Vita di Apollonio di Tiana |
Filostrato Vita di Apollonio di Tiana Adelphi Edizioni, pagg.434, Euro 28,00
IL LIBRO – Si racconta che l’imperatore romano Alessandro Severo tenesse fra i suoi Lari, oltre alle effigi degli imperatori deificati e dei suoi avi, quelle di certi «santi spiriti» tra cui Apollonio di Tiana, Cristo, Abramo e Orfeo. Ma chi era questo Apollonio di Tiana, degno di stare accanto a un «nuovo dio» come Cristo o a una primordiale figura del mito come Orfeo? Ben difficile è ricostruire la realtà storica di questo «mago e stregone abilissimo» (come lo definisce Dione Cassio), su cui scarse sono le testimonianze dirette, del I secolo dopo Cristo. Ma negli anni successivi alla sua morte vediamo crescere la sua leggenda e si impone il parallelo, e il contrasto, fra Apollonio e Gesù, che doveva valere a rivendicare gli dèi pagani, ormai stanchi, e a dimostrare che i miracoli di Gesù non erano in fondo maggiori di quelli del sapiente Apollonio. Infine, tra il II e il III secolo, il letterato Filostrato (su commissione della temibile Giulia Domna, moglie di Settimio Severo e devota ad Apollonio) scriverà questa Vita che rimane una delle creazioni che meglio ci danno l’aura del tardo mondo pagano. Certo, per noi oggi quest’opera non è preziosa soltanto per le enunciazioni dottrinali (dove ritroviamo tanti tratti di un esoterismo sincretistico), quanto per la sua qualità di romanzo favoloso, dove tutto il mondo antico, da Roma all’Asia Minore, all’India, ci si mostra come sfondo delle avventure di questo mago itinerante e sentenzioso, di questo guru che è, come non potrebbe non essere, insieme cialtrone e divino. Inoltre la Vita non ci offre soltanto i fatti memorabili di Apollonio, ma ci appare come una narrazione sinuosa, piena di incantevoli digressioni etnografiche, naturalistiche, mitologiche, antiquarie. Se tentiamo di coglierne il profilo, possiamo vederla innanzitutto come una sorta di itinerario nel meraviglioso, non meno variegato e appassionante di quello di Marco Polo: «Passano così nel racconto strani animali e piante prodigiose, sterminate pianure e monti che paiono invalicabili e fiumi larghi come mari, città ciclopiche e palazzi tutti d’oro, genti d’altre razze e i loro re e sacerdoti, leggi, usanze, tradizioni di un mondo diverso» (così scrive Dario Del Corno, che qui ha tradotto, introdotto e commentato per la prima volta in italiano l’opera di Filostrato). E alla fine di questo grande viaggio Apollonio apparirà anche a noi come l’ultimo, sontuoso riflesso del mondo magico e religioso pagano prima del suo inabissarsi. E ripenseremo ai versi in cui lo evocava il grande Kavafis: «Forse non è venuto ancora il tempo / d’una sua nuova comparsa nel mondo, / o forse, ignoto, in una strana metamorfosi, / fra noi s’aggira. – Un giorno apparirà / com’era, in atto d’insegnare il vero: allora / certo riporterà il culto degli dèi / nostri, i nostri squisiti riti ellenici». DAL TESTO – “Apollonio osservò princìpi affini a questi, e in modo ancora più divino di Pitagora seppe accostarsi alla sapienza e sollevarsi al di sopra dei tiranni; ma benché sia vissuto in tempi non remoti né troppo recenti, gli uomini non lo conoscono ancora per la vera sapienza, che esercitò da filosofo e secondo virtù. Della sua personalità alcuni esaltano un aspetto, altri un altro; e dato che si incontrò con i Magi in Babilonia, con i Bramani dell'India e con i Ginnosofisti che vivono in Egitto, vi è pure chi lo ritiene un mago e lo accusa di avere praticato la stregoneria: ma lo fa per ignoranza. Infatti Empedocle e lo stesso Pitagora e Democrito, pure frequentando i Magi e rivelando molte verità soprannaturali, non si abbassarono mai all'arte magica. Platone andò in Egitto e inserì nelle sue opere molte dottrine dei profeti e dei sacerdoti di quel paese, al modo di un pittore che aggiunge il colore ai suoi disegni; ma non venne mai considerato un mago, sebbene più di ogni altro uomo fosse invidiato per la sua sapienza. Non si può imputare ad Apollonio il fatto di presentire e preannunciare gli eventi, per ascrivergli una sapienza siffatta; altrimenti, si dovrà accusare pure Socrate per i pronostici appresi dal suo demone, e Anassagora per le sue predizioni. Chi non sa che Anassagora a Olimpia, un giorno che non pioveva affatto, si presentò allo stadio vestito di una pelle di montone, preannunziando così un temporale? Né cadde in errore a pronosticare che una casa sarebbe crollata, poiché in effetti questa crollò; e disse il vero, quando preconizzò che di giorno si sarebbe fatta notte, e che dal cielo sarebbero cadute pietre a Egospotami. Eppure la gente, che ascrive a sapienza queste predizioni di Anassagora, nega ad Apollonio di avere previsto il futuro grazie alla sua sapienza, e afferma che faceva ciò per arte magica.” L’AUTORE – Filostrato, Lucio Flavio (Lemno, 170 d.C. ca. - , 244-249 d.C.). Nato a Lemno attorno al 170 d.C. e morto tra il 244 e il 249 d.C.. Insegnò retorica ad Atene per poi trasferirsi a Roma, godendo del favore dell'imperatore Settimio Severo e di Giulia Domna, la quale gli commissionò la Vita di Apollonio di Tiana. Ancora a Roma scrisse l'Eroico, opera in forma dialogica sul culto di Protesilao. Ad Atene scrisse poi le Vite dei Sofisti. INDICE DELL’OPERA - Introduzione, di Dario Del Corno - Vita di Apollonio di Tiana - Libro Primo - Libro Secondo - Libro Terzo - Libro Quarto - Libro Quinto - Libro Sesto - Libro Settimo - Libro Ottavo - Note
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