Tre camerati Stampa E-mail

Erich Marie Remarque

Tre camerati

Neri Pozza, pagg.432, € 14,00

 

remarque_trecamerati  IL LIBRO – Nel 1923 Robert Lohkamp guadagnava duecento miliardi di marchi al mese. Faceva l’addetto alla pubblicità di una fabbrica tedesca di articoli di gomma. Veniva pagato due volte al giorno e si precipitava continuamente nei negozi a comperare qualcosa prima che il marco valesse la metà. La vita movimentata al tempo della grande inflazione!
  Dopo un impiego alle ferrovie in Turingia e un lavoretto come pianista al Café International, alla fine degli Anni Venti Robert Lohkamp non può, tuttavia, dire di passarsela male. Lavora alla «Köster & Co.», l’officina meccanica aperta in una vecchia baracca da Otto Köster e Gottfried Lenz, i commilitoni con cui ha condiviso gli orrori della Grande Guerra.
  Köster, il comandante della compagnia, ha fatto il pilota d’aviazione, si è dato alle gare automobilistiche, ha frequentato qualche corso all’università prima di votarsi a quello cui è da sempre destinato: riparare automobili. Lenz invece ha girovagato qualche annetto per l’America del Sud, poi è tornato all’ovile o, meglio, alla turbolenta vita tedesca della fine degli anni Venti.
  Il lavoro all’officina è duro ma Lohkamp, Köster e Lenz sono ancora giovani, sani e forti. Certo di sera riaffiorano le immagini del passato coi loro occhi di morte, ma a quello come antidoto c’è l’acquavite. O, come accade da un po’ di tempo a questa parte per Robert Lohkamp, c’è Patrice Hollmann.
  È apparsa un giorno al seguito di un eccentrico industriale, il proprietario di una fabbrica di cappotti che voleva sfidare con la sua lussuosa macchina la vecchia carretta da corsa di Otto Köster, e da allora non è più sparita dalla mente e dalla vita di Lohkamp. Capelli castani e lisci come seta, spalle squadrate, mani sottili, affusolate, viso pallido e occhi grandi dall’energia appassionata, Patrice Hollmann ha il potere di far dileguare d’incanto dai pensieri di Robert la desolazione della squallida camera ammobiliata che lo aspetta ogni sera e la disperazione dell’esistenza che attraversa il grande paese pronto a riabbracciare l’orrore in agguato negli anni Trenta.
  Terzo libro della trilogia dedicata da Remarque alla Prima guerra mondiale e alla sua tragica eredità, Tre camerati, riproposto ora in una nuova traduzione italiana, è uno dei romanzi più popolari e riusciti del grande scrittore tedesco. Un intenso, personalissimo corpo a corpo con la caducità umana, e l’amore e la morte in cui essa si espone.

  DAL TESTO – “Noi tre restammo soli nella saletta dell'osteria, che si fece improvvisamente silenziosa. Sentivamo il ticchettio dell'orologio a cucù mentre la padrona sparecchiava e ci rivolgeva il suo sguardo materno. Vicino alla stufa un cane da caccia dal pelo marrone si stiracchiava e ogni tanto abbaiava nel sonno con voce ora sommessa, ora alta, ora lamentosa. Il vento sibilava contro le finestre, ma era sopraffatto dai frammenti dei canti militari e mi sembrava che la piccola stanza si sollevasse e ci portasse attraverso la notte e il tempo, oltrepassando numerosi ricordi. Era una strana sensazione. Il tempo pareva sospeso; non era più un fiume, che esce dal buio e nel buio scompare, ma un lago, in cui la vita si rispecchia in silenzio. Io tenevo in mano il bicchiere nel quale scintillava il rum e pensavo al foglio che avevo scritto quel mattino in officina. Mi ero sentito piuttosto triste, ma era passato. L’unica cosa importante è vivere, il resto non ha importanza. Guardai Köster. Sentivo che parlava con la ragazza, ma non afferrai il senso delle parole. Il morbido luccichio dell'ubriachezza incipiente mi scaldava il sangue e mi era gradito, perché stendeva sull'incertezza una parvenza di avventura. All'esterno Lenz e Binding intonavano la canzone delle Argonne. Accanto a me la giovane sconosciuta parlava piano e lentamente, con quella voce bassa eccitante e un po' aspra. Vuotai il bicchiere.
  “Gli altri due rientrarono. Grazie all'aria fresca, erano meno ubriachi di prima. Ci alzammo e io aiutai la ragazza a infilarsi il cappotto. Stava davanti a me distendendo le spalle flessuose, con la testa leggermente reclinata all'indietro, le labbra socchiuse, e guardava il soffitto con un sorriso che non era rivolto a nessuno. Per un istante abbassai il cappotto. Dove avevo avuto gli occhi tutto quel tempo? Avevo forse dormito? Improvvisamente compresi l'entusiasmo di Lenz. La ragazza si girò con aria interrogativa e io alzai rapidamente il cappotto guardando Binding, il quale era ancora accanto alla tavola, rosso come un peperone e con lo sguardo vitreo.”

   L’AUTORE – Erich Maria Remarque nacque a Osnabrück nel 1898. Nel 1916, in piena Grande Guerra, fu spinto ad arruolarsi volontariamente e nel 1917 fu spedito sul fronte occidentale, dove rimase gravemente ferito. Il suo primo romanzo pacifista, Niente di nuovo sul fronte occidentale, fu pubblicato nel 1929. Nel 1933 i nazisti bruciarono e misero al bando le sue opere. Riparato in Svizzera, vi risiedette fino al 1939, anno in cui si trasferì negli Stati Uniti. Nel 1948 tornò in Svizzera, dove visse e continuò a scrivere fino alla morte, nel 1970. Nel 1938 Tre camerati divenne un celebre film diretto da Frank Borzage e sceneggiato con successo da Francis Scott Fitzgerald, con Robert Taylor e Margaret Sullavan nei ruoli principali.