Céline e il caso delle “Bagatelle” Stampa E-mail

Riccardo De Benedetti

Céline e il caso delle “Bagatelle”

Edizioni Medusa, pagg.166, Euro 14,00

 

debenedetti_celine  IL LIBRO – Riprovevole, infrequentabile, osceno, oltraggioso, infame, abietto e pornografo: sono solo alcuni degli aggettivi affibbiati al personaggio Céline, intellettuale collaborazionista e antisemita. Altro sarebbe lo scrittore Céline: grande penna, maestro di stile e autore di capolavori. Ha attraversato la storia della letteratura francese con la velocità e lo splendore di una meteora, Céline. E a 50 anni dalla morte suscita ancora scomuniche e censure, in particolare per i pamphlet, primo fra tutti "Bagatelle" per un massacro, nella cui scrittura continua a esserci lo scrittore di Viaggio al termine della notte e quello dell'ultimo romanzo, Rigodon. Oggi Bagatelle non si può leggere. Chi lo impedisce? E perché? La storia di un libro "maledetto" e della sua traduzione italiana (che c'era e poi, a tre mesi dalla sua uscita, nel 1982 venne ritirata dalle librerie), è narrata e decostruita in questo saggio che tocca un nodo cruciale della storia critica dell'opera di Céline ma non solo: Bagatelle, infatti, rischia di essere un testo "ingombrate" e "presente" proprio in quanto libro proibito. Come Mein Kampf. Cartina di tornasole di reticenze e usi strumentali che la cultura postmoderna ha fatto della tragedia dell'antisemitismo e delle sue radici culturali, il pamphlet di Céline finisce per diventare il pretesto intorno al quale si giocano le partite più diverse. Questo saggio analizza e cerca risposte a domande decisive che non riguardano soltanto le opere di Céline...

  DAL TESTO – “Confesso di non amare Céline. Gli preferisco Proust, al quale ha riservato parole orribili. Ma ancor meno sopporto i céliniani, con quel loro vivere dimezzati i furori di un altro; quel prendere partito per uno finito a voler bene a un pappagallo, a dieci cani e altrettanti gatti piuttosto che agli uomini; che si nutrono della sua scrittura come di una riserva infinita di stile senza possederne alcuno; che si aggirano tra le sue pagine, chi acciuffandone l’immagine per un fumetto, chi lo spunto per una canzone, chi una colorita imprecazione o la distinzione di uno status politico di nessun significato. Tutti costoro allignano come funghi sul tronco di un albero abbattuto dalla valanga, umido e internamente corroso.
  “Ho affrontato Céline nei mesi di preparazione alla scrittura di questo libro. Ho letto soprattutto Bagatelle per un massacro, nella perfetta traduzione di Giancarlo Pontiggia, ritirata dalle librerie in seguito alla minaccia dell’avvocato François Gibault, legale della vedova Céline, di muovere causa all’editore. Al Tribunale di Milano resiste all’irresponsabile abbandono che circonda i casi dell’umana giustizia solo il numero di iscrizione a ruolo e il nome di colei che, a ogni buon conto, ha promosso la causa: Destouches Almanzor Lucie vs Ugo Guanda 7749 – aprile 1982. È la terz’ultima della pagina in un elenco scritto con la grafia trascurata e incomprensibile delle ultime generazioni di cancellieri, gente a cui non è stata insegnata l’arte della calligrafia. La bella scrittura era uno dei requisiti essenziali per coloro che dovevano entrare nei quadri burocratici teresiani e napoleonici. Evidentemente il catasto del fallimento giudiziario italiano si può aggiornare anche in brutta copia.”

  L’AUTORE – Riccardo De Benedetti è nato a Milano nel 1955. Dal 1978 al 2000 è stato redattore della rivista di filosofia “aut aut” fondata da Enzo Paci. Ha collaborato a diverse riviste di filosofia intervenendo su Girard, Nietzsche, Bonhoeffer, Jabés, Derrida, Th. Mann. Con Medusa ha pubblicato: La fenice di Marx (2003), La politica invisibile di Maurice Blanchot (2004) e La chiesa di Sade (2008) e ha curato volumi di Roger Caillois, Giovanni Pozzi ed Eric Voegelin.

  INDICE DELL’OPERA - Premessa – Ringraziamenti - Céline e il caso delle “Bagatelle” – Note – Bibliografia - Postfazione, Giancarlo Pontiggia - Indice dei nomi