Bassofondo |
Marcello Gallian Bassofondo Marsilio, pagg.191, € 12,50
IL LIBRO – Pubblicato nel 1936 e subito sequestrato dalla censura fascista Bassofondo è un romanzo sulle vite ai margini in un popolare e malfamato quartiere romano alla fine del primo conflitto mondiale. La figura rissosa, antiborghese, del meno che ventenne Giovanni Timorato Di Dio e la sua vita di mantenuto al fianco di Lisa Matrona, matura merciaia di stoffe e tessuti, sono il filo di una storia che racconta la vita del vicolo, dei suoi abitanti, del bordello, della capacità del quartiere di fagocitare e inglobare anche chi come il protagonista vorrebbe affrontare il rione come una semplice tappa dell'esistenza per compiere un salto che non arriverà mai, complici il carcere, il fallimento della rivoluzione fascista, il semplice passare del tempo. DAL TESTO – “Sui fili lunghi e diritti camminavano gli acrobati poveri, che se la spicciavano così senza spendere un soldo: quando il filo era inclinato, scivolavano, di corsa, i piedi fermi, arrivavano sulla collina, scendevano, si vestivano, cambiavano i costumi a maglia con una casacchina corta e un cappello di feltro. Lisa li trovava sulla piazza del paesetto, dove andava per due ore a villeggiare. Sedeva sulle sedie di ferro d'un caffè all'aperto, sempre pronta a rientrare al primo sintomo di freddo e prendeva il gelato, composta, quasi quasi vanesia. Certi vecchi pacifici e robusti la guardavano a lungo, le mani posate sui bastoni, i baffetti ben tagliati, le gote rasate di fresco con piaghette di sangue rimarginato: s'attizzavano, mostravano le calze guarnite, i legacci ben chiusi a fiocco, talvolta sembrava che a bella posta lasciassero aperte le asole, sul ventre, dei calzoni. Ritegnosa, con qualche smorfia di disgusto, Lisa li detronizzava, li rivestiva sperdeva i loro occhi. (Sapevano di famiglia antica, di lente abitudini mai trasgredite, di papalina lungamente curata col fiocco e con la seta, di sagge poltrone polverose, di ore matematiche e fallaci). Altri mostravano gli straccali di finta seta o di finto velluto, le catene d'oro opaco, gli anelli al dito mignolo sempre in resta per via delle ossa vecchie e paralizzate: prendevano aria, non lasciavano nulla intorno, sotto le sedie e i tavoli, tanto eran consumati e rifiniti.” L’AUTORE – Marcello Gallian (Roma, 6 aprile 1902 – Roma, 21 gennaio 1968) è stato uno scrittore, giornalista e drammaturgo italiano. Legato all'avanguardia artistica romana, collaborò col Teatro degli Indipendenti di Anton Giulio Bragaglia, con la rivista "900" e numerose altre testate. Godette di buon successo sotto il Regime fascista, apprezzato, con alcune riserve sul suo stile frammentario, anche da Giuseppe Ungaretti, Enrico Falqui, Emilio Cecchi, Arnaldo Bocelli. Fu un fervente sostenitore del movimento fascista ai suoi esordi, sebbene, a causa delle sue idee anarchiche ed estremiste fu più critico riguardo alla sua trasformazione in regime burocratico. Vinse il Premio Mediterraneo 1932 con Pugilatore di paese e si aggiudicò il secondo posto al Premio Viareggio 1934 con la raccolta di racconti Comando di tappa. INDICE DELL’OPERA – Le bastonate ci vogliono, di Pietrangelo Buttafuoco - Bassofondo - I – II - III – IV – V – VI – VII – VIII – IX – X – XI – XII – XIII – XIV – XV – XVI – XVII – XVIII – XIX – XX – XXI – XXII – XXIII
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