L’Operaio di Ernst Jünger Stampa E-mail

Luca Caddeo

L’Operaio di Ernst Jünger
Una visione metafisica della tecnica

Mimesis Edizioni, pagg.342, Euro 26,00

 

caddeo_operaio  IL LIBRO – Il volume esamina la metafisica di Ernst Jünger traendo spunto dallo studio circostanziato di Der Arbeiter (1932). Il confronto tra Jünger e altri eminenti pensatori quali Spengler, Heidegger, Simmel, Schmitt, Evola, Guénon ed Eliade conduce a esplorare i principi di una metafisica che si abbevera alle fonti della filosofia antica (Platone, Plotino) e alle sorgenti della dottrina nietzscheana manifestandosi nella determinazione di diverse Figure: l’Operaio, il Ribelle, l’Anarca. Il saggio misura la valenza metapolitica de L’Operaio rispettando l’idea “tradizionale” secondo cui la metafisica si concreta nel tempo fornendo all’uomo una lente per interpretare la storia. Con Der Arbeiter Ernst Jünger concepisce un “nuovo” Tipo umano che, tramite l’utilizzo eroico della tecnica, incarna una gestaltica sovraindividualità servendo con totale abnegazione il destino di dominio della Forma. Anche in virtù del suo valore metafisico, lo scritto del ‘32 appare, in modo complesso e originale, un tipico germoglio della Rivoluzione Conservatrice.
  Ernst Jünger (Heidelberg, 1895 – Wilflingen, 1998) è stato un prolifico scrittore di romanzi come Nelle tempeste d’acciaio (1920), Sulle scogliere di marmo (1939), Eumeswil (1977) e ideatore di pregnanti saggi quali L’Operaio (1932), Oltre la linea (1950), Il Trattato del ribelle (1951), Al muro del tempo (1959), La Forbice (1990). Nell’arco della sua sconfinata produzione Jünger scruta la storia con acuto sguardo metafisico aprendosi a chiaroscurali e profetiche ricognizioni sul destino dell’uomo moderno.

  DAL TESTO – “Accanto alla perplessità sulla scelta del termine "Arbeiter", Evola ammonisce sulla pericolosità delle forze elementari che potrebbero risvegliare energie sub-individuali qualora non sorgesse una Figura in grado di attraversarle dominandole grazie al collegamento con i Principi della Tradizione. Per questo il filosofo, in Cavalcare la Tigre, pur partendo da Jünger, intende superarlo nella rigorosa delineazione di quei criteri metastorici e tradizionali ai quali l'uomo differenziato dovrà ancorarsi nella sua "rivolta contro il mondo moderno". Non a caso, l'ultimo importante paragrafo de Il Cammino del cinabro s'intitola Da "L'operaio" a "Cavalcare la Tigre". Il passaggio è proporzionale proprio alla ridefinizione di una cultura antiborghese che, con accuratezza storiografica e bibliografica, oltre che con cura filosofica, riproponga ed elabori in chiave attuale i principi metafisici della Tradizione. Scrive infatti Evola che Jünger ha in vista per il comportamento umano "un ideale di interezza attiva" per quanto "a tale riguardo" egli si fermerebbe "al semplice enunciato, mentre partendo da esso avrebbero dovuto essere chiariti molti problemi essenziali della vita interiore, e prevenute deviazioni e sfaldamenti a cui non poche correnti spirituali del nostro tempo ha dato luogo lo sposare una confusa religione irrazionalistica della vita". Abbiamo visto, in particolare attraverso il paragone con la filosofia di Simmel, e vedremo quando parleremo dell'elementare, come anche la dottrina di Jünger non possa essere correttamente intesa dove si riduca a un'enclave dell'irrazionalismo o del vitalismo. Invero, Evola non dice questo, ma nota come i presupposti contenuti ne L'operaio avrebbero dovuto essere meglio esplicitati proprio per fare sì che la cultuale accettazione della vita non potesse essere interpretata come una "femminea" arrendevolezza alla casualità irrazionale della corrente vitale.”

