Islanda chiama Italia |
Andrea Degl’Innocenti Islanda chiama Italia Arianna Editrice, pagg.208, € 11,90
IL LIBRO – Dopo anni di benessere e stabilità durante i quali noi cittadini delle società occidentali ci siamo lasciati convincere a disinteressarci della sfera pubblica, ecco che ci troviamo a dover fare i conti con problematiche globali che necessitano di un cambiamento repentino e collettivo. Questa volta è l'Islanda ad aprire la strada. La recente storia dell'Islanda riassume perfettamente la parabola di ascesa e declino del sistema sociale contemporaneo, perché è stata fra gli ultimi paesi occidentali ad aprirsi ai mercati internazionali e alla finanza globale, ma lo ha fatto totalmente e senza protezioni, al punto che è stata la prima a subire le conseguenze della crisi economica. Partendo dagli spunti offerti dalle vicende islandesi, l'autore offre una panoramica di alcune delle realtà più significative che anche da noi si adoperano per cambiare la società. Si viene così delineando una sorta di mosaico della "società del cambiamento", in cui le realtà in lotta sono dei tasselli ideali di un grande movimento di riappropriazione collettiva del diritto di decidere sul modo (e sul mondo) in cui vogliamo vivere. DAL TESTO – “Dunque se quella islandese non è stata una rivoluzione, di cosa si è trattato? A mio avviso, di un processo accelerato di accettazione – inizialmente - e glorificazione di un modello culturale e sociale estraneo, in seguito di rigetto violento dello stesso. Nell'isola sembra essere accaduto tutto più in fretta, concentrato nel tempo e nello spazio. Così, se l'arrivo del neoliberismo in Islanda ha tardato qualche anno rispetto al resto d'Europa, la rivolta contro di esso è avvenuta in anticipo, e ora l'Islanda indica la via all'Italia e agli altri Paesi in crisi. Non è vero, mi si dirà, l'Islanda è ancora governata da forze liberali, e i suoi abitanti adottano ancora per la maggior parte stili di vita tendenti al consumo. È vero. Ma i cambiamenti duraturi necessitano di un certo tempo di assorbimento. È fisiologico che dopo un iniziale rigetto in toto del modello dominante, tipico dei momenti di ribellione, si tenda a tornare parzialmente sui propri passi. A riassestarsi su posizioni più rassicuranti. Sarebbe stato impensabile che gli islandesi mutassero il proprio atteggiamento da un giorno all'altro. Ma alcune indicazioni, non ultime le tendenze emerse dalla consultazione sulla nuova Costituzione, fanno pensare che qualche cambiamento culturale e sociale sia in atto. Un cambiamento che potrebbe necessitare anni per completarsi, come lo storico Arni Daniel mi ha confermato, ma che tuttavia mostra già alcuni frutti tangibili nella ritrovata voglia di partecipazione dei cittadini.” L’AUTORE – Andrea Degl'Innocenti è un giornalista che si occupa ormai da anni di economia e politica internazionali. Dal 2010 collabora con la testata giornalistica “Il Cambiamento”, per la quale si è spesso occupato delle vicende islandesi. Nell’aprile-maggio 2012 è stato in Islanda per raccogliere materiale e intervistare i protagonisti delle rivolte. Gestisce il blog www.islandachiamaitalia.it, sul quale si possono trovare continui aggiornamenti sulla vicenda islandese. INDICE DELL’OPERA – Prefazione, di Loretta Napoleoni – Introduzione - Alcune cose da sapere prima di iniziare - Capitolo 1. L’ascesa e la caduta (1.1. A metà strada fra Europa e Usa - 1.2. Un Paese tutto nuovo - 1.3. Gli anni dello sviluppo - 1.4. La nascita della società neoliberale - 1.5. I discepoli islandesi di Milton Friedman - 1.6. L’ascesa dei Nuovi Vichinghi - 1.7. La nazione più felice del mondo - 1.8. La grande bolla - 1.9. Otto volte il mondo reale - 1.10. Prove di crisi - 1.11. Kreppa, il grande botto) - Capitolo 2. Ribellione (2.1. La rivoluzione ha inizio - 2.2. Ritorno al passato - 2.3. «Cade il governo!» - 2.4. La questione del debito Icesave - 2.5. «Lottiamo contro il debito!» - 2.6. «Non firmi, Presidente» - 2.7. I referendum - 2.8. Cosa resta della rivolta - 2.9. Una nuova Costituzione e libertà su Internet - 2.10. Le elezioni politiche dell’aprile 2013 - 2.11. Un giudizio sul caso islandese) - - Capitolo 3. Dall’Islanda all’Italia (3.1. Una lotta su tre livelli - 3.2. Un cambiamento economico. - Monete locali e solidali: l’esempio di Arcipelago SCEC. Nuovi modelli economici - 3.3. Un cambiamento politico. La battaglia per l’acqua bene comune - 3.4. Un cambiamento culturale. - Decrescita e “Città di transizione” - 3.5. Una precisazione: non torneremo al passato - 3.6. «Uniamo i fronti!») - Conclusioni - I protagonisti - Bibliografia essenziale - Siti di riferimento - Ringraziamenti
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