Quando ero Capo della Polizia Stampa E-mail

Carmine Senise

Quando ero Capo della Polizia

Mursia, pagg.294, Euro 18,00

 

senise_quando  IL LIBRO – Carmine Senise (Napoli 1883-Roma 1958) fu capo della Polizia dal 1940 al 1943 durante il regime fascista e poi, per un breve periodo dopo la destituzione di Mussolini, con il governo del maresciallo Badoglio. Entrato per concorso nell’amministrazione del ministero dell’Interno nel 1908, poté seguire da un osservatorio privilegiato gli eventi cruciali che portarono alla nascita del fascismo e alla marcia su Roma.
  Promosso prefetto nel 1932, nel 1940 subentrò ad Arturo Bocchini ai vertici della Polizia e si trovò nell’occhio del ciclone suo malgrado, ad affrontare enormi problemi di tutela dell’ordine pubblico e di gestione dei rapporti con il Duce, il re, i gerarchi e la Milizia, fino alla sua partecipazione al colpo di stato del 25 luglio 1943. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, fu tra i pochi comandanti militari che scelsero di rimanere a Roma, decisione che pagò con la deportazione: il 23 settembre fu arrestato dalle SS alla presenza del capitano Priebke e trasferito dapprima a Dachau e poi nel campo di sterminio di Hirschegg, in Baviera. Tornato in Italia dopo la Liberazione fu accusato di favoreggiamento del fascismo, ma fu assolto dalla Corte speciale d’Assise di Roma.
  Edite per la prima volta nel 1946, in epoca molto vicina agli eventi narrati, le memorie di Senise raccontano in modo dettagliato e lucido gli eventi di cui fu un testimone chiave e mostrano come abbia sempre cercato di preservare il ruolo autonomo della Polizia rispetto al regime.

  DAL TESTO – “Se così viva era l'avversione di Mussolini verso i tedeschi, grande era la sua ammirazione per i capi degli Stati coi quali l'Italia era in guerra, a cominciare da Churchill.
  “Questa ammirazione non aveva limiti per Roosevelt e per Stalin.
  “Ai primi del 1942, quando l'America era entrata in guerra da qualche mese, una mattina, mentre gli riferivo di non ricordo quale faccenda, se ne uscì improvvisamente con questa espressione: «Non vi meravigliate se un giorno mi sentirete fare un discorso alla radio in onore di Roosevelt». E poi continuò: «Quello è un uomo che sa fare la guerra. Provate a comprare adesso una macchina per scrivere negli Stati Uniti: non ne troverete una! Perché? Perché il governo ha saputo trasformare tutta la sua produzione industriale in produzione di guerra. Così si vincono le guerre! Provatevi a farlo noi! Noi dobbiamo preoccuparci che non manchino le caramelle e i cioccolatini. Possiamo vincere così? Per questo farò pubblica lode del Presidente americano».
  “Di Stalin poi ammirava l'energia e la forza indomita di volontà che avevano reso potente la Russia: e soprattutto invidiava l'inflessibilità del carattere che mai lo aveva fatto indietreggiare di fronte alle più gravi decisioni contro i nemici del regime sovietico; mentre parlava così Mussolini deplorava che in Italia il governo lasciasse prosperare i nemici del fascismo, quasi che il capo del governo non fosse lui!”

  INDICE DELL’OPERA - Premessa alla prima edizione - Capitolo I. L'instaurazione del regime fascista - Capitolo II. Bocchini, Arpinati e Buffarini Guidi - Capitolo III. Il rifiuto del posto di capo della Polizia - Capitolo IV. La nomina a capo della Polizia e i primi dissensi con Buffarini - Capitolo V. Il mio primo colloquio con Mussolini da capo della Polizia - Capitolo VI. La situazione del Paese alla fine del 1940 e l'entrata in guerra dell'Italia - Capitolo VII. Il partito fascista: malcostume e arbitrario esercizio di pubbliche funzioni - Capitolo VIII. Stati d'animo della popolazione e degli iscritti al partito e alla Milizia - Capitolo IX. Le condizioni dell'ordine pubblico in relazione alla guerra - Capitolo X. Preparazione della Polizia all'intervento del re per la liberazione del Paese - Capitolo XI. Corpo delle guardie di P.S.: istituzione degli ufficiali - Capitolo XII. I rapporti col capo della polizia tedesca Himmler - Capitolo XIII. I rapporti con Buffarini e il conte Ciano - Capitolo XIV. Approvazione di Mussolini al mio contegno verso Buffarini - Capitolo XV. Compiti e doveri della Polizia - Capitolo XVI. Informazioni confidenziali e ostilità dei gerarchi - Capitolo XVII. La verità sull'Ovra e sulla polizia politica quando fui capo della Polizia - Capitolo XVIII. Mussolini: pregi, difetti e aneddoti - Capitolo XIX. L'avversione del Duce per i tedeschi e l'ammirazione per Roosevelt, Churchill e Stalin - Capitolo XX. Mussolini, il papa e la fede - Capitolo XXI. Stranezze e originalità del Duce - Capitolo XXII. L'impulsività di Mussolini - Capitolo XXIII. I famigliari del Duce - Capitolo XXIV. I miei rapporti con le gerarchie del regime e con Buffarini - Capitolo XXV. La situazione del Paese: difficoltà alimentari, borsa nera e spirito di fronda - Capitolo XXVI. Il ripristino dei piani O.P. - Capitolo XXVII. Sfiducia di Mussolini nei miei confronti - Capitolo XXVIII. Storia di una cassetta d'oro monetato: Buffarini e Marcello Petacci - Capitolo XXIX. Gli intrighi di Buffarini e i provvedimenti razziali - Capitolo XXX. L'intervento del partito presso il Duce per il mio esonero dalla carica - Capitolo XXXI. Il colloquio con Mussolini e il congedo dal re - Capitolo XXXII. Il duca Acquarone, il colpo di stato e il generale Cerica - Capitolo XXXIII. 25 luglio 1943 - Capitolo XXXIV. La mia azione dopo il 25 luglio, il ministro Fornaciari e il maresciallo Badoglio - Capitolo XXXV. Cattura e custodia di Mussolini - Capitolo XXXVI. La fuga del conte Ciano - Capitolo XXXVII. La preparazione del colpo su Roma da parte dei tedeschi - Capitolo XXXVIII. La morte di Ettore Muti - Capitolo XXXIX. Oscuri incitamenti a uno sciopero contro la continuazione della guerra - Capitolo XL. 8 settembre 1943: armistizio - Capitolo XLI. La città aperta - Capitolo XLII. La liberazione di Mussolini - Capitolo XLIII. Il mio arresto da parte delle S.S. e l'internamento nelle carceri di Dachau - Capitolo XLIV. Hirschegg, Nitti, l'ammiraglio Rizzo e le duchesse d'Aosta - Capitolo XLV. Liberazione e ritorno in Italia - Indice dei nomi