I vinti del Risorgimento Stampa E-mail

Gigi Di Fiore

I vinti del Risorgimento
Storia e storie di chi combatté per i Borbone di Napoli

Utet Libreria, pagg.368, Euro 19,00

 

difiore_vinti  IL LIBRO – Quasi tremila morti, migliaia di dispersi e deportati: fu questo il Risorgimento per i vinti nel Mezzogiorno d’Italia. Dallo sbarco di Garibaldi fino alla capitolazione dell’esercito delle Due Sicilie a Gaeta passarono appena nove mesi. Tanto bastò a sfaldare un regno, che la dinastia dei Borbone aveva guidato per 127 anni. Su quel tracollo solo ora emerge, finalmente nella sua interezza, uno spaccato da conquista militare: diplomazia, forza delle armi e politica riuscirono a creare le condizioni per un’annessione al Piemonte, che violava le norme del diritto internazionale, realizzata con i fucili senza il consenso delle popolazioni. In poco tempo le regioni meridionali, con 9 milioni di abitanti, furono «italianizzate»: azzerati monete, codici penali e civili, burocrazie. Tra il 1860 e il 1861, come mette in luce l’autore con sapienza narrativa e una documentazione inedita e ricca di particolari, gli sconfitti, protagonisti di questa dettagliata ricostruzione storica, furono soprattutto migliaia di pastori, carbonari e contadini del Matese, delle Puglie, delle campagne salernitane, della Sicilia, dei Tre Abruzzi, del contado del Molise, della Calabria, di Napoli. Un esercito di oltre 50 mila uomini: meridionali, a difendere quella che allora era la loro Patria. Su quei mesi, sui militari, sulla generazione che realizzò in concreto il Risorgimento, sia nella vittoria sia nella sconfitta, l’Archivio Borbone è una miniera ancora poco esplorata. E da quelle carte, come da molte altre fonti esaminate negli anni da Di Fiore (memorie autobiografiche di ufficiali borbonici, piemontesi e garibaldini, la collezione della «Gazzetta di Gaeta», documenti in parte trascurati negli archivi di mezza Italia) emergono anche piccoli drammi personali, storie di eroismi, opportunismi e miserie, comuni a tutti i trapassi di epoche e di poteri, che arricchiscono questo affresco sugli ultimi giorni dell’esercito borbonico e del Regno delle Due Sicilie.

  DAL TESTO – “Negli Stati Uniti, la guerra di secessione, che minò l'unità di quella Nazione, viene studiata con rispetto per le ragioni e i morti sia degli Stati del Sud che di quelli del Nord. Entrambe le parti di quel conflitto, con uguale considerazione collettiva, possono ricordare, senza ironia, i loro caduti, i loro ufficiali, le loro gesta, in un'ottica nazionale unitaria. In Italia, invece, la guerra combattuta nelle Due Sicilie viene ancora liquidata, con generale sufficienza, in poche battute. A New Orleans esiste un Museo della Confederazione e nessuno grida allo scandalo, se vi vengono conservati documenti e cimeli dell'esercito sconfitto in quella guerra combattuta, guarda caso, tra il 1860 e il 1865. In Italia, dopo 143 anni, siamo ancora all'anno zero. Eppure, la storia dovrebbe essere ansia di comprensione, senza pregiudizi, del passato.”

  L’AUTORE – Gigi Di Fiore, già redattore al «Giornale» di Montanelli, è oggi inviato al «Mattino» (Premio Saint Vincent per il giornalismo nel 2001; tre volte Premio speciale cronista) e storico. Tra le sue pubblicazioni: Il Palazzo dei misteri (1992); 1861 Pontelandolfo e Casalduni: un massacro dimenticato (1998).

  INDICE DELL’OPERA - Introduzione – I. Il re lascia Napoli (1.1. Tra maneggi e tradimenti - 1.2. I generali sotto accusa - 1.3. La misteriosa ribellione degli svizzeri - 1.4. Addii e delusioni) – II. Il Regno in «stato di guerra» (2.1. Si dettano nuove norme - 2.2. Il volto dei nemici sconfitti - 2.3. La conquista di Caiazzo) – III. Sul Volturno lo scontro decisivo (3.1. L'avanzata di Von Mechel - 3.2. I garibaldini resistono a Castel Morrone - 3.3. Sotto gli occhi del re l'attacco a Santa Maria - 3.4. Si tirano le somme sugli scontri) – IV. L'esercito piemontese getta la maschera (4.1. Al Macerone si combattono truppe regolari - 4.2. Atteggiamenti da conquistatori) – V. Le illusioni sul Garigliano (5.1. Vita da campo tra Sant'Agata e Cascano - 5.2. Gli scontri del 26 ottobre - 5.3. Eroismo e sangue sul ponte di ferro - 5.4. Il voltafaccia dei francesi) – VI. Bombe sui civili di Capua (6.1. La lunga marcia dei capitolati - 6.2. Le peregrinazioni dei congedati a Terracina - 6.3. In trappola tra Mola e Montesecco) – VII. L'epopea di Gaeta (7.1. Vita quotidiana - 7.2. Le due sortite fuori le mura - 7.3. Si muore per le bombe e per il tifo - 7.4. La flotta francese saluta - 7.5. Lo scoppio della batteria Sant'Antonio - 7.6. Le morti inutili a poche ore dalla resa - 7.7. L'addio del re ai suoi soldati - 7.8. Cialdini raccoglie encomi) – VIII. Esilio e sangue (8.1. Anche Messina e Civitella cedono) – IX. I destini del soldato napoletano (9.1. Le Commissioni scrutatrici - 9.2. I prigionieri diventano un problema - 9.3 Per i «ribelli» c'è la deportazione - 9.4. Diritto di rappresaglia) – Note – Bibliografia - Indice dei nomi