Crisi, rinascita, ricostruzione |
a cura di Silvia Berti Crisi, rinascita, ricostruzione Donzelli Editore, pagg.XVI-128, € 25,00
IL LIBRO – Tra la fine del 1949 e l’inizio del 1950, Giuseppe Di Vittorio, il grande leader della Cgil, lanciò la proposta di un Piano del lavoro «per la rinascita dell’economia nazionale». L’idea di fondo era quella di mobilitare tutte le energie produttive disponibili per far sì che la necessaria, quanto faticosa, ricostruzione postbellica si traducesse nell’avvio di una nuova fase di sviluppo. Una fase che consentisse al nostro paese di diventare più moderno, più giusto, più ricco. Con un impianto teorico che riecheggia per certi aspetti il New Deal rooseveltiano, tre erano le linee di intervento previste dal Piano: agricoltura, edilizia, energia elettrica. Il Piano, da un lato, offriva quindi una cornice di riferimento all’azione sindacale sviluppata allora dalla Cgil nelle fabbriche e nelle campagne, al Nord e al Sud, mentre, dall’altro, indicava alcune delle direttrici di politica economica che furono poi avviate dai governi italiani negli anni cinquanta e sessanta. Economisti e storici, imprenditori e sindacalisti tentano in questo volume di mettere a fuoco il significato storico del Piano del lavoro e soprattutto di coglierne quei tratti ancora in grado di ispirare politiche economiche di ricostruzione e di sviluppo volte a fronteggiare la grave crisi del nostro tempo; politiche che, ormai, possono essere concepite soltanto in una dimensione europea. Ripensare alle proposte di Di Vittorio significa dialogare con la sua straordinaria forza ispiratrice, con un pensiero costantemente teso verso il futuro, la cui lezione si rivela, per il nostro tempo, più che mai attuale. In appendice, il lettore troverà pagine oggi difficilmente reperibili: i testi originali degli interventi con cui Di Vittorio presentò la sua innovativa proposta. DAL TESTO – “[…] nel Piano del lavoro per la prima volta c'è un utilizzo pieno delle idee keynesiane, che apre un discorso che non è di alternativa globale, come dice Pepe, ma di un intervento radicale, con la partecipazione delle forze del lavoro che si poneva come compatibile con il quadro economico generale di allora. Gli americani stessi con il Piano Marshall avevano spinto l'azione del governo italiano verso obiettivi di piena occupazione e non solo di consolidamento della struttura monetaria ed economica del paese. Dunque, qui sta la politicità della proposta di Di Vittorio che si inserisce su un punto cruciale di indirizzo della politica economica, già sollevato nello schieramento avversario. E anche in questo sta la sua intelligenza politica innovatrice. LA CURATRICE – Silvia Berti insegna Storia moderna presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università «La Sapienza» di Roma. Nei propri studi si è prevalentemente occupata delle origini dell’Illuminismo, dei rapporti fra cultura ebraica e cristiana nell’età moderna e di questioni di storia della storiografia. Tra le sue pubblicazioni: Trattato dei tre impostori (Einaudi, 1994) e Anticristianesimo e libertà. Studi sull’Illuminismo radicale europeo (il Mulino, 2012). Ha curato inoltre il Carteggio Benedetto Croce-Franco Venturi (il Mulino, 2008). È vicepresidente dell’associazione Casa Di Vittorio. INDICE DELL’OPERA – Una visione e un metodo. Introduzione, di Fabrizio Barca – Premessa, di Silvia Berti - Il significato storico e politico del Piano del lavoro di Giuseppe Di Vittorio, di Piero Craveri - La Cgil e l'industria all'epoca del Piano del lavoro, di Giuseppe Berta - Di Vittorio e il Mezzogiorno nella prospettiva del Piano, di Luigi Masella - Di Vittorio e la scuola. Dall'emergenza educativa al Piano del lavoro, di Vito Antonio Leuzzi - Tavola rotonda coordinata da Fabrizio Barca - Appendice. Due testi originali di Giuseppe Di Vittorio (Per la rinascita dell'economia nazionale - Il Piano del lavoro) - Gli autori
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