  L’AUTORE – Luca Caddeo, nato in Sardegna nel 1977, si laurea in filosofia con una tesi sulle Rèflexions sur la violence di Georges Sorel e consegue il titolo di Dottore di Ricerca presso l’Università di Cagliari. Il suo studio si sviluppa intorno alla filosofia di Ernst Jünger allargandosi, sulla base della riflessione nietzscheana e heideggeriana, al pensiero “tradizionale”. Oltre a redigere saggi di natura filosofica e letteraria, ha pubblicato nel 2009 una raccolta di versi intitolata Le poesie di Atteone.

  INDICE DELL’OPERA - Presentazione, di Maria Teresa Marcialis – Introduzione (1. Con la lente della Forma - 2. Il tempo della manifestazione della forma dell'Operaio - 3. Un'interpretazione metafisica) – I. La Forma - I.1. La Forma che trascende la somma delle proprie parti (1.1. L'impronta del sigillo - 1.2. Morfologia contra analisi - 1.3. La forma della storia è "di più" – 1.4. La forma dell'anima è "di più" - 1.5. Le forme durante l'Interregno) - I.2. La Forma come totalità e destino (2.1. Le forme esigono Totalità - 2.2. L'eterno ritorno della stessa energia nell'universo totale - 2.3. Navigare necesse est) - I.3. Jünger interprete di Spengler (3.1. Rapsodica morfologia - 3.2. Martin Heidegger interprete di Jünger - La forma come oggetto - 3.3. Reminiscenza del Piano) - I.4. Maschere dell'immutabile (4.1. Geroglifici dell'eternità - 4.2. Equilibrio gestaltico) – II. Ernst Jünger. Vitalismo e tradizionalismo – II.1. La metafisica delle forme e la metafisica della vita - II.2. Ernst Jünger. Tradizione e suggestioni esoteriche (2.1. Evola lettore di Jünger - 2.2. Acciaio e Tradizione - 2.3. L'astrologia) – III. Il Tipo - III.1 La piattaforma inaccessibile e il Tipo - III.2. Influenze aristoteliche - III.3. L'avvicinamento. Il rapporto tra la Forma e il Tipo – III.4. Tra la Forma e il Tipo: l'uomo - III.5. La tendenza del Tipo alla totalità - III.6. I segni della Forma e del Tipo nel tempo - III.7. La libertà del tipo umano - III.8. A-temporale metamorfosi della libertà (8.1. La selvatica libertà del ribelle - 8.2. Prospettive piramidali) – IV. L'elementare – IV.1. Il pericolo sotterraneo – IV.2. L'elementare come natura. L'uomo: un essere demonico – IV.3. Fenomenologia dell'elementare – IV.4. Né illuminista né romantico – IV.5. Inutilità del proibizionismo morale e politico – IV.6. Occasionalismo romantico – V. Una visione metafisica della tecnica - V.1. L'operaio non è un tecnico perché la tecnica è meta-nichilistica (1.1. Il Nulla dell'Operaio - 1.2. Nichilismo tecnico. Ernst e Friedrich Georg Jünger) – V.2. La forma dell'operaio non è un'utopia – V.3. L'Operaio. Il modo tecnico della forma – V.4. La tecnica bellica - V.5. Il "futurismo" dell'Operaio - V.6. La tecnica, l'elementare e l'estinzione del risentito borghese - V.7. La tecnica, una forza anticristiana: la fede dell'Operaio - V.8. Il doppio volto della tecnica – V.9. La tecnica è una forza neutrale? - V.10. Il linguaggio della tecnica – VII. L'intuizione jüngeriana nel quadro della filosofia tedesca - V.12. Il paesaggio da officina - V.13. Futuro ordine semplificato - V.14. Le ultime tre fasi. La metafora della piramide - V.15. La fine della tecnica nella fine dell'infinito - V.16. Perfezione e compiutezza (16.1. Visibile perfezione nell'invisibile compiuto - 16.2. I "valori" dell'Operaio - 16.3 Stabilità dei mezzi) - V.17. Tecnica ed economia - V.18. Potere e diritto della tecnica - V.19. Il martello di Thor – VI. Oltre la destra e la sinistra - VI.1. Modernismo organicista - VI.2. Il pensiero di Jünger nel quadro della destra radicale - VI.3. Antiebraismo jüngeriano – VII. L'immobile essenza del mutevole. Tecnica e tradizione – Epilogo - Bibliografia