a cura di Gianluca Magi
Il Codice del Potere (Arthaśāstra) Arte della guerra e della strategia indiana
Edizioni Il Punto d’Incontro, pagg.415, Euro 12,90
IL LIBRO – Il Codice del Potere (Arthaśāstra) è una quintessenza di equilibrio, saggezza e strategia che ha superato indenne, per vigore ed efficacia, la prova di ventiquattro secoli. Una scienza progredita e spregiudicata che esplora la natura del potere, del successo e della prosperità economica: come ottenerli, consolidarli, goderne e governare le responsabilità che comportano. Kauṭilya, il suo geniale autore, detto l'Aristotele e il Machiavelli hindū, distillò verità senza tempo sull'acquisizione e l'esercizio del potere, divenendo un maestro d'insuperata insidia nell'arte del potere. Al tal punto che i suoi insegnamenti resero possibile a Candragupta, un condottiero dalle oscure origini, la rapida ascesa al trono e la creazione del primo potente impero indiano. Così come diresse i sovrani dell'antichità, oggi quest'opera è considerata fondamentale per l'addestramento dei manager e della classe dirigente indiana. Un capolavoro strategico-politico-militare, sconosciuto in Occidente, che svela le leggi dell'invincibilità in tempo di pace e in tempo di guerra.
DAL TESTO – “Il re facendo piazza pulita della schiera dei sei nemici interiori, consegue la vittoria sui sensi; grazie alla pratica con gli anziani, consegue il discernimento; grazie alle spie, la vista; grazie all'azione, la prosperità; grazie all'esercizio della sua autorità, la determinazione dei doveri propri a ciascuno; grazie all'istruzione nelle scienze, la retta condotta; grazie alle largizioni di ricchezze, l'affetto degli uomini; grazie alla prosperità materiale, i mezzi di vita. “Avendo domato i sensi, in tal modo si astiene dalle offese alle mogli e ai beni altrui anche durante il sonno, dalle passioni smodate, dalla menzogna, dall'arroganza, dalle cattive relazioni e da quello stile di vita separato dalla giustizia e dal profitto. “Senza contrastare la giustizia e il profitto, pratichi il piacere dei sensi. Non se ne privi! Pratichi egualmente i tre scopi della vita, che sono tra loro interdipendenti. Poiché uno solo tra giustizia, utilità e piacere dei sensi, laddove perseguito in eccesso, distrugge se stesso e gli altri due. Certo il profitto è il capo principale: dice Kauṭilya; poiché la giustizia e il piacere dei sensi hanno radice nel profitto. “Disponga maestri o ministri come limiti alla propria condotta personale, capaci di trattenerlo dalle situazioni rovinose o - col pungolo dell'indicazione del tempo nell'esecuzione dei suoi doveri, cadenzati dall'ombra dello gnomone e dell'orologio ad acqua - di ferirlo in segreto laddove negligente. “La sovranità può essere esercitata solo con la cooperazione dei ministri. Una ruota sola non è in grado di far muovere un carro. Dunque, il re scelga dei ministri e n’ascolti i modi di vedere.”
IL CURATORE – Gianluca Magi insegna Sociologia delle culture indiane presso l'Università di Urbino. Studioso di filosofie e psicologie orientali, è anche psicanalista e integra le tecniche di meditazione orientale al contesto analitico.
INDICE DELL’OPERA - Introduzione – I. La disciplina – II. La condotta dei sovrintendenti – III. La giustizia – IV. Estrazione delle spine – V. La condotta segreta – VI. L'origine della sfera geopolitica – VII. Le sei strategie politiche – VIII. Le avversità dello Stato – IX. L'azione dell'invasore – X. La guerra – XI. La condotta nei confronti delle corporazioni – XII. Il nemico più potente – XIII. Stratagemmi per espugnare piazzeforti – XIV. Mezzi occulti – XV. Metodologia del trattato - La presente edizione italiana - Bibliografia – Nota sul curatore
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