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Sergio Canciani

Roulette Russia
Neozarismo ai tempi di Putin: viaggio nell'ex impero sovietico tra corruzione, nostalgia e illusione democratica

Castelvecchi, pagg.185, Euro 16,00

 

canciani_roulette  IL LIBRO – Chi sono, dove nascono, come si comportano gli oligarchi vicini al Cremlino? Indossano abiti firmati, cravatte francesi (ora hanno imparato a farsi il nodo) e mocassini italiani. Lunghe partite a biliardo nei saloni d’attesa, Mercedes in cortile, belle dacie tra le betulle, donne con pellicce e tacchi alti. Insomma, soldi. Tanti soldi. Da dove arrivano? Se lo chiede anche la nuova borghesia, e la risposta è presto detta: corruzione. L’ingiustizia è gratis, il diritto si paga. La vita del narod, del popolo, in Russia, è molto più confortevole di un decennio fa. Nella pratica il sovietismo è finito. Da Berlino Est a Vladivostok, il socialismo reale marciava su uno strato di cattivi odori: case luride, fabbriche asfissianti, alberghi dai bagni traboccanti liquami, abiti unti. Ecco, è qui la rivoluzione post comunista, fatta di appartamenti arieggiati, bagni lindi, sapone a volontà e deodorante. Almeno nelle città gli effluvi delle ciminiere sono stati ridotti, più per crisi di produzione che per sensibilità ecologica. Ma il livello di democrazia è ancora critico e chi cerca di raccontare la verità paga spesso pegno con la vita. Sergio Canciani – storico corrispondente del Tg1 – è il giornalista italiano che più ha seguito le vicende russe dell’ultimo ventennio, segnato in buona parte dall’affermarsi del «neozarismo» di Putin. In queste pagine, quello che consegna sono le mille contraddizioni e quanto di più sconosciuto c’è ancora dell’ex «impero» sovietico. Un Paese che si sta riaffermando nello scacchiere mondiale, che – forte dei suoi immensi giacimenti energetici – tende la mano all’Occidente ma non rinuncia a rapporti con gli «Stati canaglia».

  DAL TESTO – “Il leitmotiv del ritorno del condottiero Vladimir Putin alla presidenza dovrebbe essere la ricostruzione della potenza russa mediante una modernizzazione civile-militare operata in profondità. Dalle avventure ottocentesche di de Custine ad oggi, gli alti papaveri bianchi o rossi, al di là delle ideologie, si sono sempre mossi con il passo del gattopardo, felino afro-siculo che da Donnafugata sembra essersi acquartierato al Cremlino: tutto può e, anzi, deve cambiare affinché resti intatto ciò che conta, la sacralità del potere. Non è altro che una delle molte varianti della perestrojka, una trasformazione da applicare dall'alto in basso con pedagogica severità affinché sia chiaro al narod, al 'popolo', in quali mani è passato il knut, lo 'scudiscio' del boiardo. Fin dall'epoca dei villaggi di cartapesta con i quali il governatore Potëmkin imbrogliava l'imperatrice Caterina, molte sono state le perestrojke, tutte fallite o insabbiate: dalla Nuova politica Economica (Nep) lanciata da Lenin all'inizio degli anni Venti alle grandiose, e velleitarie, promesse di Gorbacëv il cui fallimento, nel 1991, fece colare a picco l'impero sovietico.”

  L’AUTORE – Sergio Canciani, giornalista, è stato per tredici anni a capo dell’ufficio di corrispondenza Rai di Mosca. Dalla Russia, dove ha vissuto fino al 2011, ha realizzato oltre settemila servizi.

  INDICE DELL’OPERA - Premessa - Arcipelago Russia - Putin il neozarista - Vecchi amici e nemici - Annus Domini – Apokalipsa - L'oro di Mosca - Lavori in corsa! - Se Lenin sapesse... - Tesori nascosti - L'avvenire