Sacrificio nella steppa Stampa E-mail

Hope Hamilton

Sacrificio nella steppa
La tragedia degli alpini italiani in Russia

Rizzoli, pagg.468, € 21,00

 

hamilton_sacrificio  IL LIBRO – “Ho bisogno solo di qualche migliaio di morti da gettare sul tavolo delle trattative”: così nell’estate del 1940 Mussolini giustifica all’allora capo di stato maggiore, Pietro Badoglio, l’ingresso dell’Italia nella Seconda guerra mondiale. E quando un anno dopo Hitler invade la Russia il Duce, abbagliato dalla possibilità di una vittoria veloce a fianco dei nazisti e della spartizione del bottino, invia in poche settimane un corpo di spedizione a sostegno delle truppe tedesche. Il prezzo di questa decisione, frutto di un calcolo cinico quanto catastroficamente sbagliato, è altissimo: dei 220.000 soldati italiani che nella primavera 1942 sono dislocati sul Don solo 100.000 tornano a casa. Impreparati sul piano militare, mal equipaggiati, guidati da comandi incompetenti e costretti a subire continue umiliazioni anche dai propri alleati, soccombono alla forza d’urto dell’esercito sovietico e al martirio della ritirata, alla fame, al gelo, alle condizioni disumane dei campi di lavoro e di rieducazione. Alla fine della guerra, le esigenze dei veterani si perderanno nel turbinio della retorica patriottica e la verità sul trattamento ricevuto da parte dei russi e le grandi sofferenze patite verrà sacrificata alle esigenze della propaganda politica: “Dite che siete stati bene” ordinerà qualcuno. A settant’anni dalla campagna di Russia, Hope Hamilton ripercorre la storia del corpo degli alpini attraverso le testimonianze di chi partecipò alla spedizione; ci racconta il viaggio dei reduci nell’Europa devastata dagli scontri, l’orrore del fronte, la rabbia dei sopravvissuti traditi due volte dal proprio Paese: dal governo fascista che li aveva mandati al massacro, e da quello del dopoguerra che tentò di cancellare con un colpo di spugna la memoria delle loro sofferenze.

  DAL TESTO – “Al crepuscolo del 25 gennaio i sopravvissuti della «Cuneense» e della «Julia» erano pronti a rimettersi in marcia. Una violenta tempesta con forte vento e nevicate, però, scoppiò quasi subito. In un'ora, gli alpini alla testa della colonna poterono avanzare di soli duecento metri. Quando la bufera si abbatté su di loro, molti ebbero i piedi e il volto congelati. La colonna tornò al villaggio di Rybalzin per aspettare che cessasse, ma molti non riuscirono a raggiungere un riparo. I loro corpi congelati furono scoperti il mattino seguente.
  “All'alba del 26 gennaio la tormenta si placò e gli alpini ripresero la loro marcia in un'unica colonna, decisi a raggiungere Valujki. Un aereo tedesco li sorvolò, senza però lanciare messaggi né segnali di allerta che li inducessero a cambiare direzione. Fu l'unico caso di avvistamento aereo amico per tutta la durata del ripiegamento delle divisioni «Cuneense» e «Julia».”

  L’AUTORE – Hope Hamilton è nipote di due alpini che hanno partecipato e sono sopravvissuti alla campagna di Russia, Nello Corti e Veniero Ajmone Marsan. Dai loro racconti diretti e dalle testimonianze di altri reduci è nata l’idea di questo saggio.

  INDICE DELL’OPERA – Prefazione - 1. L'invasione della Russia - 2. Estate 1942 - 3. La marcia degli alpini - 4. Sulle linee del Don - 5. Le condizioni generali sul fronte del Don - 6. L'offensiva invernale sovietica - 7. Il trasferimento della «Julia» - 8. L'accerchiamento del corpo degli alpini - 9. La ritirata al culmine dell'inverno - 10. La «Cuneense» e la «Julia» continuano la ritirata - 11. Disastro nella steppa - 12. La ritirata della «Tridentina» - 13. Fuori dalla sacca: la marcia continua - 14. I sopravvissuti della ritirata tornano in Italia - 15. Cattura a Valujki - 16. Le marce del davaj - 17. Il trasporto dei prigionieri di guerra - 18. I campi di prigionia: i primi mesi - 19. I campi di prigionia: gli ultimi mesi - 20. In viaggio verso casa - 21. Le perdite dell'ARMIR – Epilogo – Poscritto – Note – Bibliografia - Indice dei nomi e dei luoghi – Ringraziamenti