Rapporto Cefalonia Stampa E-mail

Gianfranco Ianni

Rapporto Cefalonia
Gli uomini della Divisione Acqui


Edizioni Solfanelli, pagg.528, Euro 38,00

 

ianni_rapportocefalonia  IL LIBRO – È dal 2001 che su Cefalonia si abbatte ininterrotta una cortina fumogena di iniziative. Mostre, prolusioni nelle scuole, commemorazioni dei caduti della divisione Acqui, torrenti di retorica a rischiare di rompere gli argini del buonsenso fino a sfiorare il ridicolo, incomprensibili prese di posizione verso chi dissente dalle scarne ricostruzioni ufficiali, opuscoli dove si sfoga una malcelata e immoderata brama di protagonismo, personalità e associazioni di sinistra che s'industriano a dar lustro a chi di Cefalonia ha posto in atto un esproprio proletario per raccontarla come gli pare, percorsi della memoria dove ai turisti vengono servite le bellurie di un vagheggiato eroismo, band di musicisti che vorrebbero farci disperare dall'alba al tramonto per una resistenza immaginata e per un eccidio di massa mai avvenuto.
  E i fatti? Beh, quelli son trattati con una certa discrezione.
  Cosicché, l'operazione cortina sèguita a primeggiare pressoché incontrastata. E con l'avallo delle Istituzioni, Forze Armate comprese. Al punto da far parere eroe chi collaborò col tedesco per un anno intero. E traditore chi a Cefalonia lasciò il cuore.
  L'autore, al contrario, i fatti li racconta fin nel dettaglio e con la polemica che si conviene, fidando nell'esigenza del lettore che volesse conoscerli.
  Nella prima parte del libro, vengono confutati i vecchi e nuovi rifacimenti e le interpretazioni che gravitano intorno alla vicenda, allo scopo di rendere l'onore dovuto ai pochissimi militari che fecero il proprio dovere fino in fondo. A partire dal generale Antonio Gandin, comandante la Acqui e Medaglia d'Oro. Nella seconda, della vicenda è ricostruita l'evoluzione sulla base dei documenti ufficiali, ma soprattutto delle dichiarazioni dei protagonisti che l'autore ha incontrato nell'arco di tre anni. Tra questi, Amos Pampaloni che all'autore ha rilasciato la sua ultima testimonianza, sconfessando i rivoltosi come Renzo Apollonio e riconoscendo i propri errori in quanto rivoltoso egli stesso. Saverio Perrone, Carlo Santoro, Olinto Perosa, Bruno Bertoldi, Vincenzo Fontanella, Vittorio Micheloni e moltissimi altri militari in forza alla Acqui, poi, hanno fatto giustizia delle molte balle relative al cosiddetto referendum tra i soldati e ai collaborazionisti di Apollonio, che dopo la guerra vantarono inesistenti atti di sabotaggio contro i tedeschi.
  L'autore rivolge il giusto omaggio a Massimo Filippini, pioniere dell'operazione verità, che gran parte delle nebbie su Cefalonia ha diradato sin dal 1998.

DAL TESTO – "[...] attestare che a Cefalonia le vittime dell'eccidio furono all'incirca 10.000 pare una balla perfino sul piano logico se non vuol proprio prendersi la briga di compulsare le fonti e far di conto a tavolino. Per fucilare i 129 ufficiali del 24 settembre i tedeschi impiegarono cinque ore. Se si pensa che per accopparne il doppio, ossia 258, avrebbero impiegato un'intera giornata, in una settimana sarebbero arrivati a stenderne 1.806. E per farne fuori 9.030 ne sarebbero quindi servite ben cinque, di settimane. A non considerare le questioni di ordine pratico relative ai colpi di grazia, alla rotazione dei membri del plotone d'esecuzione, all'organizzazione dei turni di guardia, ai possibili imprevisti che avrebbero prolungato la durata della mattanza. E insomma, a tutta una serie di operazioni che avrebbe ulteriormente dilatato i tempi da sommare alle cinque settimane. Da ultimo, occorrerà considerare non soltanto le probabili e diverse reazioni dei fucilandi in un così rilevante arco di tempo, ma anche l'orrore che avrebbe mosso a pietà gli stessi carnefici. Per intercessione di Formato, infatti, alla Casetta Rossa furono risparmiati alcuni ufficiali. E una tale decisione non potrà certo ritenersi come l'effetto del "cooling-off-period": il "raffreddamento emozionale" che interviene nel serial killer tra un ammazzamento e l'altro. Già il 21 e 22 settembre erano stati molti gli alpini, i cacciatori di montagna e i granatieri del Brandeburgo, vinti dall'orrore, a tentare di sottrarsi all'incombenza di far parte dei plotoni d'esecuzione. Rischiando di finire al muro con gli italiani."

  L'AUTORE – Gianfranco Ianni è cosentino di Serra d'Aiello. Maturità classica al Telesio di Cosenza, laurea in filosofia alla Federico II di Napoli, un anno d'insegnamento alle superiori, un corso di sceneggiatura e regia cinematografiche in una scuola romana. Dal 1985 vive in Campania. È autore di una sceneggiatura cinematografica su un fatto di cronaca del 1933, di due soggetti con trattamento ambientati alla fine degli anni venti e dei quaranta, del libro Cronaca di un incendio in cui tratta dell'Istituto Papa Giovanni XXIII, salito agli onori della cronaca nel marzo 2008 per iniziativa della Magistratura paolana. Per Solfanelli sono di prossima uscita uno studio sulla sinistra extraparlamentare degli anni settanta e quattro delitti di particolare efferatezza: uno del 1921, uno del 1935, due del 1978.

  INDICE DELL'OPERA – Ringraziamenti – Audaci propositi – Ouverture – Prólogos – Parte prima. Superstiti ed esegeti – 1. Gomitoli – 2. Rapsodie – Parte seconda. Settembre 1943 – 1. Trattativa e sedizione (8-14 settembre) – 2. Le tre fasi della battaglie e le esecuzioni (15-23 settembre 1943) – 3. La Casetta Rossa – 4. Ultimo atto – Epílogos – Bibliografia e fonti – Indice dei nomi