Storia dei mercenari. Da Senofonte all’Iraq Stampa E-mail

Anthony Mockler

Storia dei mercenari
Da Senofonte all’Iraq

Odoya, pagg.336, € 18,00

 

mockler_mercenari  IL LIBRO – Associata fin dai tempi antichi alla pratica della guerra, quella del mercenario è forse “la seconda professione più antica al mondo”. Un mercenario è un soldato di fortuna che combatte per una causa straniera, alla quale la sua lealtà è condizionata, in massima parte, dalla somma di denaro riservatagli.
  La sua storia è la storia stessa della guerra. Anthony Mockler ne ripercorre l’evoluzione dai tempi di Senofonte all’Iraq, passando per l’Impero Romano e il Medioevo feudale, con la nascita delle Libere Compagnie, fino ad arrivare ai condottieri del Rinascimento e alle ultime guardie svizzere cadute per la difesa delle Tuileries. Nel XX secolo, con la nascita delle legioni straniere, l’impiego dei mercenari fu complementare ma pressoché continuo. I conflitti di decolonizzazione in Africa, e in particolare in Congo, ne videro poi la recrudescenza.
  Ma cosa si deve pensare di questi uomini che guadagnano per dare maggiore potenza di fuoco alle guerre di tutto il mondo? L’opinione pubblica li identifica come gli ultimi alfieri del colonialismo. Scrittori e produttori cinematografici li usano abbondantemente, quasi si trattasse dei soli Don Chisciotte superstiti. Mockler esprime un giudizio più equilibrato: fintanto che la guerra non sarà abolita, i mercenari continueranno a esistere.
  Nel XXI secolo, con la proliferazione delle società militari private, i mercenari hanno conosciuto infatti una nuova mutazione. Marco Guidi ci fa notare come gli ultimi trent’anni vedano l’emergere della figura del “contrattista” della guerra: un professionista della morte che uccide per denaro e combatte per passione, supportando le truppe regolari e spesso facendo il lavoro sporco tra le linee nemiche.

  DAL TESTO – “Nel resto del mondo bianco si andarono comunque formando i cliché, a mano a mano che i mercenari divenivano noti di persona e i nomi di Hoare, Schramme, Denard, Faulques, Wicks, Peter o Mueller entravano nella testa della gente al posto della confusione dei vari Umbus e Ubus. I mercenari vennero definiti di comune accordo. I francesi erano pugnaci ma malvagi: ogni mercenario francese era stato, per definizione, nell'OAS ed era immischiato in tortuosi intrighi politici. L'inglese era un ufficiale e un gentiluomo, un po' distorto; il sudafricano un bruto illetterato attirato dal piacere di uccidere i musi neri; il tedesco un sinistro ex ufficiale delle SS. Il belga era meno definito, ma lo si riteneva generalmente disprezzato dai suoi compagni mercenari. Per fare del colore poteva essere tirato in mezzo lo stravagante polacco, o centro-europeo, di solito senza denti e regolarmente ubriaco.
  “Ogni tanto questo assortimento di personaggi si riversava dagli articoli delle riviste e dai programmi televisivi nei romanzi e nei film. Si ritrovarono in una mostruosità intellettuale su scala gargantuesca, un'escursione nell'avventura scritta da un certo ex allievo di All Souls, Oxford, intitolata The Decline of the West. Jean Lartéguy si ispirò alle disavventure del colonnello Trinquier nel Katanga per un altro libro che glorificava la tradizione militare francese (e che era, incidentalmente, abbastanza astioso nei confronti dei belgi): Les Chimères Noires. Un romanzo molto scadente, The Dark of the Sun, pubblicato in Sudafrica e scritto da Wilbur Smith, fornì il soggetto a un film piuttosto buono. Tratto dalla prima avventura dei mercenari, la guerra dei baluba, e con il titolo Le Dernier Train du Katanga, ebbe un grande successo in Europa, anche se meno notevole nei paesi anglosassoni. Il film di Claude Lelouch Vivre pour Vivre fu il primo in Francia in cui apparvero per un momento i mercenari: pretesto per un romantico polpettone con la solita aria di superiorità morale. Era ormai quasi una regola che ogni film di maggiore o minore impegno sull'Africa dovesse mostrare almeno una sequenza in cui apparivano mercenari bianchi.”

  L’AUTORE – Anthony Mockler, storico, scrittore e giornalista inglese, ha seguito per oltre vent’anni l’attività dei soldati mercenari. Laureatosi in Storia militare a Cambridge, è stato redattore capo al Guardian, che lo inviò come corrispondente in Congo, Spagna, Centro America e Vietnam. Come avvocato prese parte a due noti processi in cui alcuni mercenari furono condannati a morte (in Angola nel 1976 e alle Seychelles nel 1982). Considerato il maggior esperto al mondo sul mercenarismo, i suoi scritti si caratterizzano per notizie uniche, integralmente attinte di prima mano. Tra le sue opere ricordiamo: Il mito dell’impero. Storia delle guerre italiane in Abissinia e in Etiopia (Rizzoli 1977) e The New Mercenaries: The History of the Hired Soldier from the Congo to the Seychelles (1987).

  IL CURATORE - Marco Guidi, giornalista bolognese, è stato inviato speciale all’estero del Resto Del Carlino e Il Messaggero per seguire guerre e rivoluzioni nei paesi islamici, Medio Oriente, Cina, ex Urss, Balcani e Turchia, oltre che, per le stesse testate e il Mattino di Napoli, caporedattore, editorialista e opinionista di cronaca. Insegna alla Scuola di giornalismo (scuola di specializzazione postlaurea) dell’Università di Bologna.

  INDICE DELL’OPERA – Introduzione, di Marco Guidi – Prefazione - I. Che cos'è un mercenario? – II. Il declino del feudalesimo e le libere compagnie - III. I condottieri e il Rinascimento - IV. Una nazione di mercenari - V. Mercenari nell'età della Ragione - VI. Il mito della legione - VII. L’opinione del mondo e i mercenari del XX secolo - VIII. Che cosa hanno fatto i mercenari nel Congo - IX. Forza e debolezza dei mercenari - X. La vita dei mercenari - XI. Lo Yemen e il Biafra - Dai mercenari ai contractor, di Marco Guidi - Appendice I. Contratto di agente al servizio della Repubblica Democratica del Congo - Appendice II. Traduzione di un trattato fra Sua Maestà e il langravio di Assia-Kassel - Appendice III. Diario di un contractor a Kabul, di Dalton Thomas - Indice dei nomi