Festung Trient |
Stefano Pinotti Festung Trient Edizioni Gino Rossato, pagg.294, Euro 22,00
IL LIBRO – Da tempo si attendeva l'avvento di una ricerca conclusiva sui fatti che hanno condotto allo sviluppo della piazzaforte di Trento. Un approfondimento col quale l'autore conferisce pieno valore alla contestualizzazione storica, preliminare a definire le motivazioni che hanno contribuito a fare di Trento la sede della poderosa Festung, destinata tuttavia a rimanere avulsa dai principali eventi bellici. Indispensabile il ricorso alle fonti d'archivio, specie a quelle pervenute da un autorevolissimo fondo totalmente inedito, consentendo a questo studio di fare chiarezza conclusiva sull'ultimo atto del processo unitario. DAL TESTO – “Ricorda il plenipotenziario del Re d’Italia a Vienna, Luigi Federico conte di Menabrea, in una lettera da egli indirizzata al ministro degli affari esteri in Firenze, il 2 ottobre del 1866, che l'indicazione territoriale con il termine “Trentino” non rappresentava una sua coniazione e nemmeno una indicazione ex novo. Sempre secondo il pensiero del diplomatico italiano dal 1027 al 1796 si era sempre parlato di Principato Trentino o di Trento, senza contare le numerose fonti antiche che menzionavano la parola Trentino, utilizzata per evidenziare la porzione di territorio che in pieno Ottocento, per consuetudine, si era soliti definire Tirolo meridionale dell'Austria. A conforto di quanto sostenuto da Menabrea egli ricorda quanto scrive, nella prefazione all'opera Ragionamento istorico il conte Benedetto Giovanelli nel 1810: «A fine di indagare e scoprire una verità che da lungo tempo cercavano di nascondere coloro che Trento non città d'Italia, ma di Germania o del Tirolo francamente dichiaravano». Sempre il conte Giovanelli aggiunge poco dopo: «Questa ricerca per quanto mi sembra riuscir dovrebbe interessante, specialmente in quest'epoca avventurosa in cui il più grande e il più potente monarca dell'universo riunì il Trentino al suo Regno d'Italia e fissò in tal guisa immutabilmente il luminoso posto che da qui innanzi occupar dobbiamo fra le Nazioni».” L’AUTORE – Stefano Pinotti è nato il primo maggio del 1972 a Bologna dove vive e lavora. Laureato in Storia Moderna presso l'Università di Bologna, ha conseguito, sempre presso lo stesso ateneo, il dottorato di ricerca in Storia e Informatica. Presso il Dipartimento di Discipline Storiche dell'Università di Bologna ha conseguito un assegno di ricerca per l'anno 2007. Ha pubblicato una recensione al testo «Architetto sia l'ingegniero che discorre: ingegneri, architetti e proti nell'età della repubblica» a cura di Giuliana Mazzi e Stefano Zaggia (Venezia, Marsilio, 2004. - 367 p. in Annali di Storia delle Università italiana, Clueb, 2005). Autore de «Gli indiani e l'arte della guerra» in I sentieri delle lacrime: temi e problemi nella storia degli indiani d'America, [a cura di] Giovanni Greco, Davide Monda (3. ed., Bologna, Libreria Bonomo editrice, 2006, 321 pp.). Coautore con Gian Carlo Calcagno di «Le riviste di Ingegneria» in Atlante delle professioni, a cura di Maria Malatesta (Bologna, Bononia università press, 2009, XII-379 pp.). INDICE DELL’OPERA - Premessa – Parte I. Il Trentino dal patriottismo risorgimentale alla prima guerra mondiale - Cap. I. Il periodo risorgimentale e le prime tracce di nazionalismo (1. Il Risorgimento italiano – 2. Valori e contenuti del nazionalismo italiano suscitati dal patriottismo – 3. La costruzione della mitologia nazionale mediata dalla produzione letteraria - 4. Letteratura e poesia trentina risorgimentale - 5. L'italianità del Trentino) - Cap. II. Le nuove correnti di pensiero e le nuove idee liberali (1. Dalle prime manifestazioni nazionaliste ai preparativi rivoluzionari - 2. Origini delle cospirazioni trentine e clima di patriottismo rivoluzionario - 3. I militanti trentini delle organizzazioni separatiste e attività dei fuoriusciti - 4. Sviluppo a Trento delle associazioni per la tutela e la salvaguardia della lingua italiana dall'azione pan germanica - 5. Cesare Battisti: il martire di Trento) - Parte II. La fortificazione di Trento - Cap. I. Il Trentino nel quadro strategico dell'impero austro-ungarico (1. I confini naturali - 2. La rilevanza strategica del saliente Trentino nel corso del secolo XIX - 3. I concetti della fortificazione permanente e i principi generali per la costruzione dei forti di montagna – 3.1. Dai punti salienti della scuola di fortificazione austro-ungarica all'avvento dei forti staccati nel corso dell'Ottocento – 4. La preparazione poliorcetica in Italia – 4.2. L’evoluzione del Castel San Felice) – Cap. II. Ragioni e cause del trinceramento di Trento (1.1. I fatti d'arme in Trentino durante la terza guerra d'indipendenza – 1.1. Le Imprese del Generale Medici – 1.2. Le gesta garibaldine in Trentino – 2. Trento, baricentro difensivo dell'ultimo caposaldo meridionale austro-ungarico – 3. Settori difensivi e missioni di natura tattica delle fortificazioni) - Cap. III. Suddivisione del territorio e peculiarità funzionali delle opere difensive (1. Le opere fortificatorie della fortezza Trento: descrizione di ogni singola opera - 1.1. Primo settore di difesa - 1.2. Secondo settore di difesa - 1.3. Terzo settore di difesa – 1.4. Quarto settore di difesa - 1.5. Quinto settore di difesa - 1.6. Sesto settore di difesa - 1.7. Opere fortificate complementari - 2. Radiazione delle opere fortificate ex austroungariche - 3. I quartieri militari di Trento alle soglie della Grande Guerra) - Cap. IV. I cannoni a difesa di Trento (1. Generalità sulla rigatura delle armi e caratteristiche dei cannoni rigati - 2. L'artiglieria austro-ungarica e l'armamento della Festung Trient - 2.1. Nomenclatura austro-ungarica per l'artiglieria della Festung - 2.2. Artiglieria di piccolo calibro presente nella Festung Trient - 3. Armamento della fortezza di Trento e analisi critica con altre fonti) - Conclusioni – Fonti - Archivi - Fonti bibliografiche
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