto conto degli insegnamenti della storia. Quasi tutte le idee sono precedute o accompagnate da una giustificazione storica. Per quanto riguarda il posto che deve occupare l'esercito nella nazione, non vi è dubbio possibile. Čuvikov cita Lenin: «Nessuna istituzione nella Russia sovietica cessi mai di attribuire all'esercito il primo posto. La storia insegna che i governi che non attribuiscono un'importanza primordiale alle questioni militari portano i loro paesi alla rovina».
  “L’esercito è la forza del paese e il pegno della sua libertà. Tutte le risorse devono essere messe a sua disposizione, tutte le attività dirette a suo profitto. L’antimilitarismo che aveva infierito in Russia prima del 1914 viene ormai considerato un crimine contro lo Stato. «Ma i più grandi eserciti crollano miserevolmente se non hanno retrovie solide», precisa Stalin, che dice ancora: «Uno dei fattori decisivi rimane sempre il morale, il nostro popolo si trova sempre in stato di mobilitazione permanente... il problema essenziale è una disciplina militare molto severa...». «È indispensabile cogliere l'essenziale. Quando la decisione è presa, occorre metterla in esecuzione, avendo fiducia nelle proprie forze e nella vittoria. La storia attesta che eserciti possenti sono stati battuti perché i loro capi avevano perduto la fiducia». In questa occasione viene richiamata alla memoria la frase di Suvorov «Una battaglia perduta è quella che si crede perduta».”

  L’AUTORE – Serge Andolenko fu generale di brigata della Armata dell’Esercito Francese. Di origini russe, nacque in Ucraina (allora inclusa nell’Impero zarista) da una famiglia aristocratica di antica tradizione militare. Suo padre Paul, nobile cosacco e capitano dei dragoni nell’Esercito Imperiale, dopo aver combattuto l’Esercito Tedesco nel 1914 combatté i bolscevichi a Kiev durante la guerra civile (morirà in un gulag nel 1931, deportato per “nobili origini”). Durante la Rivoluzione, il giovane Serge e sua madre furono costretti all’esilio in Francia. Ammesso alla Scuola Militare Speciale di Saint-Cyr, alla fine degli studi fu assegnato alla Legione Straniera. Distintosi nelle campagne di Algeria e Marocco, fu nominato comandante del 5° rei. Durante la Seconda guerra mondiale servì presso l’Intelligence Bureau della 3a divisione di fanteria in Africa. Storico appassionato, scrisse diversi volumi di riferimento sull’Esercito Francese e l’Esercito Imperiale Russo.

   INDICE DELL’OPERA – Introduzione - Gli antenati - Capitolo 1. Pietro il Grande (1682-1725) - Capitolo 2. Il maresciallovon Münnich (1725-1741) - Capitolo 3. Elisabetta Petrovna (1741-1761) - Capitolo 4. Caterina II (1762-1796) - Capitolo 5. Paolo I (1796-1801) - Capitolo 6. Alessandro I (1801-1825) - Capitolo 7. Nicola I (1825-1855) - Capitolo 8. Alessandro II (1855-1881) - Capitolo 9. Alessandro III (1881-1894) - Capitolo 10. Nicola II (1894-1917) - Capirolo 11. L'esercito sovietico - Bibliografia essenziale - Indice dei nomi