Lo stivale di Garibaldi Stampa E-mail

Marco Pizzo

Lo stivale di Garibaldi. Il Risorgimento in fotografia

Electa, pagg.216, Euro 35,00

 

pizzo_stivale  IL LIBRO – La fotografia, che a metà dell'Ottocento stava muovendo i primi passi, si rivelò ben presto uno strumento di comunicazione di massa particolarmente efficace, e per tale motivo fu piegata alle nuove esigenze della propaganda patriottica per costruire un immaginario visivo del Risorgimento.
  Garibaldi comprese subito la portata rivoluzionaria di questo nuovo mezzo e ne seppe sfruttare l'enorme potenzialità attraverso i suoi numerosi ritratti, che lo fecero diventare un'icona popolare rafforzandone la connotazione eroica. Anche Mazzini fu molto attento alla propria immagine pubblica, posando sempre vestito di nero in segno di lutto per l'oppressione subita dal Paese e favorendo in seguito la diffusione delle sue foto per sostenere la causa repubblicana. E i Mille, conclusa l'impresa garibaldina, furono immortalati uno per uno in formato tessera, dando vita al primo album di figurine, una sorta di "galleria di eroi", per ricordare a posteriori le loro gesta e farle conoscere in tutto il territorio dell'Italia unita.
  Il volume, illustrato da numerose fotografie rare e inedite, narra con immediatezza e vivacità come e con quali scopi la fotografia venne utilizzata durante il Risorgimento, e presenta documenti preziosi, tra cui i primi reportage della nostra storia, le prime vedute di campi di battaglia, ma anche i ritratti, ufficiali e insoliti, di soldati, patrioti e personaggi protagonisti di quel periodo.
  L’Autore spiega con chiarezza e originalità di pensiero, come l’approccio innovativo alla realtà, peculiare del nuovo mezzo comunicativo, accompagnò la rivoluzione del Risorgimento e come – dalla Repubblica Romana del 1849 alla Breccia di Porta Pia del 1870, e oltre – la fotografia diventò lo strumento più importante per la diffusione degli avvenimenti storici, cambiando via via le sue finalità e divenendo all’occorrenza anche “invenzione” del reale.

  DAL TESTO – “Chi seppe sfruttare al meglio lo strumento fotografico secondo una moderna concezione della comunicazione di massa fu senz’altro Giuseppe Garibaldi. Per renderci conto della fortuna dell'Eroe dei due mondi nell'Ottocento basterà osservare la quantità di ritratti che vennero realizzati, in epoche diverse, da fotografi noti o del tutto sconosciuti e che vennero subito utilizzati anche come foto segnaletiche. Forse nessun protagonista della storia italiana del XIX secolo ha potuto contare su una simile varietà, quantità e diversità di immagini, trasformandosi di fatto in una "icona popolare" e, in alcuni casi, semplicemente "pop". Diventò una consuetudine di Garibaldi quella di inviare sue fotografie ad ammiratori e patrioti, spesso apponendovi il suo autografo, una data e un breve saluto. L'eroe del Risorgimento viene ritratto dai fotografi che si susseguono nel corso degli anni a mezzobusto, a figura intera, in piedi o seduto su una sedia, in studio o all'aria aperta, vestito con la mitica camicia rossa o con il poncho. Se i volesse tracciare un percorso cronologico, questo potrebbe partire dalle primissime immagini a dagherrotipo, databili intorno agli inizi degli anni Cinquanta del XIX secolo, fino alla massima produzione coincidente con l'impresa dei Mille, per poi proseguire sempre più consistente nel decennio successivo”.

  L’AUTORE – Marco Pizzo dirige il Museo centrale del Risorgimento di Roma (Complesso del Vittoriano) e coordina il progetto di inventariazione dei fondi archivistici dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano. Si è occupato del recupero delle fonti documentarie per la storia dell’Italia tra Ottocento e Novecento e degli archivi religiosi, in particolare del Sant’Uffizio. Nel 2001 ha ideato il progetto espositivo e l’allestimento del Museo Centrale del Risorgimento di Roma in occasione della sua riapertura. Negli anni successivi ha curato numerose mostre di argomento storico e artistico presso il Complesso del Vittoriano e in altre sedi espositive in Italia e all’estero. Tra i volumi da lui pubblicati si segnala la serie dei Repertori del Museo Centrale del Risorgimento (fondi fotografici, fonti iconografiche, fondi archivistici, collezioni d’arte).

  INDICE DELL’OPERA – Premessa - Una nuova forma di documento: la fotografia - Rovine risorgimentali (Roma 1849 - Palermo 1860 - Gaeta 1861 - Panorami risorgimentali - Porta Pia 1870) - Ritratti risorgimentali (Giuseppe Garibaldi - Giuseppe Mazzini - Camillo Benso conte di Cavour - Gli "eroi" del Risorgimento - Due donne - Papa e re - Morire per la patria) - Mille ritratti e ritratti di gruppo (L’Album dei Mille di Alessandro Pavia - Altre forme di album fotografici - Gruppi in posa) - Alla ricerca dell'identità nazionale (La fotografia tra alte e paesaggio - La fotografia "etnica" - Fotografare l'arte moderna) - Atelier fotografici – Epilogo – Bibliografia - Referenze fotografiche