Breve storia del giardino Stampa E-mail

Gilles Clément

Breve storia del giardino

Quodlibet, pagg.144, € 14,50

 

clement_giardino  IL LIBRO – Il primo giardino è quello dell’uomo che ha scelto di interrompere le proprie peregrinazioni. Non c’è un tempo giusto per questa tappa, nella vita di un uomo o di una società.
  Il primo giardino è alimentare. L’orto è il primo giardino. È atemporale poiché non soltanto fonda la storia dei giardini, ma la attraversa e la segna profondamente in ogni suo periodo.
  Il primo giardino è un recinto. Conviene proteggere il bene prezioso del giardino; la verdura, la frutta, e poi i fiori, gli animali, l’arte di vivere, quello che, col passare del tempo, continuerà a sembrarci il «meglio». È la maniera di interpretare il meglio che, a seconda dei modelli di civiltà, determinerà lo stile dei giardini. La nozione di meglio, di bene prezioso, è in continua evoluzione. La scenografia destinata a valorizzare il meglio si adegua al cambiamento dei fondamenti del giardino, ma il principio del giardino rimane costante: avvicinarsi il più possibile al paradiso.

  DAL TESTO – “Se il primo giardino nasce con la storia della sedentarizzazione dei popoli, la prima organizzazione di questo giardino e, di conseguenza, le prime manifestazioni dell'arte dei giardini, nascono con lui. Quest'ipotesi va contro l'idea diffusa di giardino come spazio di distensione, d'ozio, di piacere, di rappresentazione e di lusso. «I giardini sono sempre frutto dell'ozio», scrive Derek Clifford, come se il giardino fosse il privilegio di una casta annoiata, pronta a qualsiasi stravaganza pur di distrarsi. Clifford insiste: «nei giardini non c'è posto per una società che debba far ricorso a tutte le proprie energie per sopravvivere».
  “Se il pianeta Terra costituisce il territorio di caccia e di raccolta dell'umanità primitiva (il primo «Giardino planetario»), se il primo recinto destinato a proteggere frutta e verdura costituisce il primo giardino della storia, è facile constatare come invece le società che inventarono questo luogo d'accoglienza - l'orto, il frutteto - abbiano effettivamente fatto ricorso a tutte le loro energie, giacché, per l'appunto, era una questione di sopravvivenza.”

  L’AUTORE – Gilles Clément (1943), docente presso l’École Nationale Supérieure du Paysage de Versailles e scrittore, ha influenzato con le proprie teorie e con le proprie realizzazioni (tra queste il Parc André Citroën e il Musée du quai Branly, entrambi a Parigi) un’intera generazione di paesaggisti europei. Ha pubblicato tra l’altro, Le jardin planétaire (catalogo della mostra alla Villette di Parigi, 1999), La sagesse du jardinier (2004), e due romanzi, Thomas et le voyageur (1997) e La dernière pierre (1999). In italiano sono stati pubblicati l’antologia Il giardiniere planetario (22 publishing, 2008) e Elogio delle vagabonde (DeriveApprodi 2010). Quodlibet ha pubblicato Manifesto del Terzo paesaggio (2005), Il giardino in movimento (2011) e Breve storia del giardino (2012).

  INDICE DELL’OPERA – 1. Il primo giardino. – 2. Il recinto e la misura. – 3. Il giardino verticale. – 4. La visione romantica. – 5. I giardini della notte. – 6. Il giardino degli astri. – 7. L’ultimo giardino. – 8. Il sogno della lumaca. – 9. Il documento a punti (racconto). – Una breve bibliografia