Il Mediterraneo nella cartografia ottomana |
Vito Salierno Il Mediterraneo nella cartografia ottomana (coste, porti, isole negli atlanti di Piri Reis) Capone Editore, pagg.112, Euro 35,00
IL LIBRO – La cartografia islamica del Mediterraneo non è mai stata studiata nel suo complesso, anche se sono stati pubblicati molti importanti saggi e articoli, in particolare su mappe singole e sugli atlanti compilati da Piri Reis, l'ammiraglio della flotta ottomana nel Cinquecento, che fu autore di due versioni del Kitab-ï Bahriyye [Il libro del mare], copiato ampiamente per tutto il XVII secolo. Il libro, di derivazione dagli isolari italiani, era rivolto all'uomo di mare nella sua prima versione, al collezionista e al bibliofilo nella sua seconda versione: di qui il successo dei molti manoscritti, decine dei quali si conservano tuttora. DAL TESTO – “Maometto II, che era personalmente interessato alla Geografia di Tolomeo, affidò ad uno degli studiosi di corte, Georgios Amirutzes di Trebisonda, il compito di riunire tutte le mappe regionali tolemaiche in un'unica grande mappa, e successivamente di tradurre in arabo la Geografia, includendo le riproduzioni delle carte con le legenda in greco e in arabo perché servissero da motivo per tappeti tessuti in Anatolia, che non si sono conservati. Venuto poi a sapere che esistevano buone traduzioni latine in Italia, quale quella di Emanuele Crisolora finita dal discepolo Jacopo d'Angiolo di Scarperia nel 1406, il sultano ne acquistò una, forse una copia con testo e disegni redatti a cura di Francesco di Lapicino e Domenico di Lionardo Boninsegni, a Firenze, verso il 1415; inoltre, nel 1482, ricevette in dono da Francesco Berlinghieri di Firenze una copia della sua versione a stampa della Geographia, corredata da 27 carte tolemaiche in proiezione cilindrica e quattro tavole nuove dell'Italia. Queste opere sono custodite tuttora nel palazzo del Topkapi; nella biblioteca ci sono anche alcune carte marine italiane, inclusi l'Isolario di Cristoforo Buondelmonte relativo all'arcipelago greco e un atlante di dodici carte di Grazioso Benincasa della seconda metà del XV secolo”. L’AUTORE – Vito Salierno lavora da sempre nel campo della storia moderna e delle letterature comparate, con particolare riguardo a D'Annunzio, Tagore e Iqbal. Tra i suoi lavori storici più noti citiamo L'India degli dèi (1986), D'Annunzio e Mussolini (1988), Roma 1870 (1992), D'Annunzio e i Savoia (2006). Nel campo della letteratura ha curato le edizioni delle lettere di D'Annunzio a Margherita Besozzi (2001), a Nietta Cassinari (2005) e a Barbara Leoni (2008); ha tradotto del poeta bengalese e premio Nobel Rabindranath Tagore il Gitanjali e Luna Crescente (1990) e del poeta-vate della nazione pakistana Muhammad Iqbal il Richiamo della carovana (2010). Nel campo specialistico dell'islamistica, ha pubblicato nel 1963 un'Antologia della poesia urdu, nel 1972 un saggio storico-letterario Pakistan dal deserto alla vita, nel 2000 un saggio su I Musulmani in Puglia e in Basilicata, nel 2001 il romanzo La sultana, nel 2002 un saggio sulle Iscrizioni pseudo cufiche in Puglia e Basilicata, nel 2004 un saggio Iqbal and Italy. Con Capone Editore ha pubblicato nel 2006 I Musulmani in Italia - secoli IX-XIX, nel 2007 L'Iraq dai Sumeri a Saddam Husein, nel 2009 Alla riscoperta della Magna Grecia, e nel 2008 ha curato l'edizione di Yèmen, un viaggio a Sanâa nel 1877 di Renzo Manzoni. INDICE DELL’OPERA – Introduzione - L'epoca di Solimano il Magnifico - La cartografia pre-ottomana: le fonti - La cartografia ottomana - L'Italia nel Kitab-ï Bahriyye - La cosiddetta mappa di Hajji Ahmed - Il Mediterraneo occidentale nel Kitab-ï Bahriyye - Le coste dei Maghreb nel Kitab-ï Bahriyye - Le coste greche e turche nel Kitab-ï Bahriyye - La cartografia ottomana dopo Pirí Reis – Note - Bibliografia generale
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