Animali di periferia Stampa E-mail

Donatella Alfonso

Animali di periferia
La vera storia della XXII ottobre: l'origine del terrorismo in Italia

Castelvecchi Editore, pagg.192, € 17,50

 

alfonso_animali  IL LIBRO – Genova, 1970. La bomba di piazza Fontana, il timore di un colpo di Stato e dell’instaurazione di un regime neofascista spinge un piccolo gruppo di giovani sottoproletari, cresciuti in un quartiere della periferia operaia, e qualche ex partigiano che si riconosce nelle delusioni di una Resistenza tradita all’azione concreta. Trasmissioni radio, interferenze sul primo canale della Rai per spingere alla mobilitazione, incendi e sabotaggi ad aziende messe nel mirino, attività illegali per finanziarsi (dalle rapine al rapimento del figlio di una tra le famiglie più in vista della città) sono le strategie cui ricorrono. Alcuni di loro sono iscritti al Pci, altri lo sono stati, altri sentono solo di non essere rappresentati. Non hanno nome, ma si rifanno ai Gap, i Gruppi di azione partigiana, e alla strategia della guerriglia sudamericana. Pensano a una nuova Resistenza e a una rivoluzione di stampo cubano. Entrano in contatto con progetti e percorsi non del tutto chiari, incrociano altre vite, come quella di Giangiacomo Feltrinelli. Sono solo gli esordi di quella che passerà alla storia come banda XXII Ottobre. Un nome creato dalla stampa, che si riferisce alla data di un biglietto ferroviario trovato nelle tasche di Mario Rossi, il capo della banda. Rossi è l’uomo immortalato in una fotografia con la pistola in mano, puntata verso un inerme fattorino – Alessandro Floris – a seguito di una rapina finita nel sangue: una delle immagini – icona del «male» insito nella violenza politica degli anni Settanta. A turno questi uomini sono stati indicati come terroristi, criminali comuni, tupamaros di quartiere. Loro preferiscono definirsi solo «animali di periferia, meno addomesticabili e più selvatici». Ma la vicenda di queste persone s’intreccia a quella di chi, vent’anni dopo la Liberazione, pensava che la Resistenza dovesse avere una nuova fiammata: quella della svolta definitiva del Paese in senso rivoluzionario. La stessa su cui si addensano ancora le nuvole oscure della Strategia della Tensione. Il libro di Donatella Alfonso, giornalista de «la Repubblica» è la storia inedita e definitiva della XXII Ottobre, alle origini del terrorismo italiano. Parole dense di lotta e politica, con interviste esclusive ai protagonisti stessi della banda e un raro inserto fotografico che ne ripercorre le tappe più significative. Pagine che dopo l’attentato del 7 maggio 2012 all’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi – in quella stessa Val Bisagno dove era nato il gruppo di Rossi – sembrano, pur senza parallelismi, più che mai attuali.

  DAL TESTO – “Non avevano scelto di darsi un nome, gli uomini della banda di Mario Rossi. Qualcuno era iscritto o aveva frequentato una sezione del Pci; non facevano parte dei gruppi extraparlamentari, non c'erano tra loro studenti che, negli anni immediatamente precedenti, avessero provato la ventata della protesta, della rivolta. Loro, se mai, guardavano indietro, alla lotta partigiana, alla Resistenza che non te la dovevi scordare mai, come dicevano i vecchi della valle del Bisagno, quella zona di Genova dove erano quasi tutti nati o cresciuti, una valle lunga e stretta che dal centro di Genova sale su fino ai monti. Quegli stessi boschi e borghi che avevano visto, solo venticinque anni prima, i combattimenti contro i fascisti e i tedeschi; ma anche quelli che ancora negli anni Sessanta, qua e là, davano rifugio alle armi nascoste e alla delusione di tanti.
  “Proletari, anzi sottoproletari, quasi borderline; operai, portuali occasionali o avventizi, giovani un po' sbandati, qualcuno più maturo, una storia nella Resistenza; altri dal passato più dubbio, dove il confine con l'illecito era già varcato. Per convinzione politica, per avventura, per soldi, per caso, s'incontrano e decidono che è il momento di passare all'azione, di prepararsi. Hanno letto e studiato i testi dei tupamaros, della guerriglia sudamericana; in particolare il Piccolo manuale della guerriglia urbana del brasiliano Carlos Marighella, che recita un passo fondamentale: «Il miglior alleato del guerrigliero urbano è il territorio e per questo deve conoscerlo come il palmo della sua mano». Così si muovono agilmente tra i vicoli e la periferia di Genova, ma anche sulle colline dell'entroterra; in mente hanno le azioni dei Gap, i Gruppi di azione patriottica, che durante la guerra colpiscono nelle città. Le stesse che, in quello stesso momento storico, altre persone, con i loro stessi sentimenti, stanno pensando di far rivivere. Anche questi saranno Gap: Gruppi di azione partigiana, però. Con l'intenzione di resistere a una minaccia che può diventare concreta da un momento all' altro.
  “È la banda senza nome costituita da Mario Rossi, quella che le cronache chiameranno XXII Ottobre richiamandosi alla data del biglietto ferroviario (22 ottobre 1969) che attesta il ritorno nel capoluogo ligure dell'ex imbalsamatore di animali, poi operaio della Chatillon di Ivrea, per passare all'azione. Quella che in undici mesi, sempre e soltanto a Genova, e soprattutto in Val Bisagno, dimostrerà di esistere; qualche rapina, qualche attentato incendiario, ma soprattutto le interferenze televisive nei telegiornali delle 20, quando la gente è seduta a tavola e guarda il bianco e nero dello schermo, e conseguenti volantini di rivendicazione. E poi il grande salto, quello del sequestro di persona per finanziarsi, nell'ottobre del 1970, paradossalmente nei giorni della grande alluvione che paralizza la città portando morte e distruzione.”

  L’AUTRICE – Donatella Alfonso è giornalista del quotidiano «la Repubblica». È autrice dei seguenti saggi: Romanza popolare. Cornigliano, una storia corale, con Patrizia Avagnina (De Ferrari, 2006); Genova, il ’68, con Luca Borzani (Fratelli Frilli, 2008) e Ci chiamavano libertà. Partigiane e resistenti in Liguria 1943-1945 (De Ferrari, 2012).

   INDICE DELL’OPERA – Saggio introduttivo. La storia semplice della rivoluzione, di Nando dalla Chiesa - Animali di periferia - Premessa. Perché questa storia - L'immagine del male. Inizio e fine in bianco e nero - Golpe, Nuova Resistenza, scelta armata - In prima persona - Io, Mario Rossi - Giuseppe Battaglia. La scelta del proletario - Gino Piccardo. «L'accento genovese e gli occhi cattivi» - Augusto Viel. Io, i Gap e Feltrinelli - Ilio Galletta. Lo scatto che diventa storia - Quegli undici mesi – Il caso XXII Ottobre - «Fuori Rossi, dentro Sossi» - La famiglia Floris. Il dolore che non cambia - Nuovi spari in Val Bisagno. La sconfessione – Bibliografia - Ringraziamenti