Apparecchio alla morte Stampa E-mail

S. Alfonso Maria de' Liguori

Apparecchio alla morte

Edizioni San Paolo, pagg.392, Euro 19,00

 

liguori_apparecchio  IL LIBRO – Un classico della spiritualità cristiana, pubblicato per la prima volta a Napoli nel 1758 e ininterrottamente ristampato fino ad oggi. S. Alfonso vide nascere il libro dalla sua predicazione trentennale svolta soprattutto nei paesi più depressi del Regno di Napoli. Al centro della predicazione il tema dei Novissimi, con lo scopo di risvegliare nei fedeli il senso del peccato e la speranza della vita eterna. Con tono coraggioso, lontano dalla retorica classica e ben lontano dal conformismo del tempo, il santo racconta con colori forti la morte, il giudizio e l’inferno sempre però lasciando intravedere la speranza della beatitudine eterna.

  DAL TESTO – “Che serve angustiarsi, come fa taluno dicendo: Chi sa se son prescito, o predestinato! L'albero allorché si taglia, dove cade? cade dove pende. Dove pendete voi, fratello mio? che vita fate? Procurate di pender sempre dalla parte dell'austro, conservatevi in grazia di Dio, fuggite il peccato; e così vi salverete e sarete predestinato. E per fuggire il peccato, abbiate sempre avanti gli occhi il gran pensiero dell'eternità, chiamato appunto da S. Agostino: "Magna cogitatio". Questo pensiero ha condotti tanti giovani a lasciare il mondo, ed a vivere ne' deserti, per attendere solo all'anima; e l'hanno accertata. Ora che son salvi, se ne trovan certamente contenti, e se ne troveran contenti per tutta l'eternità.
  "Una certa dama, che vivea lontana da Dio, fu convertita dal P. M. Avila con dirle solamente: Signora, pensate a queste due parole: "Sempre e Mai". Il P. Paolo Segneri ad un pensiero ch'ebbe di eternità in un giorno, non poté prender sonno per più notti, e d'indi in poi si diede ad una vita più rigorosa. Narra Dresselio che un certo vescovo con questo pensiero dell'eternità menava una vita santa, replicando sempre tra sé: «Omni momento ad ostium aeternitatis sto». Un certo monaco si chiuse in una fossa ed ivi non faceva altro che esclamare: "O eternità, o eternità!". Chi crede all'eternità, e non si fa santo, diceva il medesimo P. Avila, dovrebbe chiudersi nella carcere de' pazzi.”

  L’AUTORE – Alfonso Maria de' Liguori nacque il 27 settembre 1696 a Marianella di Napoli, primogenito di otto figli. Laureatosi a sedici anni in diritto canonico e civile, venne presto acclamato civilista di fama per le vittorie riportate in tutte le liti affidategli. Nel 1723 un clamoroso processo perduto decise il suo avvenire. Ordinato sacerdote nel1726, penetrò con coraggio nel mondo dei lazzaroni per recuperarli mediante l’istituzione delle “Cappelle serotine”. Nel 1732 fondò a Scala (Salerno) i Missionari Redentoristi con lo scopo di catechizzare le anime più abbandonate delle campagne. Fatto vescovo di Sant’Agata dei Goti nel 1762, ottenne l’esonero dal governo della diocesi tredici anni dopo, per ritirarsi a Pagani, dove quasi novantunenne si spense il 1° agosto 1787. Ha lasciato in tutto centoundici scritti. Gregorio XVI nel 1839 lo dichiarò santo; Pio IX nel 1871, dottore della Chiesa; e Pio XII nel 1950, patrono dei confessori e moralisti.

  INDICE DELL’OPERA – Introduzione - Apparecchio alla morte - Dedica dell'Autore - Intento dell'opera necessario a leggersi – Considerazioni - I. Ritratto d'un uomo da poco passato all'altra vita - II. Colla morte finisce tutto - III. Brevità della vita - IV. Certezza della morte - V. Incertezza dell'ora della morte - VI. Morte del peccatore - VII. Sentimenti d'un moribondo - VIII. Morte de' giusti - IX. Pace d'un giusto che muore - X. Mezzi per apparecchiarsi alla morte - XI. Prezzo del tempo - XII. Importanza della salute - XIII. Vanità del mondo - XIV. La vita è viaggio all'eternità - XV. Della malizia del peccato mortale - XVI. Della misericordia di Dio - XVII. Abuso della divina misericordia - XVIII. Del numero de' peccati - XIX. Della grazia e della disgrazia di Dio - XX. Pazzia del peccatore - XXI. Vita infelice del peccatore - XXII. Del mal abito - XXIII. Inganni che il demonio mette in mente a' peccatori - XXIV. Del giudizio particolare - XXV. Del giudizio universale - XXVI. Delle pene dell'inferno - XXVII. Dell'eternità dell'inferno - XXVIII. Rimorsi del dannato - XXIX. Del paradiso - XXX. Della preghiera - XXXI. Della perseveranza - XXXII. Della confidenza nel patrocinio di Maria - XXXIII. Dell'amore di Dio - XXXIV. Della santa Comunione - XXXV. Della dimora di Gesù nel SS. Sacramento - XXXVI. Dell'uniformità alla volontà di Dio