La Chiesa dell’anticoncilio |
Giovanni Miccoli La Chiesa dell’anticoncilio Laterza, pagg.420, Euro 24,00
IL LIBRO – Il 29 agosto 1976, in una sala di Lilla, alla presenza di migliaia di fedeli entusiasti, mons. Marcel Lefebvre, nel corso della messa, pronuncia un'omelia che ha vasta eco. Il 'sermone di Lilla' segna una tappa ulteriore nel suo contenzioso con Paolo VI e costituisce un punto di riferimento fondamentale per i suoi seguaci della Fraternità San Pio X. Già sospeso a divinis per aver proceduto alle ordinazioni sacerdotali che Roma gli aveva vietato, egli rivendica il suo «dovere di formare dei preti, di formare i veri preti di cui la Chiesa ha bisogno». Ma soprattutto ripete una condanna senza appello del concilio Vaticano II, il grande accusato. Sono passati sei anni dalla fondazione della Fraternità, punta di diamante del variegato movimento anticonciliare, espressione più completa delle sue ragioni. Tre decenni dopo, il decreto della Congregazione dei vescovi rimuove la scomunica di Giovanni Paolo II contro i quattro vescovi consacrati illecitamente da mons. Lefebvre. La revoca è firmata dal prefetto della Congregazione, ma la decisione, com'è ovvio, era stata di Benedetto XVI. DAL TESTO – “[…] l'avvento nell'aprile 2005 del cardinale Ratzinger al pontificato ha accentuato le aperture romane verso i tradizionalisti. Né mancarono da parte sua espliciti segnali in questo senso anche nei confronti della FSSPX. Nell'udienza concessa a Fellay il 29 agosto 2005 i propositi di arrivare ad una «piena comunione» erano stati esplicitamente espressi, insieme al principio che il Vaticano II andava interpretato alla luce della tradizione. E tale principio era stato ribadito dal papa nel discorso tenuto alla curia in occasione del Natale 2005. Netta era stata la sua presa di posizione contro un presunto «spirito del concilio» e contro la pretesa di ravvisare in esso una rottura rispetto al passato, cui aveva contrapposto una lettura del Vaticano II in continuità con la tradizione. Nel concistoro del 23 marzo 2006 egli aveva informato i cardinali presenti della sua intenzione di riannodare il dialogo con la Fraternità per riammetterla nella comunione ecclesiastica. Nell'Assemblea plenaria dei vescovi di Francia dell'aprile il cardinale Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux, aveva preannunciato prossime «direttive» papali «per facilitare il cammino verso un possibile ritorno ad una piena comunione» della FSSPX. E tuttavia il decreto dell'8 settembre che erigeva il nuovo Institut du Bon Pasteur, accordandogli lo statuto di Società di vita apostolica di diritto pontificio, giunse quasi per tutti come una sorpresa: lo riconobbe lo stesso cardinale Ricard, che pur era stato precedentemente contattato dai dissidenti, in un'intervista concessa alla «Croix» l'11 settembre, mentre il Consiglio presbiterale, in un duro comunicato, denunciò «l'assenza d'informazione e di concertazione con la Chiesa locale nella creazione di questo Istituto».” L’AUTORE – Giovanni Miccoli è professore emerito di Storia della Chiesa nell'Università di Trieste, dopo aver insegnato alla Scuola Normale Superiore di Pisa e all'Università di Venezia. In ambito medievale si è occupato soprattutto di riforma gregoriana e di origini francescane e in ambito contemporaneo di antisemitismo cattolico, di Vaticano, guerra e Shoah e degli orientamenti del papato dopo il Concilio Vaticano II. Fra le sue numerose pubblicazioni: Antisemitismo e ricerca storica (Roma 2000); I dilemmi e i silenzi di Pio XII. Vaticano, Seconda guerra mondiale e Shoah (Milano 2007); In difesa della fede. La Chiesa di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI (Milano 2007); Francesco d'Assisi e l'Ordine dei Minori (Milano 2009); Francesco d'Assisi memoria, storia e storiografia (Milano 2010). Alla sua opera è stato dedicato il volume Una storiografia inattuale? Giovanni Miccoli e la funzione civile della ricerca storica (a cura di Giuseppe Battelli e Daniele Menozzi, Roma 2005). INDICE DELL’OPERA - Premessa - I. A titolo di preambolo - II. La revoca della scomunica: un «atto di misericordia» denso di implicazioni (1. Il decreto di revoca - 2. Le dichiarazioni negazioniste di Williamson - 3. La replica della Fraternità - 4. Tra consensi, dissensi e contraddizioni - 5. La lettera di Benedetto XVI ai vescovi - 6. Le risposte della Fraternità e le nuove resistenze vescovili - 7. La riorganizzazione della commissione «Ecclesia Dei» e l’avvio dei colloqui dottrinali) - III. Il lungo cammino di Lefebvre verso lo scisma (1. Un giudizio già formato nel corso del concilio - 2. Il sondaggio di Ottaviani e la risposta di Lefebvre - 3. L’avvio della riforma liturgica: verso la pubblica rottura - 4. Una posizione che viene da lontano in una sostanziale continuità di fondo - 5. Verso la sospensione «a divinis»: si consuma la rottura - 6. L’incontro con Paolo VI: un dialogo tra sordi - 7. I tentativi di Lefebvre di interferire sui conclavi - 8. Dall’iniziale favore per Giovanni Paolo II al rifiuto violento della sua azione pontificale - 9. Verso la consacrazione di un successore - 10. Un ultimo imprevisto tentativo di accordo) - IV. Dal lento recupero di fuorusciti dalla FSSPX agli sforzi ricorrenti per una ricomposizione dello scisma (1. Il «motu proprio» «Ecclesia Dei adflicta» e le sue conseguenze - 2. La Fraternità sacerdotale San Pietro: specchio di nodi non risolti - 3. L’«Ecclesia Dei» all’opera: si rinforza la presenza di tradizionalisti riconciliati nella Chiesa di Roma - 4. Roma e la FSSPX negli ultimi anni del pontificato di Giovanni Paolo II: una schermaglia dai molti risvolti - 5. Durante il pontificato di Benedetto XVI: si accelera il cammino verso la riconciliazione) - V. Per una conclusione provvisoria - Indice dei nomi - Indice delle cose notevoli
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