Finis Italiae |
Sergio Romano Finis Italiae Le Lettere, pagg.60, Euro 8,50
IL LIBRO – Una riflessione – lucida e amara ma disincantata – sull’Italia e sugli italiani fatta da uno dei più acuti e amati osservatori della politica. Un tentativo di capire perché siamo giunti al declino e alla morte dell’ideologia risorgimentale. E ancora, uno sforzo per spiegare come e perché gli italiani si disprezzano e si crogiolano nel loro masochismo. DAL TESTO – “In Italia, dopo la seconda guerra mondiale, non vi sono stati né desiderio di rivalsa né processo alla nazione. Dopo la caduta del fascismo e l’armistizio la grande maggioranza del paese si è ritirata nell’«attendismo» e si è limitata a guardare dalla finestra il resto del dramma misurando diplomaticamente e prudentemente il proprio consenso alle forze in campo. Dopo la sconfitta della Germania e del suo satellite fascista ha stretto un patto tacito con l’antifascismo trionfante i cui termini, grosso modo, erano questi. Avrebbe permesso alla nomenklatura antifascista di governarla purché essa non le chiedesse conto di ciò che aveva fatto nei vent’anni precedenti. Il patto conveniva a entrambi: all’antifascismo perché nessuno in tal modo lo avrebbe messo a confronto con le proprie responsabilità fra il 1919 e il 1922, al paese perché nessuno gli avrebbe contestato l’entusiastica adesione al fascismo. Gli uomini politici antifascisti potevano proclamare d’essere stati ingiustamente e violentemente espropriati del potere, gli italiani potevano sostenere d’essere stati oppressi e asserviti da una dittatura aliena. Era una menzogna, naturalmente, ma presentava molti vantaggi, fra cui quello di permettere all’Italia di finire nel campo dei vincitori. (...). Il disagio e il sentimento della menzogna erano resi più acuti da una evidente contraddizione. Il fascismo era stato generalmente ripudiato come fenomeno estraneo alla sensibilità e alla cultura del paese, ma lo Stato elargiva sussidi, distribuiva pensioni, rimborsava spese mediche, gestiva banche e imprese, reclutava funzionari e conferiva diplomi secondo norme che risalivano al fascismo. Certo i partiti si accusavano a vicenda di «criptofascismo», ma soltanto quando una particolare istituzione - il codice Rocco, ad esempio, - era utile agli uni e dannoso agli altri.” L’AUTORE – Sergio Romano, diplomatico e storico, editorialista del «Corriere della Sera» è autore di molti libri di grande successo dedicati alle vicende storiche del Novecento, a biografie di grandi personaggi e alla politica estera italiana e internazionale. INDICE DELL’OPERA - Prefazione, di Sergio Romano - Finis Italiae - 1. Declino e morte dell'ideologia risorgimentale - 2. Perché gli italiani si disprezzano - 3. Lo specchio del reame: libertà di stampa e libertà della stampa
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