Istanbul. Il doppio viaggio |
Adele Cambria Istanbul Donzelli Editore, pagg.VI-234, € 17,00
IL LIBRO – La scoperta fortuita, nel caos del suo archivio personale, di un diario di viaggio scritto quasi trent’anni prima: è questa la molla – un misto di desiderio e rimorso – che spinge Adele Cambria a chiedersi perché avesse lasciato passare tanto tempo «senza Istanbul». Da qui l’urgenza di partire di nuovo, dopo quel lontano settembre 1983… È dunque un doppio viaggio quello che l’autrice compie in queste pagine, con uno sguardo all’indietro sulla Istanbul di allora e gli occhi puntati sulla Istanbul dei giorni nostri. Questa volta, oltre all’inseparabile taccuino, Adele Cambria si fa accompagnare da tre scrittori, o meglio «descrittori»: Edmondo De Amicis, Pierre Loti e Orhan Pamuk. Se De Amicis è un magnifico cronista, e non si può partire per Istanbul senza portarselo in tasca, allo stesso modo non si possono non leggere le pagine di Loti, che fece della Turchia la sua seconda patria, assimilandone i comportamenti, indossandone gli abiti, e, infine, nutrendo un grande amore impossibile per una giovinetta circassa. E poi Pamuk, con il suo sguardo «alla rovescia», il suo conflitto irrisolto con la storia del proprio paese e la sua diffidenza nei confronti dei viaggiatori occidentali, eccetto De Amicis… Ne sortisce un diario all’insegna della migliore «letteratura di viaggio», che oggi, assediata dal turismo di massa, tenta di difendersi e di recuperare il piacere e la verità dello sguardo. E nessuna città come Istanbul, questa meravigliosa signora dei tre mari, si offre alla sapienza di uno sguardo a occhio nudo e della scrittura che può scaturirne. Con l’esperienza di una giornalista di lungo corso, Adele Cambria ci conduce alla scoperta della Istanbul che ogni lettore o viaggiatore ha sete di scoprire, e al contempo ci apre squarci illuminanti sulla cocente attualità politica e culturale di una città che più di altre sperimenta dentro di sé le lacerazioni e i conflitti del nostro presente – quelli tra plurime etnie, tra opposte ideologie, tra modernità e memoria. DAL TESTO – “Quel viaggio del 1983 lo desideravo fuori dal tempo, fuori, soprattutto, dalla cronaca politica: negli ultimi tre anni era successo di tutto in Turchia, un terremoto, le prime elezioni indette dalla dittatura militare e, nell'isola di Cipro, la proclamazione di una Repubblica turca mai riconosciuta (fino a oggi) a livello internazionale... Intanto io uscivo da anni italiani politicizzati e burrascosi, ai quali avevo preso parte, e mi serviva una pausa. Di pura contemplazione. Meraviglia per tanta bellezza, tutta quell'acqua azzurra - il Bosforo, il Mar di Marmara, e al tramonto il Corno d'Oro, quando il sole arancione si immergeva, indorandole, nelle acque dell'Halic - mi evocava, come un rimorso, lo Stretto, a cui avevo rinunciato a vent'anni... E poi un'intuizione... La fermai sulla carta, al ritorno, a casa, in quelle trenta paginette che non furono mai lette da nessuno perché non avevo più un giornale su cui scrivere, da quando nel 1981 mi ero dimessa dal «Giorno», dopo aver chiesto invano al direttore, Guglielmo Zucconi, di pubblicare i documenti delle Br in cambio della liberazione del magistrato Giovanni D'Urso, sequestrato il 12 dicembre 1980 da 'alcuni militanti.” L’AUTRICE – Adele Cambria, pioniera del giornalismo al femminile insieme con Camilla Cederna e Oriana Fallaci, ha collaborato con le maggiori testate nazionali. Scrittrice, attrice, autrice di teatro e di televisione, tra le prime animatrici del movimento femminista in Italia, è una figura di spicco della nostra cultura. INDICE DELL’OPERA – I. Un viaggio d'evasione - II. Ahimè, la Geografia... - III. Il sorriso del müezzin, poi l'Armenia - IV. Davanti al suo enigma
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