Antonio Fratti. Dalle campagne garibaldine a Domokos |
Roberto Balzani Antonio Fratti. Dalle campagne garibaldine a Domokos CartaCanta Editore, pagg.96, Euro 10,00
IL LIBRO – Antonio Fratti, forlivese dell’ultima generazione garibaldina, fu uno degli ultimi repubblicani intransigenti del post-Risorgimento. La sua visione della politica, ispirata a una democrazia egualitaria di stampo umanitario e romantico, sarebbe stata superata dai programmi e dalle idee dei partiti di massa. Estraneo alla politica parlamentare, nemico del trasformismo, egli raccolse, dopo la scomparsa di Aurelio Saffi, il testimone di quella parte di democratici che viveva con disgusto il declino delle istituzioni e il dilagare dell’affarismo. Le sue ultime battaglie, nel 1897, avrebbero testimoniato la coerenza di una vita: la prima, elettorale, contro l’amico/nemico Alessandro Fortis, deputato radicale poi governativo, colpevole ai suoi occhi di aver inquinato la politica forlivese; la seconda contro i turchi e a fianco dei greci, con la camicia rossa di Garibaldi. E a Domokos, in Grecia, egli avrebbe trovato la morte. Fra atti di eroismo, passioni ideologiche, crack bancari, clientele, queste pagine restituiscono lo spaccato di una città romagnola del secondo Ottocento, guardata attraverso le lenti di uno dei suoi figli più appassionati, onesti e sfortunati. DAL TESTO – “Fratti, cresciuto in un'età di "blocchi" anticlericali, allevato nel culto dell'unità risorgimentale del Partito d'Azione, comprende a stento il processo di differenziazione ideologica in atto nell'Estrema. Inseguendo le sirene delle "armonie sociali", abbandonandosi al vagheggiamento di un'utopia che egli stesso definisce "né anarchica né comunistica" intessuta di libere associazioni, di interne corrispondenze fra capitale e lavoro, di "cooperative migliorate e perfezionate", Fratti si sforza d'individuare in una specie di collettivismo "liberale" il possibile termine medio capace di consentire al Patto mazziniano di continuare ad esercitare la propria influenza su tutta l'Estrema, quasi un grembo comune nel quale tornare periodicamente a confrontarsi. Il "suo" collettivismo, d'altronde, appare più tendenziale che reale, fondato com'è sul presupposto che la superiorità economica e morale del principio d'associazione, liberamente riconosciuto dal popolo dei "produttori", possa essere capace di decretare, col tempo, la progressiva sparizione delle imprese individuali e la subordinazione degli interessi egoistici dei singoli ai bisogni delle masse organizzate in società autonome di lavoratori.” L’AUTORE – Roberto Balzani, professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Università di Bologna, è dal 2009 sindaco di Forlì. Alla storia della sua città, fra ’800 e ’900, ha dedicato numerosi saggi e alla sua regione, intesa come problema culturale, un volume edito nel 2001 dal Mulino: La Romagna. INDICE DELL’OPERA – Prefazione, di Gabriele Zelli – Premessa - Antonio Fratti: il Risorgimento "permanente" - Capitolo I. La Forlì delle associazioni - Capitolo II. Antonio Fratti e il repubblicanesimo intransigente - Capitolo III. Antonio Fratti e Alessandro Fortis: duello a Forlì - Capitolo IV. La caduta del sistema di potere di Alessandro Fortis - Capitolo V. La rivincita degli intransigenti. Fratti deputato di Forlì nel 1897 - Nota bibliografica essenziale - Nota ai testi
|