La Bibbia e il fucile |
Joe Bageant La Bibbia e il fucile. Cronache dall’America profonda Bruno Mondadori, pagg.240, Euro 18,00
IL LIBRO – Lavorano come bestie, vanno a caccia, leggono la Bibbia alla lettera e credono nella birra come soluzione: sono l’America di provincia, quella dei proletari bianchi, sottopagati, obesi, aggressivi e rassegnati. Sono l’America xenofoba e guerrafondaia, che vota (repubblicano, contro ogni suo interesse) ma non ha voce, che non è andata all’università, che parla come nei film dei fratelli Cohen («le bestemmie sono una forma di punteggiatura»). Questo libro racconta, con rabbia, compassione e autentico divertimento, l’America (purtroppo) più vera, ma anche quella che, dall’Europa, è più difficile vedere. DAL TESTO – “Nella provincia e nelle campagne di tutta l'America qualsiasi tipo di controllo delle armi è percepito come un tentativo di sottrarre ai cittadini il diritto di proteggere il proprio focolare dai pazzi e (sempre di più) da un governo autoritario. La maggior parte della gente che sta a Fort Shenandoah vede la proprietà di un'arma in quest'ottica, come un modo per fermare gli sgherri del potere sull'uscio di casa. Alla luce di quello cui abbiamo assistito ultimamente, non sono così sicuro di non pensarla come loro. Fra tutte le questioni – matrimonio omosessuale, aborto, discriminazione positiva, diritti degli animali - che hanno frammentato la sinistra americana nel branco schiamazzante di sette tematiche e identitarie che è oggi, il controllo delle armi è quella che va a toccare più da vicino la vita della maggioranza degli elettori dell'America profonda. Interessa praticamente chiunque, perfino chi non possiede un'arma. Il diritto di possedere armi per loro è sinonimo di libertà.” L’AUTORE – Joe Bageant è autore di una rubrica online (www.joebageant.com) diventata un fenomeno di culto tra i lettori progressisti americani. Nato nel cuore del Sud povero, fanatico e conservatore, Bageant ha combattuto in Vietnam, ha vissuto in una comunità hippy, è diventato marxista e buddista, ha girato il mondo scrivendo reportage. Poi è tornato a Winchester, Virginia, da dove era partito, per raccontare la vita di quelli che non se ne sono mai andati. INDICE DELL’OPERA – 1. Servi della gleba americani. Dentro il ghetto bianco dei lavoratori poveri – 2. Repubblicani per inerzia. Orgoglio redneck e paura nell’era dell’outsourcing – 3. La vita ai tempi del trailer. Qualunque cosa occorra, il racket dei mutui vi darà una casa – 4. La valle del fucile. Polvere da sparo e pelli di cervo nell’America profonda – 5. Il regno occulto. Una teocrazia nel nome del sangue di Gesù – 6. La ballata di Lynndie England. Un piede nell’Ulster, l’altro in Iraq – 7. Un posto abilitato per morire. La sanità americana in terapia intensiva – 8. L’ologramma americano. L’Apocalisse sarà trasmessa in diretta tivù
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