L'ultimo volo per Punta Raisi Stampa E-mail

Francesco Terracina

L'ultimo volo per Punta Raisi
Sciagura o strage?

Nuovi Equilibri / Stampa Alternativa, pagg.168, Euro 14,00

 

terracina_puntaraisi  IL LIBRO – 5 maggio 1972: un De 8 dell'Alitalia proveniente da Roma, il volo AZ 112, si schianta contro la parete rocciosa di Montagna Longa, vicino all'aeroporto Punta Raisi di Palermo. Le vittime furono 115. All'epoca si parlò di tragico incidente e di "errore umano", ma presto si sollevarono dubbi sulla ricostruzione ufficiale. Questo libro riapre una vicenda troppo rapidamente dimenticata, analizzando tutte le contraddizioni delle indagini. Si trattò di una strage, inserita nella strategia della tensione di quegli anni? E chi poteva avere interesse a colpire proprio quell'aereo e i suoi passeggeri? Una controinchiesta che si muove nella miglior tradizione del giornalismo investigativo italiano.

  DAL TESTO – “Se i piloti non hanno visto lo scalo, considerato che l'avevano superato - è la tesi portata avanti nelle indagini - e si erano diretti più a sud, sulle montagne, perché avevano comunicato di trovarsi sulla verticale dell'aeroporto? E soprattutto, perché avrebbero dovuto lasciare la quota di sicurezza di 5000 piedi? Ancora: è possibile superare la linea di costa, a cui è quasi attaccata la pista, senza accorgersene? Certo, era buio. Ma quella era una sera calma, con visibilità di cinque chilometri e cinque nodi di vento.
  “L'ipotesi che si fece a caldo fu che avessero scambiato le luci dei vicini paesi per quelle dell'aeroporto. Ma i periti del tribunale di Catania, dove si svolse il processo, esclusero decisamente questa possibilità, giudicandola "incredibile": troppo fioche le luci di quei luoghi per poter essere confuse con quelle di uno scalo, la cui disposizione e colorazione non può tradire nessun pilota, soprattutto un comandante esperto come Bartoli che vola da diciassette anni. Interrogati su questa ipotesi, alcuni piloti la ritengono anche loro inammissibile: se un professionista può scambiare le luci di una città per quelle di uno scalo, allora a New York rischierebbero tutti di atterrare sulla Quinta Strada.
  “Il pubblico ministero di Catania conclude la sua requisitoria imputando ai piloti una serie di errori. Il più macroscopico sarebbe stato proprio quello di spingersi fino a Monte Gradara, credendo che l'aeroporto fosse tra quelle rocce buie, e lì «cominciarono la manovra di discesa con virata a destra, scambiarono l'oscurità delle montagne con quella del mare e cozzarono contro Montagna Longa».”

  L’AUTORE – Francesco Terracina, giornalista, lavora all'Ansa di Palermo. È stato redattore del quotidiano L'Ora e direttore del Mediterraneo. Ha collaborato con diverse testate, tra cui Diario, Il Manifesto, L'Europeo, Il Mondo.

  INDICE DELL’OPERA - Prefazione. Il silenzio parla, di Giosuè Calaciura - Parte I - Capitolo I. La linea d'ombra - Capitolo II. Il silenzio radio - Capitolo III. A est di niente - Capitolo IV. Tutta colpa loro - Capitolo V. Il poliziotto la chiama strage - Capitolo VI. Il faro poggiato dove capita - Capitolo VII. Se il fatto è un'opinione - Capitolo VIII. La terra di nessuno - Capitolo IX. Colpevoli? Solo imprudenti - Capitolo X. Una croce sull'inchiesta - Capitolo XI. La manovra folle - Parte II - Capitolo I. La tesi del poliziotto - Capitolo II. Memorie del sottoscala - Capitolo III.I sospetti di un cronista perbene – I 115 morti