La collera di Dio Stampa E-mail

Lattanzio

La collera di Dio
Testo latino a fronte

Bompiani, pagg.456, Euro 15,00

 

lattanzio_collera  IL LIBRO – Il De ira Dei venne certamente composto in un periodo compreso entro il primo decennio del IV secolo d.C. In esso Lattanzio (240-320 d.C. ca.), retore latino allievo di Arnobio, convertitosi al Cristianesimo e divenuto poi intellettuale alla corte di Costantino, sviluppa attraverso un’articolata disputa con le correnti morali e teologiche della filosofia pagana il tema della collera divina, sostenendo, in conformità con la concezione biblica di un dio personale, razionale e sensibile, la necessità di rintracciarvi uno degli attributi essenziali e definitori della perfezione del primo artefice, anziché un indice di deficienza ontologica. Lattanzio vuole dimostrare come la vera natura dell’ira possa essere colta soltanto se, abbandonando le vane speculazioni dei filosofi e affidandosi all’insegnamento scritturale, si cessa di vedervi un sintomo dell’irrazionalità dell’animo umano o un segno della malevolenza divina e si riconosce, in essa, l’azione amorevole di una pedagogia paternalistica sempre orientata a beneficiare il progetto escatologico di redenzione del genere umano. A oltre ottant’anni di distanza dall’ultima traduzione integrale in lingua italiana, l’edizione del testo è curata da Luca Gasparri. L’introduzione offre una guida sintetica ma precisa alla struttura espositiva del trattato. Il commentario rappresenta un valido strumento per penetrare in profondità nel nucleo dottrinario, storico-filosofico e letterario dell’opera. La bibliografia raccoglie tutta la letteratura relativa all’opera apparsa fino all’anno 2008. Gli indici conclusivi, infine, danno conto nel dettaglio della complessa rete di rimandi tematici, argomentativi e testuali sottesi allo scritto lattanziano. Il testo latino riproduce l’edizione critica di Christiane Ingremeau, conservandone integralmente la struttura e la scelta delle lezioni.

  DAL TESTO – “20, 1. Se Dio può perdonare, può anche montare in collera. - Perché dunque, dirà qualcuno, i peccatori godono di prosperità mentre i giusti versano nella sventura? – Gli schiavi fuggitivi e i figli rinnegati, in effetti, vivono in piena libertà, mentre coloro che sottostanno alle regole di un padre o di un padrone conducono un'esistenza più rigorosa e sobria. 2. Ciò si determina perché la virtù viene messa alla prova e confermata nella cattiva sorte, mentre il vizio si consolida per effetto del piacere. Chi è colpevole, tuttavia, non deve sperare in un'eterna impunità, giacché la sorte non è mai infinitamente propizia, «bensì appare chiaro che l'uomo deve sempre aspettarsi la venuta dell'ultimo giorno, e nessuno può dirsi beato prima della morte e degli estremi onori», come ha detto un poeta non privo di grazia. 3. È l'esito finale ciò che rende prova della felicità, e nessuno, vivo o morto che sia, può sottrarsi al giudizio di Dio. Egli, infatti, ha il potere di far precipitare i vivi dalle loro altezze e infliggere ai morti eterni tormenti.”

  IL CURATORE – Luca Gasparri (1985), dottorando di ricerca in Filosofia presso l’Università Vita-Salute S. Raffaele di Milano, già autore, oltre ad alcuni articoli, dei volumi Suicidio e filosofia. Dagli antichi a Leopardi (Padova 2008), Note alla metafisica dell’immediato (Padova 2008) e Filosofia dell’illusione. Lineamenti di glottologia e di critica concettuale (Milano 2010).

  INDICE DELL’OPERA - Introduzione - Notizia biografica - Nota editoriale - Tavola delle abbreviazioni - La collera di Dio - Testo latino e traduzione – Commentario – Bibliografia - I. Repertori bibliografici - II. Principali edizioni fino al 1700 - III. Edizioni, commentari e traduzioni dal 1700 - IV. Letteratura secondaria – Indici - I. Indice degli autori antichi - II. Indice dei passi biblici - III. Indice dei nomi propri - IV. Indice dei temi e delle parole chiave – Postfazione, di Giuseppe Girgenti