Afghanistan nella tempesta |
Pietro De Carli Afghanistan nella tempesta Gruppo Albatros Il filo, pagg.459, Euro 15,50
IL LIBRO – Per capire la guerra in Afghanistan bisogna partire dalla sua storia e dalla sua cultura per approdare ad una vera e propria tesi sui problemi del Paese che si sta cercando di aiutare e ricostruire. Un libro che spiega la guerra dal suo triste inizio agli ultimi episodi, soffermandosi sugli eventi cruciali: come i rapimenti (tra i vari quello di Clementina Cantoni), le morti, la guerriglia spietata, le difficili comunicazioni, in un'analisi scrupolosa portata avanti da chi ha visto il fronte, seppur non combattendo. Un Paese straziato dalle guerre, dal susseguirsi di prese di potere, eserciti stranieri, rivoluzioni e controrivoluzioni, bisognoso di ritrovare la propria pace, richiesta a gran voce dalla popolazione civile, dalle donne che vogliono emanciparsi, dai bambini che diventano troppo presto adulti. La difficile ricostruzione e le sue molteplici ombre vengono svelate attraverso un'attenta disamina mettendo a confronto le varie testimonianze, ufficiali e non, di chi ha operato in terra afghana. DAL TESTO – “Le situazioni pasticciate non hanno giovato a dare una buona immagine all'operato degli Stati Uniti e il caso di Ahmed Wali, fratello del presidente afghano Karzai, a libro paga della Cia da 2001, è uno di questi. Un personaggio scomodo, tra i principali trafficanti di droga, ha messo in piedi un apparato para-militare, la "Kandahar Strike Force", che gli ha permesso di svolgere impunemente attività illegali avvalendosi della protezione della Cia alla quale, in cambio, ha offerto la sua collaborazione nella caccia ai terroristi e agli insorti. Un personaggio equivoco, perché legato alle istanze del potere, in quanto fratello del presidente, che ha avuto un ruolo anche come canale di contatto con esponenti talebani. Il New York Times ne ha denunciato le contraddizioni: si mantengono rapporti con un personaggio non cristallino indebolendo il progetto di imporre delle regole, invece di rafforzare le autorità statali si preferisce appoggiare una sorta di signore della guerra. È un colpo alla strategia contro il narco-traffico e si offre l'immagine, nella opinione pubblica afgana, del clan Karzai quale «burattino» nelle mani di Washington.” L’AUTORE – Pietro De Carli, esperto di cooperazione per il Ministero degli Esteri, ha coordinato programmi di emergenza in Afghanistan, dopo aver gestito progetti umanitari in Kenya, Somalia, Sudan, Timor Est, Angola e, attualmente, in Mozambico. Nei quattro anni vissuti in Afghanistan ha assistito alla crescente destabilizzazione del Paese. INDICE DELL’OPERA - L'Afghanistan in numeri – Prefazione - Introduzione - Capitolo primo. Da un continente all'altro - Capitolo secondo. Oltre le vette dell'Hindukush - Capitolo terzo. Khost, ai confini con le aree tribali - Capitolo quarto. Badghis, dove il tempo si è fermato - Capitolo quinto. I primi germogli di democrazia - Capitolo sesto. Democrazia, una conquista o un modello di esportazione? - Capitolo settimo. Un governatore mercenario italiano - Capitolo ottavo. L'orgia del potere dei signori della guerra - Capitolo nono. Oppio, narcotraffico e illegalità - Capitolo decimo. La colomba con l'elmetto - Capitolo undicesimo. La stagione dei rapimenti - Capitolo dodicesimo. L'accordo di Musa Qala con i talebani - Capitolo tredicesimo. Un rapimento politico talebano - Capitolo quattordicesimo. L'inganno dei tagliagole di Helmand - Capitolo quindicesimo. La rivolta di Kabul, un giorno di ordinaria follia - Capitolo sedicesimo. I diritti calpestati della condizione femminile - Capitolo diciassettesimo. Dalle mura domestiche all'autogestione - Capitolo diciottesimo. I cooperanti e l'umanesimo della cooperazione - Capitolo diciannovesimo. Un tragico e interminabile inverno - Capitolo ventesimo. Nella morsa delle stragi e degli effetti collaterali - Capitolo ventunesimo. Una guerra senza vie d'uscita - Bibliografia
|