Oblomov Stampa E-mail

Ivan Aleksandrovič  Gončarov

Oblomov

Giangiacomo Feltrinelli Editore, pagg. 432, € 11,00

 

goncarov_oblomov  IL LIBRO – La vita passa davanti al giovane, ricco Il’ja Il’ič Oblomov. Gli passa davanti il benessere, garantito dalla tenuta di Oblomovka, gli passa davanti la quotidianità sempre uguale, spesa spostandosi da un comodo divano all’altro in preda a sterili pensieri astratti. Gli passa davanti la possibilità di dar corpo ai sogni idealistici della gioventù, su sollecitazione del vitalissimo amico Štol’c. E gli passa davanti l’amore, incarnato dalla bella e sensibile Ol’ga.
  In un linguaggio che nulla ha da invidiare alla perfezione di Puškin o al feroce realismo di Gogol’, Gončarov dà forma a un universo apparentemente immobile ma in realtà freneticamente vivo di osservazioni, pensieri e annotazioni, sostanziando uno dei massimi capolavori della letteratura russa (e mondiale). Un capolavoro imprendibile, impossibile da catalogare e spiegare e, per questo, ancora più grande.

  DAL TESTO – “Oblomov, in casa, non portava mai né corpetto né cravatta, perché gli piacevano l'agio e la libertà. Le sue pantofole erano lunghe, morbide, e larghe; quando, senza guardare, spostava i piedi dal letto al pavimento, i piedi ci finivano sempre subito dentro.
  “Stare sdraiato, per Il'ja Il'ič, non era né una necessità, come per un malato o per una persona che voglia dormire, né un caso, come per chi sia stanco, né un piacere, come per un fannullone: era la sua condizione normale. Quand'era in casa, e era quasi sempre in casa, stava sdraiato tutto il tempo, e tutto il tempo nella stessa stanza dove l'abbiamo trovato, stanza che gli serviva da camera da letto e da salotto. Aveva altre tre stanze, ma ci si affacciava raramente, al mattino, magari, ma non tutti i giorni: quando il suo servo spazzava lo studio, cosa che non succedeva tutti i giorni. In queste stanze i mobili erano coperti da fodere, le tende abbassate.
  “La stanza nella quale Il'ja Il'ič stava sdraiato a prima vista sembrava magnificamente arredata. C'erano una scrivania di mogano, due divani, rivestiti di seta, dei bei paraventi con, ricamati, degli uccelli e dei frutti che in natura non se ne sarebbero trovati di così belli. C'erano delle tende di seta, dei tappeti, alcune mappe, del bronzi, delle ceramiche e una quantità di bei ninnoli.”

  L’AUTORE – Ivan Aleksandrovič Gončarov (Simbirsk, 1812 - San Pietroburgo, 1891), di famiglia agiata, condusse una esistenza tranquilla da scapolo irriducibile, movimentata solo una volta da un “eroico” viaggio per mare in estremo oriente. Fra le sue opere ricordiamo Una storia comune (1847), La fregata Pallada (1858) e Il burrone (1869). Il suo indiscusso capolavoro è Oblomov (1859), una delle vette della letteratura ottocentesca.

  IL CURATORE - Paolo Nori (Parma, 1963) ha pubblicato Le cose non sono le cose (Fernandel 1999), Bassotuba non c’è (DeriveApprodi 1999, Feltrinelli 2009), Spinoza (Einaudi 2000), Diavoli (Einaudi 2001), Grandi ustionati (Einaudi 2001), Si chiama Francesca, questo romanzo (Einaudi 2002), I quattro cani di Pavlov (Bompiani, 2006) e, insieme a Marco Raffaini, Storia della Russia e dell’Italia (Fernandel 2003). Ha tradotto e curato l’antologia degli scritti di Daniil Charms Disastri (Einaudi) e l’edizione dei classici di Feltrinelli di Un eroe dei nostri tempi di Lermontov, delle Umili prose di Puškin e di Anime morte di Gogol. Con Feltrinelli ha pubblicato Gli Scarti (2003), Pancetta (2004), Ente nazionale della cinematografia popolare (2005), Noi la farem vendetta (2006), Mi compro una Gilera (2008).

  INDICE DELL’OPERA – Introduzione, di Paolo Nori - Cenni biografici - Bibliografia minima - Nota sulle pronunce e sull'edizione russa – Oblomov - Parte prima - Parte seconda - Parte terza - Parte quarta