Storia degli errori militari |
Charles Fair Storia degli errori militari Odoya, pagg.416, € 20,00
IL LIBRO – Fine conoscitore dei testi di von Clausewitz e della strategia militare, Fair indaga attraverso i secoli le vicende dei generali inetti, individua gli errori negli attacchi e nelle ritirate, le sconfitte camuffate e la leggerezza nella scelta delle armi. Cronache coinvolgenti anche se di battaglie dagli esiti disastrosi. Crasso, Filippo II di Spagna, Pietro il Grande, Napoleone e il principe di tutti gli inetti: il generale di Lincoln Ambrose E. Burnside si sono resi responsabili di massacri evitabili. DAL TESTO – “Così come i tedeschi la combattevano, la guerra totale divenne ben presto un'impresa impossibile, non solo perché non erano disposti a limitare i propri obiettivi, ma ancora di più perché non sapevano tenere la bocca chiusa o trattenersi dal prendere a calci un nemico caduto, ottenendo così il risultato di farlo rialzare in piedi. Se avete in mente di conquistare il mondo, sareste stupidi a preannunciare la cosa con anni di anticipo; se vi proponete di sconfiggere una sola nazione, è ovvio che dovrete cercare non di rafforzarne la coesione interna contro di voi spaventandola con mosse gratuite, ma al contrario di dissimulare, se possibile, le vostre intenzioni con una politica di benevolenza e di generosità. Nonostante amassero molto vantarsi della propria astuzia, i grandi maestri della politica tedesca del XX secolo hanno dimostrato di avere scarso talento per la segretezza, e ancora meno per le pubbliche relazioni. Fu così che in Russia nel 1941 fecero aumentare con tanta rapidità i fattori a loro ostili che le prime offensive (che pure solo per poco non ebbero successo) furono dapprima arginate e poi respinte; e con ciò l'esito della guerra fu segnato. Tutti gli sviluppi successivi (Stalingrado, l'invasione della Normandia, la caduta dello stesso Reich) non furono che un sanguinoso epilogo. Hitler era del tutto privo della capacità di un Bismarck di capire che, in un mondo di potenze quasi uguali, violenza sfrenata e obiettivi illimitati conducono al fallimento. La forma suprema di inettitudine al comando, si potrebbe dire, è quella di chi, avendo in mano tutte le carte migliori (il miglior esercito del mondo, non pochi dei migliori generali, e nemici, come la Russia e le democrazie, con interessi antagonistici), si pregiudica ogni possibilità di vincere la partita per pura arroganza, con gesti che si riducono a sterili ostentazioni di forza o a inutili provocazioni.” L’AUTORE – Charles Fair (New York 1916-1996) ha scritto libri, saggi e articoli di carattere storico, scientifico e letterario, collaborando con il Punch e il New Yorker. Dal 1936 al 1964 ha studiato al Brain Research Institute dell’Università di California (Los Angeles); dal 1964 al 1965 si è dedicato a ricerche nell’ambito del Massachusetts Institute of Technology per il Neurosciences Research Program e, dal 1966 al 1968, anche per il Massachusetts General Hospital. INDICE DELL’OPERA – Prefazione – Introduzione. Gli usi del passato - Capitolo 1. Crasso: la nemesi del successo - Capitolo 2. La guerra medievale: il crepuscolo del buonsenso - Capitolo 3. Il coraggioso e l'efficace - Capitolo 4. Addio, cavalleria! Salve, conquista del mondo! - Capitolo 5. Il piccolo leone e l'enorme topo - Capitolo 6. Di chi ho versato il sangue? - Capitolo 7. Dalle fauci della vittoria - Capitolo 8. Il secolo tedesco (Bismarck e la Francia - Il Kaiser e l'Europa - Rider e il mondo) - Capitolo 9. Johnson e gli intellettuali – Note – Bibliografia - Indice dei nomi
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