a cura di Carlo Pulsoni
Vanni Scheiwiller editore europeo
Volumnia, pagg.224, Euro 22,00
“Questo volume – scrive il curatore, Prof. Carlo Pulsoni, nella Premessa - rappresenta il sigillo finale di un progetto avviato nell'autunno del 2008, quando con Alina Kalczynska Scheiwiller si pensò di realizzare una mostra su Vanni da tenersi in Perugia. L'esposizione nasceva con uno spirito diverso rispetto a quelle dedicategli nell'ultimo decennio: lo specimen esibito doveva fungere da volano per far comprendere l’importanza dell’attività e della personalità di Vanni grazie a un ciclo di conferenze a corredo della mostra”. Il libro propone i contributi di: Laura Novati (Vanni editore europeo - e non solo), Corrado Bologna e Lorenzo Fabiani («Per l’alto mare aperto». Il «Dante» di Ezra Pound secondo Vanni Scheiwiller), Chiara Piola Caselli (Camillo Sbarbaro nel ricordo di Vanni Scheiwiller), Massimiliano Tortora (Vanni Scheiwiller, Vittorio Sereni e la poesia moderna), Emanuela Costantini e Vittorio Le Pera (Evola e Scheiwiller), Nieves Arribas (La correspondencia entre Vanni Scheiwiller y Jorge Guillén), Fabio Massimo Bertolo (Vanni e Biaseto, storia di un'amicizia); e le testimonianze di: Mary de Rachewiltz (Vanni Scheiwiller), Sergio Romano (Un editore contro corrente), Rosellina Archinto (Per Vanni), Giampiero Mughini (Elogio del piccolo formato), Maria Grazia Marchetti Lingarotti (Note a margine di un incontro) e Sandro Gentili (La vita e il libro: Scheiwiller a Fiesole nei primi anni ottanta). Nella sezione intitolata “Schede di materiale esposto”, si trovano i saggi di Roberta Capelli e Carlo Pulsoni (Una nuova carta provenzale di Pound) e di Emilio Ravaioli (Frammenti da un colloquio a più voci). Degna di nota è altresì l’appendice fotografica. Sergio Romano scrive che Vanni Scheiwiller era, al pari del padre, “coraggioso, spregiudicato e poco rispettoso delle posizioni «politicamente corrette». Amava i transfughi, i dissidenti, le voci stonate, gli intellettuali «spaiati», i poeti solitari, i pesci che nuotavano contro corrente. Continuò a pubblicare Ezra Pound anche negli anni in cui il poeta americano, per la intelligencja comunista, puzzava di zolfo. Pubblicò Julius Evola, teorico della destra antimodernizzatrice, senza occuparsi degli anatemi che gli sarebero caduti addosso”. Sul rapporto editoriale tra Evola e Scheiwiller (con particolare attenzione a Cavalcare la tigre, la prima opera pubblicata dal filosofo tradizionalista con l'editore milanese) si legge con profitto il citato saggio di Emanuela Costantini e Vittorio Le Pera. La scelta di pubblicare Evola, spiegano gli Autori, “si connotava come il risultato della tolleranza, inculcatagli dal padre, per tutte le idee, anche quelle diverse dalle sue. Scheiwiller diceva infatti di non avere «nulla da nascondere, non avendo certo io la coda di paglia, fortunato com'ero ad aver ereditato da un padre editore la divisa della tolleranza, di un padre che fu uno dei pochissimi editori italiani a non aver mai la tessera del partito fascista». Al contrario, erano proprio quegli editori che rifiutavano Evola, determinando la sua «morte civile», che dovevano «far dimenticare un passato fascista». Le scelte editoriali di Scheiwiller erano dunque legate all'ammirazione per i grandi intelletti, di qualunque orientamento essi fossero: il dovere di un editore era secondo lui «informare, anche per discuterne, non deformare». E informare significava pubblicare opere di valore, indipendentemente dalla collocazione politica dell'autore. Per questo tra gli autori pubblicati da Scheiwiller si trovano Pound e Guillèn, Evola e Vittorini. La concezione dell'editoria di Scheiwiller era in effetti lontana tanto da coloro che la intendevano come "industria editoriale", orientata esclusivamente al perseguimento del profitto, quanto da chi era guidato dall'idea dell'impegno politico: «detesto - diceva - egualmente la maggioranza silenziosa e la minoranza rumorosa»”.
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