La guerra di mine sui fronti della Grande Guerra |
Basilio Di Martino La guerra di mine sui fronti della Grande Guerra Edizioni Gino Rossato, pagg.288, € 22,00
IL LIBRO – Nell'inverno tra il 1914 ed il 1915, non appena alla guerra di movimento subentrò la guerra di posizione, il conflitto acquistò le caratteristiche di un gigantesco assedio, gli stati maggiori riscoprirono la guerra di mine, reinterpretata alla luce dei più recenti sviluppi dell'ingegneria mineraria. Il volume, dopo aver passato in rassegna la storia della guerra sotterranea, partendo dalle mine a puntello dell'antichità e del medioevo per arrivare alle forme più evolute delle mine a polvere codificate nel "Secolo dei Lumi", esamina le manifestazioni di questa peculiare forma di lotta sul fronte occidentale, per poi ricostruire gli episodi che interessarono il fronte italo-austriaco, prendendo in considerazione gli aspetti tecnici ed operativi non solo di quelli più noti, dal Col di Lana al Pasubio, ma anche di quelli meno conosciuti che si svolsero sull'alto Isonzo e sul Carso. DAL TESTO – “Il primo colpo nella guerra di mine fu quindi messo a segno dal VII Corpo d'Armata tedesco. Alle 10,25 del 20 dicembre 1914, sul tratto di fronte a est di Le Plantin, tra Festubert e Givenchy, sotto le trincee tenute dalla Sirhind Brigade del Corpo d'Armata Indiano, esplosero dieci mine caricate ciascuna con 50 chilogrammi di esplosivo. Subito dopo, precedute dallo sbarramento di fuoco creato dai lanciabombe da trincea, si mossero dieci squadre d'assalto, ciascuna della forza di un mezzo plotone di fanteria rinforzato da una sezione di zappatori, che, partendo da altrettante trincee d'approccio, irruppero nella prima linea eliminandovi ogni resistenza e preparando la strada alla seconda ondata, forte di due compagnie, che si impadronì della retrostante trincea di appoggio. Scossi e disorientati, i difensori non furono in grado di opporre una valida resistenza e ripiegarono in disordine sulla "linea delle riserve", né i successivi contrattacchi riuscirono a ripristinare la situazione. Il terreno perduto e le pesanti perdite subite, con oltre tremila uomini fuori combattimento, evidenziarono l'urgenza di trovare una risposta adeguata, tanto più che questi risultati erano stati ottenuti impiegando un quantitativo di esplosivo limitato. Dal quartier generale della British Expeditionary Force (BEF) arrivò così l'ordine di iniziare al più presto lo scavo di gallerie da mina, ma le compagnie dei Royal Engineers erano già sovraccariche di compiti e poco poterono fare nonostante il supporto delle Brigade Mining Section, costituite a livello di brigata riunendo una cinquantina di uomini con precedenti di lavoro in miniera.” L’AUTORE – Basilio Di Martino, brigadiere generale del genio aeronautico, è nato a Roma nel 1957. Entrato in accademia nel 1975 con il corso Rostro 2°, dopo la laurea in ingegneria elettronica è stato assegnato nel 1981 al Reparto Sperimentale Volo presso il quale, conseguita la qualifica di sperimentatore di sistemi in Gran Bretagna, ha operato fino al 1995. Ha poi prestato servizio presso lo Stato Maggiore Aeronautica, il Centro Alti Studi della Difesa, il Comando Logistico dell'Aeronautica Militare, la Direzione Informatica, Telematica e Tecnologie Avanzate, di cui è vicedirettore tecnico. Laureato in scienze politiche all'Università di Trieste nel 2005, ha all'attivo numerose pubblicazioni di storia militare ed aeronautica tra le quali Ali sulle trincee (1999), Guerra aerea (1999), Trincee, reticolati e colpi di mano nella Grande Guerra (2000), L'avventura del drachen (2003), La guerra della fanteria (2002), I dirigibili italiani nella Grande Guerra (2005), L'aviazione italiana nella Grande Guerra (2011), L'aviazione italiana a Caporetto (2012) e, insieme con Filippo Cappellano, La guerra dei gas (2006), I Reparti d'assalto italiani nella Grande Guerra (2007), La guerra sul fronte dolomitico (2007), Un esercito forgiato nella trincea (2008). INDICE DELL’OPERA – Presentazione e dedica - Mine e contromine attraverso i secoli - Le mine del fronte occidentale (L'esperienza britannica - L'esperienza francese) - Guerra d'assedio sul Carso - Sui monti dell'Alto Isonzo - Le grandi mine sul fronte della 4a armata (Il "vulcano" del Col di Lana - Progetti incompiuti in Val Popena e sul Monte Piana - La conquista del Castelletto delle Tofane - Gli sviluppi tecnici del 1917 - Il Piccolo Lagazuoi e l'epopea della Cengia Martini - Le mine del Sief - Il Colbricon e le Buse dell'Oro - Tra le rocce ed i ghiacci della Marmolada) - L'incidente della lunetta di Monte Zebio - Sul fronte della 1a armata (La mina austro-ungarica del Monte Cimone - Monte Maio: le due mine che non ci furono - Il lungo duello sul Pasubio - L'ipotesi Zugna - L'inutile fatica del Corno Battisti - Considerazioni conclusive - Bibliografia
|