L’inchiesta |
Philippe Claudel L’inchiesta Ponte alle Grazie, pagg.208, Euro 16,80
IL LIBRO – Giunto in città per indagare su un’ondata di suicidi tra i dipendenti di una fantomatica Azienda, l’Inquirente si ritrova catapultato in una realtà surreale, ai limiti dell’assurdo, inizialmente grottesca ma poi sempre più inquietante e sinistra. E così, quella che in prima battuta sembrava una missione come tante compiute in passato, per il povero Inquirente si trasforma in un’impresa impossibile, dove l’ordine normale delle cose è sovvertito, i confini tra il bene e il male diventano labili e la possibilità di far luce su quelle morti ormai passate in secondo piano una speranza sempre più flebile. DAL TESTO – "L’Azienda è un colosso dai piedi d’argilla. Il nostro mondo è un colosso dai piedi d’argilla. Il problema è che pochi esseri come lei, intendo i piccoli, gli sfruttati, gli affamati, i deboli, i servi contemporanei, se ne rendono conto. Non è più tempo di scendere per le strade e di tagliare la testa ai re. Da un pezzo non ci sono più re. I monarchi di oggi non hanno più testa né volto. Sono dei meccanismi finanziari complessi, degli algoritmi, delle proiezioni, delle speculazioni su rischi e perdite, delle equazioni di quinto grado. I loro troni sono immateriali, sono schermi, fibre ottiche, circuirti stampati, e il loro sangue blu sono le informazioni cifrate che vi circolano a velocità superiori a quella della luce. I loro castelli sono diventati delle banche dati." L’AUTORE – Philippe Claudel è nato nel 1962 in Lorena. Affermato scrittore e sceneggiatore, nel 2003 ha raggiunto il successo internazionale con Le anime grigie, che è stato tradotto in ben trenta paesi e ha vinto il Prix Renaudot nel 2003 e il premio per il miglior libro dell’anno di Lire; Il Rapporto (2008) ha vinto il Goncourt des Lycéens nel 2007. Nel 2008 ha esordito come regista cinematografico con il film Ti amerò per sempre, replicando nel 2011 con Tous les soleils, con protagonista Neri Marcorè e Stefano Accorsi. LA CRITICA - “Con le sue atmosfere sin troppo angoscianti e a tratti soffocanti, [il romanzo] ha il merito di toccare temi di cruda attualità, di mettere il lettore di fronte alla disumanizzazione progressiva di una realtà dove l’ingranaggio vuoto di senso (e nemico della poesia, dirà il Fondatore con espressione più dura) prevale sull’individuo e sulla libertà, dove un’organizzazione del lavoro tentacolare e parcellizzata crea automi e seriali pulsioni di morte. Dove oramai esiste un fenomeno che si può chiamare anti-uomo, come in fisica si parla di anti-materia.
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