Il popolo che accetta la morte non morirà Stampa E-mail

Giovanni Carfora

Il popolo che accetta la morte non morirà
Le ragioni e l’ideologia del martirio nei movimenti di resistenza islamica in Libano e in Palestina

Edizioni Melagrana, pagg.176, € 8,00

 

carfora_popolo  IL LIBRO – Non sempre i libri approfondiscono e correggono l’informazione quotidiana e periodica dei grandi media sui temi che trattano: a volte ne ripetono luoghi comuni e falsità. Questo fenomeno lo si è registrato negli ultimi anni, sicuramente, sul terreno dell’Islam e dei conflitti in Medio Oriente.
  Il merito principale del volume di Giovanni Carfora è quello di sfuggire a questo che appare essere un obbligato destino, una tendenza che ha coinvolto negli ultimi trent’anni anche molti autori di grande fama.
  L’autore afferma che il cosiddetto “terrorismo” sviluppatosi all’interno del mondo arabo-islamico è una risposta strategica all’egemonia del mondo occidentale, è una rivolta contro gli oppressori. È una strategia politica, assolutamente non religiosa, usata da movimenti che affrontano un nemico potente e militarmente superiore.
  Questo lavoro può essere utile non solo a livello accademico ma anche politico, una base indispensabile per i centri decisionali, per chi pratica una politica estera “miope”. Ma è anche importante per il mondo della cultura e per chi lavora per il dialogo interreligioso, poiché esiste un’esigenza di capire meglio l’Islam e le radici del fondamentalismo religioso.

  DAL TESTO – “L’operazione suicida è essenzialmente una strategia di coercizione, un mezzo per costringere un determinato governo a cambiare politica. La logica centrale di questa strategia è semplice: essa tenta di infliggere alla società cui si contrappone un dolore tale da sopraffare il suo interesse a resistere alle richieste degli attentatori e, in questo modo, indurre il governo a fare concessioni, o la popolazione a ribellarsi contro il governo. La caratteristica comune di tutte le campagne suicide è che esse infliggono una punizione alla società avversaria sia direttamente uccidendo i civili, sia indirettamente, uccidendo i militari in circostanze che non possono condurre a una vittoria decisiva sul campo di battaglia. Gli attentati suicidi sono raramente un evento isolato; al contrario, essi si manifestano solitamente in una serie di attacchi. Il loro potere coercitivo è dato dal panico immediato che produce ogni attentato e dal rischio che altri innocenti siano puniti in futuro.”

  L’AUTORE – Giovanni Carfora, 28 anni, laureato in Studi Arabo – Islamici presso “L’Orientale” di Napoli, nel 2008 e 2009 ha vissuto in Medio Oriente tra Giordania, Siria, Libano e Cisgiordania portando avanti i suoi studi e le sue ricerche da fonti originali e incontrando ed ascoltando personaggi e testimoni della storia recente di quei paesi. Deciso ad approfondire ulteriormente i suoi studi sta portando a compimento la sua seconda laurea in Relazioni internazionali. Coordina progetti nel campo dell’immigrazione con l’Anolf, collabora con l’Insubria Center on International Security e da marzo 2011 è Segretario Generale di Assadakah Campania  - Centro Italo Arabo e del Mediterraneo.

   INDICE DELL’OPERA – Prefazione, di Talal Khrais – Introduzione, di Claudio Moffa – Premessa – Capitolo I. L’islamizzazione dei conflitti in Libano e in Palestina – Capitolo II. La logica degli attentati suicidi (La logica strategica – La logica sociale – La logica individuale – La concezione religiosa) – Capitolo III. Hezbollah (I tre pilastri di Hezbollah – Metodi di combattimento ed operazioni militari – Risultati della resistenza – Servizi sociali – Relazioni con l’Iran) – Capitolo IV. Hamas (Prospettiva politica del conflitto: soluzione storica e soluzione ad interim – Azione militare: le brigate Izzeddin al-Qassam - Servizi sociali – Relazioni con l’Iran) – Conclusioni – Appendice I. La lettera aperta di Hezbollah – Appendice II. Primo comunicato di Hamas – Bibliografia - Ringraziamenti