La rivoluzione globale |
Silvio Pons La rivoluzione globale Einaudi, pagg.XXIII-424, Euro 35,00
IL LIBRO – Il comunismo conobbe una formidabile espansione nella prima metà del secolo scorso e subí un tracollo vertiginoso nella seconda metà. La nascita dello Stato sovietico e del movimento comunista ebbe un enorme impatto internazionale tramite la promessa o la minaccia di una rivoluzione mondiale. Quello scenario sembrò ancora piú incombente all'indomani della Seconda guerra mondiale. L'Urss si pose alla guida di un «campo socialista» in Europa, costituendo cosí il polo antagonista all'Occidente nella guerra fredda, mentre la Cina comunista proiettava la rivoluzione nel mondo postcoloniale. Tuttavia, l'apice del progetto globale comunista celava le premesse del declino. Meno monolitico di quanto non apparisse in Occidente, il movimento iniziò a disgregarsi con la rottura tra Mosca e Pechino. Fu il primo segnale di una crisi di legittimazione destinata a farsi irreversibile. Il comunismo internazionale perse credibilità come soggetto della politica mondiale. Nel contempo, il dominio sovietico nell'Europa orientale mostrò il suo volto brutale e diventò definitivamente un fattore di discredito. L'Urss venne messa ai margini dalla globalizzazione occidentale, malgrado la sua dimensione di superpotenza. Fino a che le riforme di Gorbacëv, nel vano tentativo di rilanciare un nuovo universalismo, portarono al collasso. DAL TESTO – “Compiuta la gigantesca e violenta trasformazione della «rivoluzione dall'alto», la mobilitazione ideologica del nucleo militante e operaio protagonista dell'«offensiva socialista» scomparve definitivamente dalla scena. Il solco di continuità con l'originaria vocazione del bolscevismo al potere cambiò direzione, senza però dissolversi. La propaganda ufficiale del regime prese a esaltare valori patriottici, puritani e sessisti, agitando nel contempo il mito dell’unita sociale e la fine della divisione in classi quale compimento della rivoluzione. Si delinearono una rivalutazione selettiva del passato russo, un uso strumentale del nazionalismo, un declino dell'etica internazionalista. Il valore della famiglia venne recuperato come strumento di promozione delle politiche demografiche e di imposizione della disciplina sociale. Il potere trasformativo dello Stato continuò a essere esaltato insieme alla sua funzione di purificare il corpo politico dagli elementi alieni, aprendo la strada a una società armoniosa. Lo Stato sovietico mantenne la sua ambizione di rimodellare la società e di rappresentare una moderna risposta alla politica di massa, ma orientò decisamente la propria opera verso la preparazione della guerra e verso l'unificazione della coscienza sociale. L’AUTORE – Silvio Pons è nato a Firenze nel 1955. È docente di Storia dell'Europa Orientale all'Università di Roma «Tor Vergata» e direttore della Fondazione Istituto Gramsci. Autore o curatore di numerosi volumi dedicati alla storia della Russia sovietica e del comunismo italiano e internazionale, per Einaudi ha scritto Stalin e la guerra inevitabile 1936-1941 (1995), Berlinguer e la fine del comunismo (2006) e La rivoluzione globale. Storia del comunismo internazionale 1917 - 1991 (2012); sempre per Einaudi ha curato Georgi Dimitrov, Diario. Gli anni di Mosca 1934-1945 (2002) e il Dizionario del comunismo nel XX secolo (con R. Service, 2006-2007). INDICE DELL’OPERA - Introduzione - Sigle e abbreviazioni - Prologo. Guerra e rivoluzione - I. Il tempo della rivoluzione (1917-1923) (1. Lenin, lo Stato sovietico e il Comintern - 2. Vittoria in Russia, sconfitta in Europa - 3. La nascita dei partiti comunisti - 4. La fine della rivoluzione europea) - II. Il tempo dello Stato (1924-1939) (1. Rivoluzione mondiale e «socialismo in un solo paese» - 2. Tra Occidente e Oriente - 3. Stalin, la «rivoluzione dall'alto» e la psicosi di guerra - 4. I comunisti e l'antifascismo - 5. Lo Stato di sicurezza totale - 6. Il Patto Molotov-Ribbentrop) - III. Il tempo della guerra (1939-1945) (1. L'alleanza con Hitler - 2. La guerra patriottica e la fine del Comintern - 3. Sfere d'influenza, fronti nazionali, «democrazia popolare» - 4. Vittoria senza rivoluzione) - IV. Il tempo dell'impero (1945-1953) (1. La nascita dell'«impero esterno» - 2. La fondazione del Cominform – 3. La rottura tra Urss e Iugoslavia – 4. Rivoluzione in Cina e guerra in Corea – 5. La «rivoluzione dall'alto» nell'Europa centro-orientale e la mobilitazione pacifista - 6. I comunisti e la guerra fredda) - V. Il tempo del declino (1953-1968) (1. La crisi nell'Europa centro-orientale - 2. La fine dell'unità comunista – 3. L'espansione nel Terzo Mondo e la rottura tra Urss e Cina – 4. I limiti dell'influenza sovietica) - VI. Il tempo della crisi (1968-1991) (1. Il '68 e la «primavera di Praga» - 2. La disgregazione del movimento – 3. Lo Stato-potenza globale – 4. L'eurocomunismo – 5. La crisi di legittimazione - 6. Riforma e caduta) - Epilogo. La fine del comunismo nella storia mondiale - Indice dei nomi
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