Gran consiglio, ultima seduta |
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Alberto De Stefani Gran consiglio, ultima seduta Le Lettere, pagg.111, € 15,00
DAL TESTO – “Il nostro fu un colpo di Stato perché andammo al di là della nostra competenza costituzionale invocando dal Duce e dalla Maestà del Re decisioni politiche che esso non era autorizzato a chiedere. Il Gran Consiglio del fascismo era l'organo che aveva per compito la coordinazione di tutte le attività del regime e la facoltà di dare pareri su ogni questione di interesse nazionale che gli fosse sottoposta dal governo del Re e di deliberare nei casi stabiliti dalla sua legge istitutiva. Non gli era stata dunque riconosciuta nessuna iniziativa nella politica generale perché la sua funzione consultiva era limitata a una attività coordinatrice o subordinata alla iniziativa del Duce. Era in facoltà del Duce di consultarlo o di trascurarlo. L’AUTORE – Alberto De Stefani (1879-1969), economista e uomo politico, fu ministro delle Finanze e del Tesoro nel primo governo Mussolini e legò il suo nome al raggiungimento del pareggio di bilancio. Accademico d’Italia, votò l’ordine del giorno Grandi nella seduta del 25 luglio 1943. Autore di numerosissimi volumi di economia e di storia economica tra i quali Baraonda bancaria e Una riforma al rogo. INDICE DELL’OPERA – Prefazione, di Francesco Perfetti – Gran Consiglio, ultima seduta
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