Col diavolo in corpo |
Osvaldo Guerrieri Col diavolo in corpo Neri Pozza, pagg.319, € 19,00
IL LIBRO – «Maudit»: quando Paul Verlaine scrisse per primo la parola non definì un carattere ma creò una specie. Diede cittadinanza ai crudeli, agli eccessivi, ai distruttivi e autodistruttivi che, come Arthur Rimbaud, affrontavano a muso duro il mondo con l’altera grandezza della loro arte. DAL TESTO – “Chissà perché Piero amava così profondamente Livorno. Il quartiere nel quale nacque e crebbe era il Pontino a ridosso del porto. Apparteneva alla zona fortificata cinquecentesca, la prima a essere bombardata durante l'ultima guerra. Le sue strade portavano per lo più un nome di osteria o, misteriosamente, di donna: via Eugenia, via Adriana... Il Pontino era solcato da un intrico di fossi, scali e «cantine»: ovvero le rimesse sotterranee per le barche. Era una casbah abitata da piccoli commercianti e da ogni sorta di gente di mare, compresi gli «arrisicatori», i pirati del porto, coloro che, avvistato l'arrivo di un mercantile, salivano sui gozzi a gruppi di otto e andavano all'arrembaggio notturno del cargo, assicurandosi in questo modo il diritto di scaricarlo. Gli arrisicatori sparirono nei primi decenni del Novecento, ma la loro memoria sopravvisse a lungo. Per Ciampi, Livorno era un'isola. Una volta spiegò: «È la città più difficile per tutti. Perché a Livorno c'è tutta la contraddizione di questo mondo: ci sono gli americani, c'è il più grande Monte di Pietà che si possa immaginare, io ne so qualcosa. C'è una delle più numerose comunità ebraiche in Italia. A Livorno sono nati il Partito socialista e quello comunista e c'è anche una squadra di calcio che milita in serie C ma che meriterebbe lo scudetto in A. Ecco, io sono il Robinson Crusoe di questa isola che poi è un mondo».” L’AUTORE – Osvaldo Guerrieri è nato a Chieti e vive a Torino. È giornalista e critico teatrale de «La Stampa», attività per la quale ha ricevuto nel 2003 il Premio Flaiano per il Teatro. È autore dei romanzi L’archiamore, Un padre in prestito, Natura morta con violino oltremare, dei volumi di racconti L’ultimo nastro di Beckett e altri travestimenti e Alè Calai. Fra i suoi saggi teatrali La Grecia in pantofole di Alberto Savinio in Le lingue italiane del teatro a cura di Tullio De Mauro. INDICE DELL’OPERA – Radici. Paris canaille - Crepino gli artisti - Si scrive maudit, si legge Modì. Amedeo Modigliani - 'O pazzo 'e Napule. Vincenzo Gemito - Sex Machine. Franco Angeli - Inchiostri di rabbia - Il poeta elettrico. Dino Campana - Un pavone per tutte le stagioni. Curzio Malaparte - L'efebo biondo. Dino Segre (Pitigrilli) - L'esilio agro di un arrabbiato. Luciano Bianciardi - Omero il marsigliese. Gian Carlo Fusco - Il mondo è un palcoscenico - Il ragazzo con la valigia. Walter Chiari - Nostro signore dei Turchi. Carmelo Bene - Cristo fra i bevitori. Piero Ciampi - Maledetta provincia - Dramma della gelosia. Elvira Bonturi e Giacomo Puccini - La strega del sapone. Leonarda Cianciulli - Indice dei nomi
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