La forza delle cose Stampa E-mail

Alexander Stille

La forza delle cose
Un matrimonio di guerra e pace tra Europa e America

Garzanti Libri, pagg.472, € 24,00

 

stille_forza  IL LIBRO – Ugo Stille è uno dei personaggi più geniali e misteriosi dell'Italia della seconda metà del Novecento. Figlio di ebrei esuli dalla Russia comunista e approdati in Italia, giovanissimo antifascista conosce i protagonisti della Resistenza ed è amico di Giaime Pintor. Riesce rocambolescamente a rifugiarsi negli Stati Uniti e risale la penisola con l'esercito americano, occupandosi di stampa e propaganda. Quando torna negli Stati Uniti diventa il corrispondente del «Corriere della Sera»: in questa veste sarà il canale di comunicazione privilegiato tra Washington e il nostro paese. Coronerà la sua carriera come direttore del «Corriere della Sera» dal 1987 al 1992. Un uomo dalle tante vite e dai molti misteri, che non a caso scelse di farsi conoscere con uno pseudonimo anziché con il suo vero nome, Mikhail Kamenetzki.
  Altrettanto interessante la sua vita privata, a cominciare dall'amore per Elizabeth Bogert, figlia di una ricca famiglia americana: donna bellissima e affascinante, studiosa di arte e frequentatrice appassionata del Nuovo Bauhaus. Elizabeth e Ugo si conoscono a una festa in onore di Truman Capote a New York: lei ci arriva con il marito, ma alla fine della serata se ne va via con Ugo verso un matrimonio in cui però non mancheranno difficoltà e ombre.
  Alexander Stille affronta la storia dei suoi genitori con grande coraggio, senza nascondere nulla: esplora la vita – ma anche l'anima – di due personalità complesse, in stretto rapporto con il loro tempo e la società in cui sono vissuti. Ma il suo è anche un libro di memorie famigliari ampie e profonde in cui si intrecciano ricordi privati e grandi eventi storici: l'Olocausto e la diaspora, il secondo conflitto mondiale e la guerra fredda. Tra le pagine prendono vita un gran numero di parenti della famiglia Stille e tante grandi personalità e celebrità, da Dustin Hoffman a Saul Steinberg, da Henry Kissinger a Arshile Gorky.
  Dopo una lunga ricerca che lo ha portato a scavare in profondità dentro sé stesso e con una narrazione avvincente e ricca di ironia, l'autore riesce a restituire con forza esplosiva la distanza tra l'immagine pubblica e l'intimità delle mura domestiche di una famiglia unica.

  DAL TESTO – “I miei nonni non avrebbero potuto essere più diversi. Mentre lui era nato e cresciuto in uno shtetl, dove sicuramente si parlava più yiddish che russo, la nonna apparteneva alla piccola e cosmopolita élite ebraica autorizzata a vivere a Mosca. Ufficialmente, infatti, agli ebrei era proibito risiedere sia a Mosca sia a San Pietroburgo, ma alcuni, grazie a una speciale dispensa dello zar, ottenevano l’esenzione. Il padre di mia nonna dirigeva l'intero comparto industriale della melassa di tutta la Russia zarista, ragion per cui era soprannominato «il re della melassa». La famiglia possedeva varie fabbriche per la raffinazione della melassa, che all'inizio del XX secolo era non solo il principale dolcificante usato nella preparazione degli alimenti, ma anche un ingrediente fondamentale per fare il rum e altre bevande alcoliche.
  “Ma prima di trasferirsi a Mosca, ovviamente, la famiglia viveva in Ucraina, nella zona di residenza. Secondo mia zia, il mio bis-bisnonno era un venditore ambulante povero ma molto astuto che, nel corso dei suoi viaggi, cominciò poco a poco a comprare terreni. Secondo la leggenda familiare non sapeva né leggere né scrivere, ma era un vero mago con un abaco che portava sempre con sé. Un giorno vide una bella ragazza che pascolava una capra e decise di sposarla. Continuò a comprare e vendere terre fino a che non divenne ricchissimo. Suo figlio, Moses Altschuler, andò all'università e studiò legge ma, con suo grande disappunto, non poté esercitare a causa delle restrizioni che escludevano gli ebrei da molte professioni. Allora decise di darsi agli affari e cominciò a comprare raffinerie di melassa fino a diventare il re della melassa. Dopo di che trasferì la famiglia dall'Ucraina a Mosca, che pure, come la professione forense, in teoria avrebbe dovuto essere off limits per gli ebrei; ma in questo caso il bisnonno riuscì ad aggirare le regole. «Con tanti soldi, tutto era possibile», diceva mia zia.”

  L’AUTORE – Alexander Stille (1957) ha studiato a Yale e alla Columbia University, presso la cui Graduate School of Journalism insegna giornalismo internazionale. Collabora con «The New Yorker», «The Nation» e «The New York Times» ed è spesso presente nei media italiani. Tra le sue opere, Uno su mille. Cinque famiglie ebraiche durante il fascismo (1991, Garzanti 2011), Nella terra degli infedeli. Mafia e politica nella prima repubblica (1995, Garzanti 2007), Andreotti (1995), La memoria del futuro (2003) e Citizen Berlusconi. Il Cavalier Miracolo. La vita, le imprese, la politica (Garzanti 2006, 2010).

   INDICE DELL’OPERA – 1. La forza delle cose - Prima parte. I Bogert - 2. Il padre e la madre di tutte le liste - Seconda parte. I Kamenetzki - 3. La lettera di D'Annunzio ovvero l'ultimo dei Kamenetzki - 4. I documenti della valigia - 5. Un «certo Silenzio», ovvero l'altro Ugo Stille - 6. Morire di burocrazia - 7. Il sergente Michael Kamenetzki - Terza parte. I Bogert - 8. Lettere a casa: soldi, vestiti e ragazzi - 9. Dal Bauhaus alla nostra casa, ovvero il rapporto del detective - Quarta parte. La collisione dei mondi - 10. La collisione dei mondi («Non preoccuparti per me») - 11. Lettere d'amore («Il falco morde») - 12. La licenza di matrimonio - 13. Personale, confidenziale. Distruggere dopo aver letto - 14. L'inizio di qualcosa - 15. La fine di qualcosa - 16. Amicizia - 17. Il ritorno di Michele Kamenetzki - 18. Fine del gioco - 19. Cosa tenere e cosa buttare - Coda: una contronarrazione, ovvero l'uomo sotto il tappeto