Le voci del silenzio |
Fabio Polese – Federico Cenci Le voci del silenzio Eclettica Edizioni, pagg.120, Euro 13,00
IL LIBRO – Ci sono circa tremila detenuti italiani all'estero. C'è chi finisce in carcere per le proprie responsabilità e chi, purtroppo, perché vittima di un'ingiustizia. Alcuni casi finiscono bene, altri, se non addirittura con la morte, finiscono col rovinare per sempre la vita degli involontari protagonisti. In questo terribile scenario qualche domanda sorge spontanea. Che cosa fa lo Stato italiano? Perché troppo spesso queste storie vengono taciute? Molte sono le difficoltà che gli italiani detenuti all'estero devono affrontare. Le spese legali sono elevatissime e sovente le famiglie non sono neanche in grado di permettersele. Le strutture consolari italiane dovrebbero assicurare l'assistenza per affrontare le complesse difficoltà linguistiche e per sostenere le problematiche tecnico-giuridiche? Nei casi che riguardano le persone già condannate, gli uffici consolari, secondo la Convenzione di Strasburgo, dovrebbero far ottenere al detenuto il trasferimento in Italia per far scontare la pena in uno dei nostri penitenziari. Perché non sempre viene fatto? Inoltre, per gli Stati che non hanno ratificato la suddetta convenzione, il trasferimento dovrebbe essere condizionato dalla stipula di un accordo bilaterale. Anche in tal caso, perché questi accordi non vengono regolarmente stipulati? Come si è visto nel triste caso dell'omicidio della studentessa Meredith Kercher, avvenuto a Perugia, l'interessamento dei politici e dell'opinione pubblica può essere molto importante. Amanda Knox, cittadina statunitense, prima condannata per l'omicidio Kercher e recentemente liberata per non aver commesso il fatto, è stata supportata a gran voce dai suoi connazionali e dai media "made in USA". Che cosa fanno invece i nostri media? E i nostri politici? DAL TESTO – “Il "faro della democrazia occidentale", ovvero gli Stati Uniti, sono i protagonisti di altre due delle nostre riprovevoli storie. Faro di democrazia dispensatore di luce fioca, quello americano, se non addirittura fulminato e motivo d'oscurità: questo ci viene spontaneo considerare, se pensiamo anche a quanto avvenuto a Enrico "Chico" Forti, un nostro connazionale detenuto con l'accusa di omicidio in un carcere di Miami ormai dall'ottobre 1999 e condannato all'ergastolo, nonostante non sia mai stata presentata dall'accusa, durante questi dodici anni, una minima prova che potesse inchiodarlo in relazione alla sua presunta colpa. A proposito di quel discutibile "faro", in questa raccolta trova spazio anche una delle moltissime storie lastricate di sangue innocente ambientate nei cosiddetti "bracci della morte" degli Stati Uniti. È la storia di Derek Rocco Barnabei, un giovane nato e cresciuto in Virginia, di origine italiana (e questo ha costituito, verosimilmente, un grave, razzistico aggravante in sede processuale), che ha conosciuto l'atrocità del sistema giuridico dello Stato della Virginia. Rocco è stato ucciso da un'iniezione di veleno che ha espletato una condanna a morte emessa nei suoi confronti dopo un processo che dà adito a forti e giustificati dubbi circa la sua equità.” GLI AUTORI – Fabio Polese è nato in provincia di Perugia nel 1984, lavora nella redazione di Agenzia Stampa Italia, dove si occupa prevalentemente del Sud-Est asiatico, del Medio Oriente e del Nord Irlanda. Da free-lance collabora con diverse testate giornalistiche e quotidiani. INDICE DELL’OPERA - Introduzione – 1. Il caso di Carlo Parlanti – 2. Il caso di Enrico Forti – 3. Il caso Derek Rocco Barnabei – 4. Il caso Mariano Pasqualin – 5. Il caso Fernando Nardini – 6. Il caso Tomaso Bruno ed Elisabetta Boncompagni – 7. Prigionieri del silenzio – 8. "Liberi!!! Per Angelo e i 3000 dimenticati" – 9. Conclusioni
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