Il senso del piombo |
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Luca Moretti Il senso del piombo Castelvecchi, pagg.127, Euro 12,50
DAL TESTO – «Mi chiedete chi è Carlos Reutemann, se esiste un'organizzazione dietro questa sigla. Rispondo no, non è stata la sigla di un'organizzazione unica, con organi dirigenti, con capi, programmi e riunioni periodiche. Non esiste un'organizzazione che abbia questo nome e che sia comparabile alle Brigate Rosse o a Prima Linea. Non esiste nemmeno un livello minimo di organizzazione. Ogni gruppo armato che si è formato anche occasionalmente nel nostro ambiente, fosse anche per una sola azione, ha potuto usare questa sigla. D'altra parte non c'è stato modo per impedirlo. Mi chiedete se siamo o siamo stati fascisti, vi rispondo che i fascisti del dopoguerra non sono mai esistiti e che candidamente qualcuno può solo aver pensato, o per meglio dire immaginato, di essere fascista. Di Mussolini non me n'è mai importato niente: non ho mai pensato che fosse una gran persona. Quando sentivo dire: "Uccidere un fascista non è reato" non pensavo al Duce o al Ventennio, ma all'unica persona fascista che conoscessi, mia madre. Ci siamo semplicemente schierati da quella parte che ritenevamo essere più debole, numericamente inferiore, contro un Sistema oppressivo e soffocante. Abbiamo interiorizzato l'immagine un po' parodistica del camerata che fa le cose solo perché i superiori gli dicono di farle. In numero ancora più ristretto abbiamo seminato la disobbedienza tra quelle fila, abbiamo pensato di poter cambiare il mondo con la forza, abbiamo distrutto la nostra vita e quella di molte altre persone per questo». L’AUTORE – Nato a L’Aquila nel 1977, Luca Moretti vive e lavora a Roma. Fondatore della rivista “TerraNulliius”, dirige i corsi di scrittura creativa organizzati dalla cooperativa sociale Agorà e cura la collana di narrativa minimale “Microlit” (18:30 edizioni). Tra i suoi libri, oltre al romanzo Cani da rapina (Purple Press, 2009), il graphic novel Non mi uccise la morte, sceneggiato per le matite di Toni Bruno e pubblicato dalla Castelvecchi (2010).
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