Un patriota leccese nell'Albania ottomana |
Giacinto Simini Un patriota leccese nell'Albania ottomana Argo Editrice, pagg.128, Euro 12,00
IL LIBRO – Tra i protagonisti dei moti del 1848, a Lecce, c’era anche Gennaro Simini, un colto medico di schiette simpatie mazziniane. Perseguitato dal regime borbonico, si rifugia dapprima a Corfù e poi a Scutari, nell’Albania ottomana, dove, grazie alle sue doti umane e professionali, si guadagna un ruolo sociale e politico di spicco. Raggiunta l’Unità d’Italia, ha l’opportunità di tornare in patria e occupare cariche di prestigio offertegli direttamente da Vittorio Emanuele II. Preferisce invece rimanere nella sua seconda patria, che vuole libera dal dominio turco, operando una scelta che, pur comprensibile entro i canoni di una cultura politica dominata dalla romantica figura dell’Eroe dei due mondi, pone qualche interrogativo al lettore contemporaneo. Ma forse ha ragione Franco Cardini nella sua prefazione: non è poi scorretto leggere le vicende di questo patriota salentino di metà Ottocento come un romanzo d’avventura… DAL TESTO – “La storia di un medico mazziniano che, fuggito dal Regno delle Due Sicilie, trova asilo sicuro e fraterno nella "barbara" Albania, in un mondo arretrato e isolato, nella piccola città di Scutari dove con meraviglia si è costretti a confrontarsi con una vita culturale provincialistica sì, ma vivissima, con un ambiente che oggi definiremmo "multiculturale" ma nel quale la tolleranza e la convivenza reciproca, anzi l'amicizia e la simpatia fra diversi, sono quasi la norma: un mondo nel quale il crudele bey ottomano locale si rivela un personaggio amabile, gentile e riconoscente; dove l'ombra e il peso della vicina superpotenza del momento, l'Austria - per il quale il mazziniano Simini non poteva certo nutrire sentimenti di cordialità ... - si trasformano in valori di promozione e di progresso; dove austeri e autorevoli luminari clinici provenienti dalla capitale dell'Impero, allora considerato capofila della reazione europea ma anche metropoli della scienza e della cultura, rendono con rigorosa onestà omaggio alla competenza professionale di un esule pugliese; dove un leccese progressista e non certo clericale si fa benvolere da abitanti musulmani e al tempo stesso aiuta il direttore di un seminario cattolico a sfuggire alle loro grinfie in un momento di sommossa; e dove infine quel progressista, che il pregiudizio clericale riesce a perseguitare anche in pieno Impero ottomano, dopo l'unità rifiuta di rientrare in patria e di godere il premio per la sua coerenza politica e preferisce restare invece là, nella sua tranquilla cittadina sul lago di Scutari, nella sua seconda patria, dopo aver fornito un contributo forse decisivo di promozione dell’identità nazionale albanese, con sua moglie, figlia di un console inglese, e la sua famiglia”. LA CURATRICE – Mirella Galletti insegna Storia dei Paesi islamici presso la Facoltà di Studi politici della Seconda Università di Napoli. Nota curdologa, ha tenuto corsi in numerose università italiane e straniere. Per Argo ha curato il volume Viaggi in Armenia, Kurdistan e Lazistan di Alessandro De Bianchi, 2005. INDICE DELL’OPERA - Prefazione, di Franco Cardini - Ringraziamenti - Gennaro Simini esule e medico nell'Albania ottomana, di Mirella Galletti - Gennaro Simini 1848-1849, di Giacinto Simini - Postfazione, di Roberta Simini - Elenco dei patrioti - Elenco dei borbonici - Bibliografia
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