L’amico Putin |
Francesca Mereu L’amico Putin Aliberti Editore, pagg.347, Euro 18,00
IL LIBRO – Alla scadenza del secondo mandato del presidente Yeltsin, la cerchia di alti ufficiali di Stato e finanzieri che determinava la politica russa del tempo cercava un erede, una persona che avrebbe permesso loro di continuare a controllare il Paese. Putin sembrava avere le qualità necessarie, ma era sconosciuto ai più, e gli abili politologi del Cremlino si misero al lavoro per crearne l'immagine più appropriata. Ma a loro insaputa anche un gruppo di ex agenti del Kgb lavorava a pieno ritmo al cosiddetto progetto Putin. A settembre di quell'anno alcune esplosioni distrussero una serie di palazzi a Mosca e in altre due città, provocando più di trecento vittime. Chi erano i misteriosi terroristi? Le autorità puntarono subito il dito sui ceceni. Prima della fine del mese fu dato il via alla seconda campagna cecena. Con l'ascesa della violenza nel Caucaso, la popolarità di Putin crebbe: da allora la Russia non sarebbe stata più la stessa. Il settantotto per cento degli uomini al potere, in Russia, è costituito da agenti del Kgb. In una decade Putin ha messo la stampa sotto controllo, ha eliminato tutti gli avversari politici e ha fatto approvare leggi che gli permettono di manovrare qualsiasi risultato elettorale. In questo libro Francesca Mereu ci svela dall'interno le impressionanti vicende legate all'ascesa e al consolidamento di Vladimir Putin, accompagnate da una riflessione sulla sua emulazione di parte italiana. DAL TESTO – “Putin non crede che l'Occidente sia più democratico della Russia, ma è convinto che nei Paesi occidentali ci sia solo più falsità e che la parola democrazia venga sbandierata solo quando serve a difendere gli interessi economici dell'Occidente. Qual è la differenza tra la guerra che gli americani hanno iniziato in Iraq e quella del Cremlino contro la Cecenia? Entrambe sono state organizzate per motivi economici e politici: il petrolio innanzitutto, e per rafforzare il potere della Casa Bianca americana e quello del Cremlino. Ma la prima viene considerata una guerra democratica, perché è stata iniziata dall'Occidente, la seconda invece viene vista come un'aggressione, una violazione dei diritti umani. L’AUTRICE – Francesca Mereu ha lavorato e vissuto a Mosca per più di dodici anni. Da lì è stata la corrispondente della radio americana Radio Free Europe/Radio Liberty. In seguito ha trascorso sei anni al «Moscow Times», per il quale si è occupata di politica interna e dei servizi di sicurezza russi. I suoi articoli sono stati pubblicati dall’«International Herald Tribune», dal «The New York Times» e da numerosi giornali italiani. È autrice di un dizionario russo-italiano. INDICE DELL’OPERA - Prefazione. Dalla Lubyanka al Cremlino: l'inviato speciale del Kgb, di Paolo Guzzanti - Capitolo primo. Progetto Putin - Capitolo secondo. Missione compiuta - Capitolo terzo. Putin e la lotta contro la stampa - Capitolo quarto. Le organizzazioni non governative - Capitolo quinto. Chiesa cekista - Capitolo sesto. Immagine - Capitolo settimo. Riforma e controriforma dell'Fsb - Capitolo ottavo. Crimine e Fsb - Capitolo nono. Avvelenamenti e omicidi - Capitolo decimo. Tutti sotto controllo, i movimenti giovanili del Cremlino - Capitolo undicesimo. Le riforme politiche - Appendice. L'amico Silvio? La russificazione dell'Italia
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