Missione oppio Stampa E-mail

Giorgia Pietropaoli

Missione oppio
Afghanistan: retroscena e convergenze di una guerra persa in partenza

Alpine Studio, pagg.204, € 14,00

 

pietropaoli_missione  IL LIBRO – La produzione e il traffico di droga in Afghanistan sono aumentati da quando la guerra è iniziata, nel 2001. La missione di pace della Nato, che aveva promesso anche un contenimento e uno sradicamento di questa economia illegale, ha miseramente fallito.
  Sono tanti i militari italiani in missione in Afghanistan, partiti proprio per combattere il traffico della droga e che credono in quello che fanno, rischiando la vita ogni giorno con la speranza di cambiare in meglio un paese. Un susseguirsi di episodi che vedono i signori della droga profondamente connessi al potere politico del governo afghano di Karzai (agente CIA dalla fine degli anni 80) e con frange di militari in missione.
  Molti esperti raccontano come la "missione di pace" sia in realtà una copertura per favorire la produzione di droga in Afghanistan e come la CIA sia coinvolta in essa.
  Un finale a sorpresa prende in esame il coinvolgimento della CIA in traffici di droga legati a guerre in tutto il mondo, spiegando come questo sia un mezzo spesso usato dall'intelligence americana (e non solo) per reperire fondi; e infine il ruolo della 'ndrangheta in questo traffico, i luoghi che la droga afghana attraversa per arrivare in Italia, per poi essere smistata nel resto del mondo.

  DAL TESTO – «L’oppio. In Afghanistan non c'è niente, c'è solo l'oppio. L’economia dell'intero Paese si regge sull'oppio. E quello fa gola alle case farmaceutiche. Prima dell'intervento lo acquistavano a prezzi svantaggiosi, perché erano i talebani a gestire il traffico e a stabilire il costo. Il monopolio era quasi tutto in mano loro e se si considera che l'oppio prodotto in Afghanistan è pari a circa il cinquanta per cento dell'oppio prodotto in tutto il mondo, si capisce bene che non poterlo controllare vuol dire perdere una fetta importantissima di produzione. Con l'intervento militare, invece, si è riusciti a far scendere il prezzo applicato alle case farmaceutiche occidentali.»

  L’AUTRICE – Giornalista, regista e sceneggiatrice di documentari d'inchiesta, Giorgia Pietropaoli ha una laurea in letteratura, musica e spettacolo, una in giornalismo economico, politico e giuridico e un master post-laurea in giornalismo d'inchiesta. È autrice di Blue Ghosts, un film sulle condizioni delle donne in Afghanistan, finalista al premio Ilaria Alpi 2012; Afghanistan, un film-inchiesta sui dieci anni di guerra in Afghanistan (pubblicato con L'Espresso): One - inchiesta su Al Qaida, film di cui è stata anche sceneggiatrice (pubblicato sempre con L’Espresso). Nel 2011 ha diretto e scritto un documentario sulla figura di Padre Pio, dal titolo Le stigmate e il denaro (pubblicato con l'Unità). Nel 2012 ha invece scritto e diretto Berlusconi, la genesi, un film-inchiesta sulle origini del potere e della ricchezza di Silvio Berlusconi e La fabbrica delle rivoluzioni, un documentario che racconta i retroscena della primavera araba. Nel 2010 ha pubblicato il libro Pelati & Truffati - crac Cirio, storia di uno scandalo tutto italiano, sul crac finanziario della Cirio.

   INDICE DELL’OPERA – Prologo – 1. Il milite ignoto – 2. Mercanti di morte – 3. La grande illusione – 4. Le "belve" della droga – 5. Lo strano caso della valle del Panshir – 6. Oppio per i popoli – 7. Qualcuno ci mette lo zampino – 8. La storia è un ciclo e riciclo (vizioso) – 9. Le rotte dei papaveri – 10. Sul piatto della bilancia – 11. Non posso più ammazzare la gente come me – Epilogo - Ringraziamenti