La melodia del giovane divino |
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Carlo Michelstaedter La melodia del giovane divino Adelphi, pagg.241, Euro 14,00
DAL TESTO – “Io credo che nel momento che l'uomo con piena persuasione enuncia il suo pensiero egli sia - dal punto di vista dell'onestà dell'intenzione - assolutamente buono, e d'altra parte rispetto a un criterio di giudizio assoluto egli abbia tanto più valore quanto più la sua concezione è vasta e universale. - Questo lo è se agisce o se non agisce indifferentemente. Ma quando la sua concez[ione] si oscura e si disgrega da quel punto luminoso di perfetta coscienza e persuasione che aveva ottenuto egli ricade nella meschinità dei suoi interessi particolari: è un disonesto. Ora se un uomo ha sì forte l'interesse teorico da vivere gran parte della vita in quella persuasione luminosa, quest'uomo – qualunque sia stata - per strana contingenza di casi la sua bassezza morale - quest'uomo non potrà non uniformare tutta la sua vita a quella persuasione. - E data una potenzialità limitata di concezione ne risulta il misticismo. Se la potenzialità s'eleva fino al suo grado più alto e abbiamo la persuasione persistente e assoluta della verità non ne può nascere che la abnegazione dell'individualità e la morte. - Il mondo dei viventi è dunque esaurito tutto dai mistici e dai disonesti. Non v'è un terzo.” L’AUTORE – Carlo Michelstaedter nacque a Gorizia nel 1887, da una famiglia agiata di origine ebraica. Studiò a fondo Platone e i presocratici (si veda il suo Dialogo della salute), la Bibbia e i tragici greci, i grandi poeti della nostra letteratura, sempre anelando a quel mondo incondizionato che sta al di là dei limiti della vita umana. Desiderava dunque fuggire da un qui-ed-ora in cui si doveva subire la volontà di un Assoluto imperscrutabile, per annullarsi e diventare egli stesso assoluto. Trasferitosi a Firenze vi frequentò la facoltà di lettere. Terminata nella città natale (ottobre del 1910) la stesura della tesi di laurea (La persuasione e la rettorica) decise di porre termine alla sua fatica di vivere con un colpo di rivoltella. Come risulta evidente anche nelle sue poesie, Michelstaedter non riesce ad accettare il mistero della creazione, non crede in fondo né ad un amore divino né tantomeno ad un suo riflesso efficace nell'uomo, e desidera solo dissolversi nel nulla. INDICE DELL’OPERA - Alla ricerca del tesoro che non c'è, di Sergio Campailla - La melodia del giovane divino – Pensieri - Un giovane - Pensieri sulla menzogna - L'educazione - Domande sull'ebraismo - Il coraggio - La catarsi tragica - La libertà - I nomi - Sapienza e felicità - La melanconia - Il bene - Discorso al popolo - La giustizia - Meglio l'odio - Voi vivete perché siete nati - Il primo e l'ultimo - La filosofia domanda il valore delle cose - Il prediletto punto d'appoggio della dialettica socratica - La via della salute e la voce della philosophia - Acerbo è il frutto - Pessimista è l'imperfetto pessimista - L'individuo forte e l'artista - Delle particelle avversative - Non si può amare che una cosa che si conosce - Cristo e Matusalemme – Racconti - La leggenda del San Valentin - La bora – Ubaldo - Era il paradiso terrestre - Virtù della lingua – Paolino – Amicizia per un cane - Un sogno - Il papa – Critiche - Il piacere di Gabriele D'Annunzio - Piccoli borghesi di Massimo Gorki - Più che l'amore di Gabriele D'Annunzio - Wenn wir Toten erwachen di Enrico Ibsen – Salvini e Gli Spettri - Più che l'amore di Gabriele D'Annunzio al Teatro di Società – A Benedetto Croce - Tolstoi - Lo Stabat Mater di Pergolesi - Note
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