Socialismo aristocratico Stampa E-mail

Valentino Petrucci

Socialismo aristocratico
Saggio su Georges Sorel

Edizioni Scientifiche Italiane, pagg.208, € 20,00

 

petrucci_sorel  IL LIBRO – Questo libro nasce da un dubbio: che Georges Sorel sia qualcosa di più che il semplice teorico della violenza rigeneratrice e delle "illusioni del progresso", come è piaciuto credere a tanti discepoli e detrattori zelanti. Sorel anti-intellettualista, critico implacabile, persino retrivo, di ogni disordinata "avanguardia" da salotto o da brasserie; Sorel, che crede ai miracoli e non crede al suffragio universale; Sorel, che cerca il mai attinto punto di fusione tra cultura socialista e "morale del sublime"; Sorel pragmatista, marxista, bergsoniano, che 'tradisce' nei loro cardini le dottrine, a cui fervidamente aderisce: queste tesi non hanno "la brunitura della novità", pure spesso sono state 'dimenticate' da esegeti e clercs, impegnati, nel "tumulto della pratica", a calibrare e, all'occorrenza, manipolare teorie secondo i bisogni dell'azione politica. Il futuro non appartiene a intransigenti, inattuali moralisti ed a cupe, isolate élites rivoluzionarie: questo libro è la cronaca del loro "sublime" fallimento, del loro ineluttabile sgretolarsi davanti al frettoloso, gaudente mondo di omologhe "termiti" e di democratici "pigmei".

  DAL TESTO – “Il carattere elitario del sindacalismo soreliano si radica nell'immagine stessa del "nuovo produttore", nella desueta, ardua 'eccellenza' dei suoi compiti e delle sue virtù: «ascetismo guerriero di una bellezza sovrumana e disumana. Qual è il proletariato, per potenti che siano le onde del profondo che lo portano al di sopra di sé stesso, che sopporterà a lungo questa immolazione quotidiana?».
  “[…] Sorel esclude la possibilità di uno "stato maggiore" di proletari alla guida delle nuove istituzioni, richiamandosi, con entusiasmo cordiale ma con discutibile coerenza, ai modelli sovietici ed ai principî leninisti: «il socialismo rivoluzionario... considera le ineguaglianze come mere accidentalità... nulla è più conforme ai principi rivoluzionari quanto lo stabilire una rotazione». In realtà, la preclusione soreliana risponde più all’esigenza di impedire l'ipostatizzarsi delle “intelligenze” in uno "stato maggiore" permanente, che non a quella di impedire che vi siano menti direttive: «i capi popolari in esso [socialismo rivoluzionario] sono... chiamati a comandare solo durante il tempo nel quale possiedono qualità eccezionali di iniziativa». Con compiacimento, Sorel citerà - da Lenin - "l'apologia dell'autorità del capo della fabbrica": «la subordinazione assoluta ad un'unica volontà è indispensabile per il successo del lavoro organizzato sul tipo della grande industria».”

  L’AUTORE – Valentino Petrucci è ricercatore confermato presso l'Istituto di filosofia del diritto nella faco1t di Giurisprudenza dell'Università di Napoli. Ha collaborato a varie riviste ("Rivista internazionale di filosofia del diritto", "Studi di filosofia, politica e diritto", "Prospettive settanta") con contributi su Bataille, Weber, Trubeckoj, Croce e Sorel.

   INDICE DELL’OPERA – Premessa – I. Solida Normandia – II. La Città estetica – III. Il vero spirito del marxismo – IV. Da Mussolini a Sorel – V. «L'atleta americano»: sul pragmatismo di William James – VI. Dio ritorna – VII. Nel tempo di Calibano: «l'addio alla gloria» di Renan – VIII. Dal punto di vista della violenza: diritto e divenire giuridico – IX. Al fondo della coscienza creatrice: Sorel e Bergson – X. Socialismo aristocratico – XI. «Ristudiare Sorel» - Indice dei nomi